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Anno VII n° 2 FEBBRAIO 2011 IL MONDO - cronaca dei nostri tempi |
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Una manifestazione che deve far pensare
"Se non ora, quando?" Adesso!
Le dimissioni di Berlusconi sono un’esigenza per il Paese. Le manifestazioni di piazza sono la conferma di quello che la maggioranza degli italiani sente
Di Giacomo Nigro
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A Roma la manifestazione "Se non ora, quando?" si è conclusa con l'esplosione della piazza in urla e cori, tutti a ballare, sul palco e in piazza, sulle note di "Respect" di Aretha Franklin. Una grande manifestazione di piazza, una festa di popolo, di donne e uomini stanchi di tacere, di sentir parlare di festini e bunga bunga invece che di lavoro, istruzione, diritti.
Nichi Vendola a Milano ha commentato con il suo stile: "Mi sento un po' meglio. Credo che questa onda di bellezza e di ragione contro una sorta di dittatura della volgarità, di quel mix di maschilismo e sessismo che è diventato linguaggio di una classe dominante sia importante. Non c'è cambiamento possibile in Italia se non si mette mano al vocabolario, se non si interviene sull'immaginario, se non si ricostruisce la relazione tra genere maschile e genere femminile e se non si critica con veemenza, con passione e con razionalità quella logica di mercificazione, subordinazione e umiliazione del corpo delle donne". Grandi i numeri per questa riappropriazione dei diritti al femminile senza scadimenti nel femminismo: 30mila a Genova, oltre 50mila a Torino, 100mila hanno manifestato a Napoli, 10mila a Palermo, 4mila a Cagliari, a Milano piazza Castello non è bastata, la manifestazione è sfociata in piazza del Duomo. Lunetta Savino dal palco di Roma ha annunciato: "Siamo più di un milione". A piazza del Popolo Concita De Gregorio, fra le promotrici della manifestazione, ha aggiunto: "Non bisogna sottovalutare la forza delle donne, questa forza si vede qui, oggi. E' il momento di reagire, di dire basta, questo non è il Paese in cui vogliamo vivere. E' ora di cambiare, bisogna che ci sia una rappresentanza politica per tutte le persone che sono scese in piazza e che chiedono proprio questo". Susanna Camusso ha detto: "Ricominciamo ad occuparci del Paese e non degli affari di uno, bisogna occuparci di politiche dell'occupazione, della crescita, dobbiamo tornare ad essere un Paese che che pensa al suo futuro, un Paese che ha cittadine e cittadini con dei diritti", e quando le è stato chiesto "E ora?" La leader della Cgil ha risposto: "Ora si continua!" Intanto in una intervista a Repubblica, il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini ha commentato: "Non avranno la testa del premier. Continuo a pensare che si sia trattato di una iniziativa nata e cresciuta nei salotti della cultura e del cinema. La dignità delle donne è un argomento troppo serio per gettarlo in mezzo alla battaglia politica in quel modo. Ne' la Bindi ne' la Finocchiaro conoscono quelle ragazze se non attraverso brandelli di intercettazioni date in pasto ai giornali. E' stata emessa una condanna preventiva nei confronti di ragazze la cui unica colpa è aver frequentato Arcore. Le hanno messe al rogo come le streghe di Salem. Così si difende la dignità' della donna?". Chissà a quale manifestazione ha assistito. Probabilmente non sarà stata la manifestazione che farà cadere il Governo, ma di fronte alle reiterate miserie che hanno causato la reazione di "se non ora, quando?" sembra caduta la stanchezza, la nostra stanchezza, la nostra mancanza di reazione. Secondo la Gelmini e i suoi sodali dovremmo continuare a disinteressarci del problema perché non c'è problema? E no! Dobbiamo continuare a fare qualcosa perché la farsa - che fra l'altro non fa neanche tanto ridere - finisca prima che finiscano i soldi di questo paperone maleducato e il malsano interesse dei suoi dipendenti senza etica e privi di morale. Vicino a noi ci sono tante donne che non si riconoscono nel modello della escort o della puttana tout-court, partiamo dal loro quotidiano esempio di abnegazione, di dedizione alla famiglia e al lavoro. Le nostre donne sono molto spesso esemplari come lo sono state le grandi donne italiane del passato lontano e recente, esse sono la nostra guida spirituale e materiale per ricomporre la nostra dignità calpestata e straziata. Uno storico futuro, quando si troverà ad esaminare questo periodo, non potrà non annotare che i vizi del capo sono stati tollerati dal popolo tutto sommato invidioso di quello stile di vita senza regole. Non sarà scusato quel popolo per aver lasciato fare, gli saranno giustamente addebitati l'ignavia e la connivenza. Oggi che sappiamo che la testa si può rialzare, perché dobbiamo continuare a correre quel rischio quando è oramai evidente che questo non è l'interesse della Nazione, ma solamente il comodo di un singolo individuo? E' ora di correre finalmente ai ripari, continuiamo a sostenere chi cerca di rovesciare democraticamente questo vuoto di governo pieno di autotutela del Capo. |
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