Una personalità poliedrica ed eclettica, è senz'altro ciò che colpisce maggiormente del maestro Giuseppe Severini. Artigiano, musicista, attore, rievocatore, ma anche studioso di musica antica, egli si presenta quale interprete vivente di un complesso periodo storico-musicale occidentale.
Dalla preistoria alla musica barocca, con evidenti richiami alla tradizione celtica e all'arabo-mediterranea, quello del Maestro Severini è un minuzioso ed attento lavoro di ricostruzione e ricerca umanistica.
Impegno, ma prima di tutto una passione, che si articola in due fasi principali: una pratica, finalizzata alla fedele riproduzione di antichi strumenti musicali, in particolare: liuti, vielle ed altri strumenti a corda, diffusi durante il medioevo in Europa; ed una artistica, che vede la messa in scena di spettacoli di ogni sorta, con spiccata predilezione nei confronti dell'arte giullaresca e dunque verso il mostruoso e il grottesco, il tutto ispirato alle illustrazioni del Roman de Fauvel, nonché ai testi di Ciullo d'Alcamo e alle famosissime Novelle del Bocaccio.
Un percorso, se vogliamo, che inizia con un'esperienza: quella dell'associazione Secoli bui e raggiunge l'apice con la recente creazione della Casa della Musica nel cuore della città di Randazzo, ormai sintesi di uno studio consolidato da anni. Una casa, che nasce prima di tutto dalla necessità di organizzare e concentrare i risultati ottenuti negli ultimi anni, tanto dalla realizzazione dei manufatti, assai fedeli alla tradizione, quanto nella messa in scena degli spettacoli di animazione, in tutta la Sicilia.
Per cui, se la tradizione medievale concepisce l'arte e la musica inseriti in una cornice sacra (prima di tutto) e profana, è bene spostare l'attenzione su quell'aspetto in genere sottovalutato, ossia sull'interesse per il mondo giullaresco e del burlesco per eccellenza.
Si sappia che il giullare era anche poeta, narratore, affabulatore e musicista, testimone dunque di un'arte fuori dal contesto. Arte che per la sua freschezza, nonché per l'intramontabile attualità di alcune sue composizioni, ispira oggi il lavoro di Severini, perché sia messa in musica com'era in uso all'epoca.
Il tutto è seguito dalla riscoperta di autori più o meno famosi, quali: Jacopo da Lentini, inventore del Sonetto come forma di composizione poetica, Guido delle Colonne, Stefano Protonotaro, il citato Ciullo d'Alcamo, che è uno dei monumenti più antichi del Volgare italiano, sino al Boccaccio, la cui opera testimonia vivissimi squarci di vita medievale.
Per di più, gli adattamenti ridotti all'essenziale, con spiccata tendenza nel sottolineare battute ardite e piccanti, o nel descrivere situazioni divertenti, talvolta paradossali fino alla conclusione “a sorpresa”, intervallate tanto da brevi dialoghi concitati fra due improbabili amanti, quanto da musiche diversificate, catturano immediatamente l'attenzione dello spettatore. Chi vi assiste, ne rimane totalmente coinvolto.
Non si tratta dunque di semplice arte per fare teatro, bensì di capacità nel richiamare al presente particolari momenti di un'era lontana, a volte oscura o scarsamente apprezzata. Ed ecco che con l'ausilio di pochi oggetti scenici, un ritmo di danza e qualche battibecco acceso fra i personaggi, lo spettatore diviene parte integrante della rappresentazione, proiettato in un mondo popolare e farsesco.
La musica poi, rievoca sensazioni remote. Essa nasce prima di tutto, dalla ricerca dei suoni naturali e dalla loro applicazione ad un repertorio, accuratamente scelto per illustrare via via i diversi periodi storici. Così, mentre il suono dei rombi in legno o in osso, sembra riprodurre quella che un tempo era considerata l'evocazione degli spiriti; i fischietti, il canto degli uccelli e corni e conchiglie, il rumore del mare; quello di lire, flauti e cimbali, sembra richiamare tutta la bellezza dell'antica civiltà Greca.
Tra il sacro ed il profano, piccoli cori di voci accompagnati da uno o più strumenti richiamano alla memoria ora l'intensa spiritualità di polifonie monastiche del secolo XII, come il “Ludus Danielis”, o di canti devozionali di pellegrinaggio del XIII e XIV secolo, tratti da famose raccolte, quali il Codex Callixtinus, o le Cantigas de S.Maria, o il Llibre Vermell de Monserrat, o il Laudario di Cortona; ora la freschezza e l'immediatezza delle composizioni trovatoriche, come quelle di Guglielmo IX di Aquitania, Raimbaut de Vaqueiras o di Bertrand de Born.
Quella di Severini è un'esperienza non isolata, ma senz'altro originale per quanto essa costituisca oggi, uno dei mezzi maggiori di diffusione della cultura medievale sotto ogni aspetto: artistico, musicale e poetico! Si tratta dunque di un' arte viva capace di coinvolgere e di stimolare la creatività di chi indirettamente vi partecipa!
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Casa della Musica e della Liuteria Medievale - Il Maestro Severini suona la gironda
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