Un nuovo incendio si è sviluppato nel cuore della notte al reattore n. 4 della centrale nucleare giapponese di Fukushima, a poche ore da un'esplosione che già aveva provocato un primo incendio. Lo ha comunicato la Tepco, l'ente gestore dell'impianto. (Ansa-Afp)
Dopo l'immane disastro causato dal terremoto e dal maremoto, il Giappone, seguito dal mondo intero, trema per il rischio del disastro nucleare; la catastrofe della centrale nucleare di Fukushima si avvicina sempre di più a quello di Chernobyl. Eppure i nostri nuclearisti avevano giurato e spergiurato che oggi un disastro di quella dimensione è impossibile, ma loro usano la parola impossibile invece di quella giusta: improbabile. Si sa che la statistica insegna che le cose improbabili, per definizione, sono sempre possibili e Fukushima è la dimostrazione che smentisce le affermazioni dei nuclearisti.
Mi ha dato estremamente fastidio il comportamento dei sostenitori del nucleare, come l'ex ambientalista Chicco Testa, che, con evidente imbecillità ,non prendono posizioni d’attenzione sul nucleare, come sta facendo tutta l'Europa, persino la Francia, ma mostrano una sicurezza che non è certamente razionale. L'incidete è evidente e ripropone il problema sicurezza su una tecnologia che presenta dei rischi enormi, che possono facilmente essere considerati da una civiltà come inaccettabili.
Sorgono immediatamente delle domande a cui i sostenitori di questo nucleare dovrebbero rispondere, senza svicolare su affermazioni non coerenti e false.
1. Si è detto inizialmente che l'incidente di Fukushima mostra come i sistemi di sicurezza siano affidabili, ora cosa dite?
2. Dite che l'impianto di Fukushima è vecchio e non fa testo, pensate che quelli che volete costruire in Italia, non invecchieranno?
3. Il problema, che è sorto, è legato agli impianti di sicurezza: se erano vecchi perché non sono stati aggiornati?
4. Dite che per noi avere centrali nucleari in Italia è la stessa cosa: il rischio d’incedenti esiste perché siamo circondati da impianti nucleari (Francia, Svizzera, Germania, Austria), ma l'incidente di Fukushima e quello di Chernobyl hanno mostrato come il rischio forte sia nel raggio di un centinaio di chilometri, ora quanto distano le principali città italiane dagli impianti esistenti?
5. Alcune delle aree possibili sono sulla riva del mar Tirreno; avete tenuto conto che nel Tirreno esistono dei vulcani sottomarini che potrebbero generare un maremoto peggiore di quello verificatosi in Giappone?
6. Quanto effettivamente costa il nucleare?
7. Quanto costa il mantenimento per migliaia d’anni delle scorie nucleari?
8. Dove mettete le scorie?
9. L'uranio per l'utilizzo nelle centrali si sta esaurendo, come pensate di produrre energia nel futuro?
10. Il sito di Fabio Ghioni (esperto in sicurezza e tecnologie non convenzionali, consulente strategico per diversi organismi governativi e internazionali) elenca gli incidenti nucleari del civile verificatisi dal 1952 al 2007, ben 156 incidenti nucleari di cui 19 negli ultimi 7 anni, come fate a dire che il nucleare è sicuro oggi?
11. Dite che l'energia prodotta dal nucleare costa meno, anche se non ci credo, ma per la non grande differenza eventuale vale la pena di obbligare la gente a sopportare i rischi enormi che si corrono?
Le risposte serie non vengono mai. Ricordiamoci che vogliono costruire centrali per produrre il 20% dell'energia elettrica da quella via: solo col risparmio energetico si può coprire il 30% del fabbisogno energetico totale e l'energia elettrica è il 50% circa del totale. Poi ci sono le fonti riproducibili. Il nucleare a noi non serve, serve solo per lucrare a chi lo realizza: Enel & C.
Abbiamo già parlato di nucleare in: Anno 5° numero 6 / GIUGNO 2009 Nucleare: si torna al passato! Dove collocare le centrali? E le scorie radioattive? L’unico
studio fatto dal CNEN negli anni ’70 è superato dall’evoluzione del
clima di Giacomo Nigro
Anno 4° numero 5 / MAGGIO 2008 Nucleare & Idrogeno: una sola “mega-palla”
esplosiva! di Giovanni Gelmini.
Anno 3° numero 7 / LUGLIO 2007 Lo sbuffo Il
nucleare: improbabile incidenti! Mi vengono in mente i polli di
Trilussa... L’incidente alla centrale di
Kashiwazaki-Kariwa lo dimostra: malgrado le norme siano strettissime i rischi ci
sono e le conseguenze in caso di uno grave sarebbero catastrofiche, ma l’Enel
che fa? Evviva l’Italia! di Giovanni Gelmini
anno 3° numero 2 / FEBBRAIO 2007 Ridurre i consumi energetici è possibile Chi dice che le energie alternative sono troppo costose non
sa... di Lucio Susmel
Anno 2° numero 16 / del 21/09/2006 Chi ha paura del lupo cattivo? di Annamaria Gengaro
Anno 2° numero 16 / del 21/09/2006 Io ho paura del nucleare! di
Giovanni Gelmini
Anno 1° numero 6 / del 15/09/2005 La dipendenza da petrolio è stata voluta? Il petrolio è diventato negli ultimi decenni l’unica fonte
energetica dell’Italia, anche se si sapeva che doveva essere
abbandonato. di Giovanni Gelmini
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