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 Anno VII n° 2 FEBBRAIO 2011    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Le puttane mettono in luce un problema sociale
Il ritorno di Lilith
Gli scandali causati dai festini, legati al mestiere più antico del mondo e alle papi-girls, mostrano un pericoloso cambiamento nella morale comune, che mina la convivenza civile
Di Giovanni Gelmini


 
 

Lilith - Periodo di Isin_Larsa a Babilonia - British Museum

Le puttane sono sempre esistite e ne troviamo ampia traccia nella Bibbia e nella Storia; addirittura nella cultura greca erano rispettate come sacerdotesse. Sotto questo aspetto le papi-girls non sono quindi un fenomeno nuovo.

Fino al 20 settembre 1958, i più giovani non se lo possono ricordare, la prostituzione era un’attività prevista e garantita dallo Stato attraverso le case di toleranza (in pratica un’attività svolta in regime in concessione statale). La legge Merlin, che ha abolito "le case", ha però creato un bel pasticcio, perché l'attività non è più regolamentata, ma non è vietata, salvo la tutela dei minori; sono vietate però le attività connesse che producono reati come: adescamento, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione; tutto questo crea così situazioni difficili, paradossali e lascia anche grande spazio operativo alla criminalità e all'abuso sulle donne, ma non è di questo che voglio parlarvi oggi. Vorrei invece parlare dell'aspetto sociale che le papi-girls hanno messo sotto gli occhi di tutti.

Nel discorso che segue si tralascia volutamente il fenomeno molto grave e diffuso della riduzione in schiavitù di donne, con la forza e con il preciso scopo di farle prostituire per guadagnarci, ma si parte dalla prostituzione come scelta più o meno volontaria.

Da sempre ci sono le prostitute che svolgono l'attività come professione e quelle invece occasionali, cioè che la svolgono solo in alcuni momenti al fine di raggiungere un obiettivo. Inoltre possiamo ancora dividere l'insieme in due tipologie: quelle di basso livello, che forniscono prestazioni sessuali e basta e quelle di alto livello, oggi chiamate comunemente escort, parola inglese che significa accompagnatrice, che appunto accompagnano il cliente in molteplici modi, anche come compagne per viaggi. Anche le escort non sono una novità, una volta forse si chiamavano cortigiane e tutte le corti regali ne erano zeppe.

Quest'ultimo tipo di prostituzione è molto particolare perché a volte le “cortigiane” sono donne in gamba, capaci e in grado di essere buone consigliere per il loro re o per il capitano d'industria cui si dedicano. Credo che anche tra le papi-girls vi siano figure di questo tipo; altre invece sono giovani pronte a tutto pur di raggiungere la meta della vita agiata.

L'esempio di Ruby è chiaro, ma nel passato non c'erano? Sì che c'erano: ragazze giovani, anche di buona famiglia, che se ne andavano da casa e intraprendevano la vita dei night-club, per vivere “a modo loro”. Forse la differenza è nel fatto che le notizie non circolavano, ma anche oggi di questo si parla solo quando esce uno scandalo e si scoprono i reati connessi. Se andiamo a spulciare le cronache giudiziarie troviamo, anche per tutto il secolo passato, scandali del tipo balletti rosa o balletti verdi. già perché se è vero che la prostituzione è storicamente un’attività delle femmine, anche i maschietti si prostituiscono, in genere con rapporti omosessuali, ma non solo.

Ma allora tutto è come prima!

No, non è così! Molto è cambiato e credo che sia cambiato in peggio.
Ho già affrontato questo discorso in chiusura dell'articolo “Quale figura di donna: Lilith o Eva?” (Spaziodi Magazine Anno V - numero 6 GIUGNO 2009) in cui dicevo “Oggi sempre di più il modello femminile, specialmente nelle più giovani, è Lilith: il sesso è usato, senza pudore né reticenze, per cercare il successo e il maschio è solo un animale da usare per essere cavalcato: le “veline” ne sono un esempio. Che questo andazzo piaccia al maschio è evidente: lo solletica e lo fa sognare, anche se poi cerca Eva per un rapporto vero: le veline devono essere pagate con la moneta che loro desiderano, ma non entriamo nella “storia”.

Proviamo oggi ad entrare in quella storia. La molla non è solo il denaro, ma “l'apparire” cioè essere sulle pagine patinate, fare una vita “interessante” ed essere circondati da persone importanti, non importa se si è capaci di qualcosa. La prima differenza col passato è che la ragazza (ma vale anche per il ragazzo) non scappa di casa e fa tutto di nascosto, al contrario mamma sa tutto e addirittura incoraggia l'attività; manca cioè la vergogna che prima esisteva. Questo evidentemente indica un cambio della moralità diffusa tra la gente.

Il paradigma di confronto sociale è passato dalla “rispettabilità” all'“apparenza”. Una persona prima era giudicata in base al rispetto delle regole e alla sua capacità di far parte della società in modo positivo: saper comprendere ed aiutare gli altri era un motivo di vanto. Oggi questo conta poco, conta sapersi arrampicare, anche infrangendo tutte le regole immaginabili; essere furbi quindi, non retti. Corollario di questo è dotarsi di tutti gli elementi che ti qualificano come VIP: abiti firmati, auto importanti, vacanze straordinarie da fare invidia, circondarsi di belle ragazze giovani o, per le donne, di maschi giovani e prestanti. I figli devono essere sempre i primi, altrimenti danneggiano l'immagine del padre e della madre. Lo sballo diventa elemento di affermazione. Da qui la crisi dei rapporti interpersonali che durano poco, specialmente nei rapporti di coppia, perché nessuno vuole sacrificarsi.

Ecco così che il sesso-spettacolo e lo sballo non sono più di pochi ricchi signori annoiati, ma diventano obiettivo di massa. Quindi la faccenda delle papi-gilrs non crea indignazione, ma invidia. Molti liquidano la cosa con un banale: “Lui ha i soldi e se lo può permettere”. Questo è supportato dal fatto che, nei sondaggi, gli scandali sessuali del premier non influiscono sul suo gradimento come premier.

Se si trattasse di un semplice cambiamento di morale collettiva, questo non sarebbe un gran problema, la morale è in continuo cambiamento e, malgrado ci siano sempre resistenze da parte degli integralisti, non genera grandi danni; in questo caso però la cosa è diversa perché viene ad essere cancellata la base della convivenza civile: il rispetto delle leggi. Conseguenza di questo è la caduta di un pilastro della società civile: lasciare alla legge il compito di difenderci.

Se la legge non è più certa, perché diventa una “grida manzoniana”, termina la possibilità che la stessa operi e si torna alla legge del far-West: chi è più forte ha sempre ragione. Questo è il gravissimo rischio che la diffusione del berlusconismo comporta.

Attribuire solo a Berlusconi e alle sue TV la colpa di tutto ciò è assurdo; c'è qualcosa di più che ha portato a questa situazione; ricordiamoci che se i giovani sono così è in gran parte dovuto ai modelli che ricevono in casa e non solo alla TV che vedono.

È giusto preoccuparsi allora di come modificare la situazione, ma da dove partire? Non ho certo la ricetta magica, posso solo esprimere una mia idea, in dissenso da quanto dice Gherardo Colombo, che peraltro stimo molto: credo che tutto ciò sia iniziato quando, dopo il '68, si è posto l'accento sui diritti oscurando i doveri connessi. Se noi mettiamo avanti i diritti senza il contrappeso dei doveri, questi si espandono a dismisura e trovano nel berlusconismo l'ovvia conclusione.



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