REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VII n° 1 GENNAIO 2011 PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Superbia e Avarizia: i nostri grandi mali
Morte e divertimenti esagerati nei fatti di questi giorni
Di Cricio


Dalla cronaca dell’ANSA:

    BOLOGNA, 10 GEN E' morto probabilmente di freddo e stenti un bambino di venti giorni, figlio di una coppia di senza tetto ricoverato sei giorni fa all'ospedale Sant'Orsola di Bologna...

Quanti sono i morti per il freddo nelle strade perché non hanno casa o vivono nelle case fatiscenti riscaldate male con sistemi di fortuna? Sicuramente troppi!

Quando si pensa ai “barboni” la mente richiama due diversi stereotipi: i mentecatti o gli immigrati. Forse in questo modo si giustifica la nostra indifferenza al problema della povertà, ma la povertà oggi è un problema sempre più grande, perché si sta diffondendo e colpisce sempre più ampi strati di popolazione, che non certo pensavano di cadere così in basso nella scala sociale. L'idea che molti hanno che sia qualcosa che non li riguarda ne aggrava la situazione.

I “poveri” a causa della perdita del lavoro oggi sono troppi . Anche, il costo delle separazioni e dei divorzi portano la gente a vivere sotto i ponti, ma alla base di questa situazione c'è l'egoismo che ha pervaso la società.

Le nostre case sono calde e accoglienti, piene d’ogni bendidio e di regali più o meno lussuosi che ci siamo scambiati nelle feste, ma quanti di noi pensano che potrebbero perdere tutto? Basta un nulla per far svanire il sogno!

Mentre ci trastulliamo con nuovo Iphon o col televisore al plasma da 1.000.000 di pollici, non ci chiediamo, quando di più posono valere, per chi non ha nulla, i soldi spesi per questi giocattoli quasi inutili, da buttare tre un po' di mesi. Abbiamo dimenticato il valore della solidarietà. A noi interessa solo apparire e chi è scivolato al margine è bene che sparisca perché sporca le pietre su cui dobbiamo passare noi con le nostre scarpe firmate.

Un neonato è morto assiderato in piazza grande a Bologna, e nessuno si indigna. Non è un estraneo è uno come noi, solo che i suoi genitori non sono più in grado di avere un tetto; ma quasi nessuno ne ha parlato. Si parla di tante cose inutili, ma dei barboni, specialmente quelli che non sono nati barboni, non si deve parlare: rovinano la festa!

Già la festa.
Allucinazione:

    Festa in una “villa”, una ragazza giovanissima, con una curata abbronzatura uniforme, balla ignuda su un tavolo; attorno tante persone importanti, uomini e donne, la ammirano, ne ammirano la sinuosità, il corpo perfetto e la desiderano, sanno che costerà, ma pensano che ne valga la pena, tanto quanto spenderanno sarà una briciola dei loro averi e in pochi minuti tornerà nei loro portafogli grazie alle grandissime rendite che hanno. Accumulano più denaro di quanto loro possano spendere e così lo sprecano, lo spendono male, lo usano per corrompere chi non ne ha e lo desidera.
    Improvvisamente la luce ha uno sbarluggìo, un millisecondo di buio, ora sul tavolo, invece della femmina danzante, c'è la famiglia di Bologna: padre, madre, il neonato, il gemello e la sorellina di un anno e mezzo, raggomitolati per ripararsi dal freddo. Non sono sporchi, ma infreddoliti, pallidi, quasi viola: stanno morendo.
    Ecco il confronto tra dei boriosi signori, ladri di benessere, e delle povere creature, confronto che nessuno vuole si faccia, ma che sarebbe bene fare.

Come possiamo permettere che la gente abbia così tanti soldi da possedere gli schiavi e le schiave, pagandoli tanto da farsi perdonare qualunque violenza. Com’è possibile che a noi non venga il volta stomaco per quello che fanno, e che non ci si preoccupi di chi non può nemmeno avere un posto dove dormire.

La cosa più indegna è che la gente ammiri questi luridi padroni e ne faccia degli esempi di comportamento e che la Chiesa li accetti quando sono portati ad esempio, eppure raggruppano in loro almeno due dei peccati capitali predicati dalla Chiesa stessa, i peggiori: la superbia e l'avarizia!


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