REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VII n° 3 MARZO 2011 - EVENTI |
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Poco dopo, ad ascoltare “Dam un bes” (“Dammi un bacio”), la celebre canzone di Augusto Daolio dei Nomadi, lo si ritrova a chiedere un “bacio per favore” alla Cesarina, la solare ostessa del paese. Era l’espressione di “un bisogno d’amore che spacca il cuore”.
Dopo la moto, ecco la macchina, altro inarrivabile sogno di una vita, con tanto di autista che si levasse il cappello aprendogli la portiera: una rivalsa su un’esistenza terribile, fatta di rifiuto e marginalità, di abbandoni e di malattia. Presto arriva una paresi e, nel 1965, la morte. Nel 1966 la Quadriennale di Roma ospita le sue opere e lo sdogana definitivamente al mondo dell’arte, mentre la grande antologica di Palazzo Reale a Milano e la più recente mostra alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze lo hanno posto tra i grandi artisti del Novecento. La mostra, dal titolo “Antonio Ligabue. La follia del genio” è una grande antologica che celebra colui che semplicisticamente a lungo è stato definito “il buon selvaggio” della pittura italiana ed è visitabile dal 12 marzo al 26 giugno proprio nella Villa dei Capolavori, la raffinata dimora che fu di Luigi Magnani.
Il talento e le tensioni, infatti, sono quelli di un maestro sicuro e ben si colgono dalla potenza visionaria, dalla stesura pittorica e dai rimandi continui – come contrappunti – nello sviluppo della sua opera. Dal primitivismo incerto della prima fase, più ingenua e conclusasi con gli anni Trenta, all’esplosione espressionista dal colore violento e dalla pennellata convulsa.
Una vita passata a contatto con l’universo animale che amava tanto, che ritraeva con studio anatomico rigoroso, imitando i versi delle bestie mentre le dipingeva con colori frenetici, in una visionaria ricerca identitaria. Dagli animali domestici del primo periodo, alle tigri dalle fauci spalancate, i leoni mostruosi, i serpenti, i rapaci che ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza: una vera e propria giungla che l’artista immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po. E’ particolarmente negli autoritratti che Ligabue dipinge il proprio dolore esistenziale, gridandolo con l’urgenza di una sensibilità intensa e ferina; è il tormento di un’anima che grazie alla pittura trova la propria voce e il proprio riscatto. ANTONIO LIGABUE. La follia del genio Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Parma - Mamiano di Traversetolo. Dal 12 marzo al 26 giugno 2011. Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì orario continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi orario continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso. Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole. Il martedì pomeriggio ore 15.30 è organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria, il costo è di € 12,00 (ingresso e guida). Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it Ulteriori informazioni: Sito della Magnani Rocca Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue Mostra e catalogo a cura di Augusto Agosta Tota con testi in catalogo di Pascal Bonafoux, Marzio Dall’Acqua e Vittorio Sgarbi La mostra è realizzata grazie al contributo di: FONDAZIONE CARIPARMA CARIPARMA CRÉDIT AGRICOLE Sponsor tecnici Gazzetta di Parma, SIAT Assicurazione Hotel Palace Maria Luigia, SINA Fine Italian Hotels TEP, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico
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