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Camera dei deputati - Bozze non corrette in corso di seduta Linda Lanzillotta (API)- dichiarazioni di voto su “federalismo municipale” Discussione sulle comunicazioni del Governo ai sensi dell'articolo 2, comma 4, secondo periodo, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in relazione allo schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale |
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Signor Presidente, colleghi, non era mai accaduto, fino ad oggi, che il Governo ponesse la questione di fiducia sul testo sostanzialmente di un parere che il Parlamento è chiamato ad esprimere su uno schema di decreto legislativo che il Governo stesso redige nell'esercizio di un potere che il Parlamento gli ha delegato. Di fatto, questo è quello che oggi stiamo facendo. Infatti, siamo al paradosso per cui è il Governo, che dopo aver incassato un parere contrario nella Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, ora con la questione di fiducia impone il contenuto del parere che vuole che il Parlamento gli dia.
Certo, nella patria del conflitto di interessi anche questo può sembrare normale. Ma, colleghi, dobbiamo sapere che quello che stiamo facendo non è per nulla normale. Questa forzatura istituzionale, già grave di per sé, avrà anche l'effetto di distorcere e di condizionare per il futuro la procedura che la legge n. 42 aveva individuato per fare in modo che l'adozione dei decreti di attuazione del federalismo - integranti una riforma istituzionale, amministrativa e finanziaria - fosse il frutto di una decisione condivisa e partecipata, tale cioè da assicurare stabilità, continuità e convinzione nel suo lungo e complicato processo di attuazione. Ora, questa idea è irrimediabilmente compromessa perché il Governo ha deciso di forzare la mano pur di consentire alla Lega di sbandierare la sua vittoria. Ma è una vittoria effimera che si dissolverà presto quando, tra pochi mesi, con l'approvazione dei bilanci comunali, gli amministratori, i cittadini e le imprese capiranno cosa vuol dire davvero questo federalismo. La forzatura di oggi è peraltro un chiaro segno di debolezza: la consapevolezza di un federalismo che non funziona perché innanzitutto non viene realizzato il principio cardine della responsabilità fiscale degli amministratori nei confronti degli amministrati. Il famoso «vedo, voto, pago», sbandierato dal Ministro Tremonti, qui non c'è; infatti si va avanti ancora con trasferimenti dal bilancio dello Stato oppure si impongono tasse su quelli che non votano. L'idea della responsabilità come chiave dell'efficienza, in questo testo, rimane infatti solo un'idea astratta. Il federalismo fiscale non segue - come pure il Governo aveva riconosciuto che si dovesse fare - la semplificazione e la razionalizzazione dell'amministrazione locale, ma lascia tutto così com'è. Il risultato sarà che l'efficienza si raggiungerà soltanto riducendo i servizi e non migliorando l'organizzazione e i costi oppure non si raggiungerà per nulla, aumentando la spesa. Il federalismo municipale comporterà un sensibile aumento della pressione fiscale, soprattutto a causa delle piccole imprese su cui quell'IMU raddoppiata non potrà essere ridotta dai comuni che non hanno risorse. Il meccanismo della cedolare secca, accettabile se finalizzato a fare emergere il nero, non servirà a questo scopo perché non si introducono meccanismi efficaci per innestare una convergenza tra proprietari e locatari. L'effetto perverso sarà di beneficiare la rendita, penalizzare gli inquilini e fare il contrario di quello che la riforma fiscale deve fare: spostare la tassazione dalle rendite alle imprese e ai lavoratori. Con questo provvedimento si fa esattamente il contrario, con la redistribuzione che attua, aspettando questa riforma fiscale epocale che il Ministro Tremonti annuncia, ma che non arriva mai. Ce n'è abbastanza - credo - signor Presidente, per motivare la nostra radicale contrarietà al decreto sul federalismo municipale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza per l'Italia). Argomenti: #api , #camera dei deputati , #federalismo , #lanzillotta , #parlamento , #politica |
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