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Dopo tre generazioni e settantatre anni di attività chiude la storica sede di via Giacomo Matteotti La Galleria Bolzani di Milano saluta il suo pubblico A Milano da Giovedì 27 Gennaio, saranno in mostra piccoli e grandi capolavori della collezione come le illustrazioni italiane dagli anni ‘30 agli anni ‘60 e gli olii di Giovanni Fattori e Giacomo Grosso |
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Il saluto al pubblico è un viaggio nell’arte a tutto tondo: nello stesso contesto si potranno infatti ammirare le illustrazioni anni ‘30 di Vittorio Accornero e quelle anni ‘50 – ‘60 di Giorgio Dall’Aglio; gli olii di Giovanni Fattori e Giacomo Grosso; l’arte lombarda del ‘900 con Giovanni Colombo da Busnago; alcuni capolavori dell’800 napoletano e romano con Giuseppe Casciaro e Antonio Mancini per approdare poi all’acquerello contemporaneo di Ettore Maiotti e alla ricercata arte aborigena di Minnie Pwerle. La varietà dell’esposizione testimonia l’impegno che da sempre ha contraddistinto la Galleria nella ricerca e valorizzazione delle varie forme di arte figurativa, arrivando a presentare più di mille mostre personali o tematiche nel corso dei suoi settantre anni di attività. Nonostante Milano abbia il primato italiano della più alta concentrazione di gallerie d’arte, la Galleria Bolzani rimane la più antica tuttora attiva, tanto da essere riconosciuta come Attività Storica dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia, dalla Camera di Commercio e dal Touring Club Italiano. Nelle storiche sale di Corso Matteotti si sono incontrati e confrontati alcuni dei maggiori critici e storici dell’arte: da Paolo Grassi a Luigi Bracchi, da Lino Montagna a Gustavo Predaval, da Mario De Micheli a Guglielmo Zucconi, per citare solo pochi nomi, senza dimenticare che il più assiduo frequentatore della Galleria fu Dino Buzzati, l’indimenticabile scrittore, pittore e giornalista italiano che fino al 1972 visitò tutte le mostre scrivendo anche diverse recensioni sulle pagine del Corriere della Sera. Dal 1938 ad oggi la Galleria Bolzani ha dedicato importanti personali ad artisti quali Giuseppe Pellizza da Volpedo, Lodovico Cavaleri, Vittorio Accornero, Ugo Vittore Bartolini, Mosè Bianchi, Antonio Calderara, Tomaso e Michele Cascella, Aldo Cortina, Celada da Virgilio, Mario Crepet, Mario Donizetti, Giannino Grossi, Donato Frisia, Riccardo Brambilla, Vittorio Gussoni, Umberto Lilloni, Baldassarre Longoni, Cesare Monti, Giorgio Oprandi, Giuseppe Palanti, Luigi Pellini, Armando Spadini, Orfeo Tamburi, Umberto Ziveri, Ludovico Zambeletti.
La lunga stagione espositiva della Galleria Bolzani, dapprima condotta da Guido Bolzani, poi da suo figlio Benigno e ora diretta da Alberto, figlio di Benigno, racchiude in sé un cospicuo pezzo della storia culturale e artistica del nostro Paese. Un’avventura cominciata già nel lontano 1908 prima a Como e poi a Castelleone e giunta definitivamente a Milano il 22 ottobre del 1938, quando la personale di Lodovico Cavaleri inaugurò, con la presenza di Paolo Grassi e Remigio Paone, le sale del piano ammezzato del Palazzo del Toro, uno dei meglio conservati e significativi esempi di architettura italiana Anni Trenta. Ambienti espositivi di rilevanza storica e sapiente scelta nella qualità delle opere hanno reso la Galleria Bolzani un luogo particolarmente apprezzato dagli appassionati d’arte. Con questa esposizione in Galleria del Toro Bolzani propone la più vasta selezione di opere ad amatori e collezionisti offrendo la possibilità di acquisti particolarmente convenienti.
Una mostra che non vuol essere la conclusione di un importante percorso, ma l’auspicio di una nuova avventura artistica, nel solco di una tradizione che ha contribuito alla fortuna di molti autori, come ricordava anche Dino Buzzati nei suoi articoli:
Dalla bolgia di San Babila si passa repentinamente al silenzio di una natura idilliaca e solitaria, soltanto fruscii di acque e di fronde, canto di uccelletti. Ma sul serio esistono ancora posti simili, con tanto verde, tanta serenità, tanta pace? Si, esistono ancora rispondono i quadri di Corradi con voce ferma e pacata (benchè Corradi abbia quasi ottant’anni). Ma dove? Al di là degli oceani? Nella remota Australia? No, no, molto più vicino, mi creda, signore, anche a due passi da Milano. La evocazione è così abile, rassicurante, con tanta onestà dei vecchi tempi, che molta gente sta ad ascoltare, e ci crede, e compra, anche, volentieri.
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