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Giorgio de Chirico -Note biografiche


Di Natalia Sassu Suarez

 
  Giorgio De Chirico: Castello di Rapallo 1947-48 Olio su tela, cm 39,5x59
Giorgio de Chirico nasce a Volos, in Grecia, il 10 luglio 1888, da Evaristo, ingegnere ferroviario di origini palermitane, e Gemma Cervetto, nobildonna genovese.

Nel marzo 1891 muore la sorella maggiore, Adelaide. In agosto, ad Atene, dove la famiglia si è temporaneamente trasferita, viene alla luce il fratello Andrea, che assumerà lo pseudonimo di Alberto Savinio nel 1914. Nel 1896 i de Chirico rientrano a Volos: qui Giorgio riceve le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis.

Il lavoro del padre è motivo di un nuovo trasferimento ad Atene. Nel 1900 egli dipinge il suo primo quadro: una natura morta con limoni. Tre anni più tardi si iscrive al Politecnico: vi rimarrà fino al 1906, quando la madre, rimasta vedova nel maggio 1905, decide di lasciare la Grecia.

Dopo due brevi soste a Venezia e a Milano, in ottobre la famiglia de Chirico si trasferisce a Monaco. Nella città tedesca Giorgio frequenta l'Accademia di Belle Arti e si appassiona a Nietzsche e Schopenhauer. In casa del musicista Max Reger, presso il quale si presta come interprete a favore del fratello, scopre, ricavandone una folgorazione fatale, la pittura di Arnold Böcklin. In Italia ritorna nell’estate del 1908: nell’anno e mezzo successivo dipinge una serie di quadri di evidente sapore böckliniano.

Trasferitosi a Firenze nel 1910, qui porta a compimento “Enigma di un pomeriggio d’autunno”, che segna l’inizio della sua prima stagione metafisica (1910-1918). Nel luglio del 1911 si sposta a Parigi: inizia a partecipare a diverse mostre, la prima delle quali, nel 1912, presso il Salon d'Automne del Grand Palais.

L’anno successivo espone al Salon des Indépendants, destando l’interesse di Picasso e di Apollinaire. Quest’ultimo organizza una presentazione delle sue opere e gli presenta Paul Guillaume, il suo primo mercante.

Il 1914 vede la partenza di Apollinaire per il fronte e come lui molti amici artisti lasciano la Francia. De Chirico vi rimane ancora per qualche tempo dando inizio al suo ultimo ciclo parigino, i “Manichini”. Nel maggio del 1915 rientra in Italia: viene dapprima destinato al distretto di Firenze e poi trasferito a Ferrara, ove ricade in una crisi depressiva. Riconosciuto inabile ed assegnato ad un lavoro sedentario presso l'Ospedale Militare Villa del Seminario, qui incontra, fra gli altri, Filippo de Pisis e Carlo Carrà. Iniziano nel 1916 le accumulazioni di oggetti e forme geometriche in interni tipicamente ferraresi. Il tema dei “Manichini” si amplifica nel tono lirico de “Il Trovatore” o in quello, rispecchiante la tragedia delle partenze della guerra, di “Ettore e Andromaca”.

Dalla fine del 1917 al 1925 si intensificano i suoi soggiorni fra Roma, Firenze e Milano. Nel 1925, insieme alla moglie, Raissa Gurievich Krol, ritorna a Parigi. I surrealisti continuano ad ammirare e ad acquistare le sue opere. Ma qualcosa presto si guasta: Breton parla di lui come del «Genio perduto» su «La Révolution Surréaliste». La frattura è insanabile. Tra i nuovi temi che fioriscono, di particolare rilievo quello dei “Gladiatori”, dei “Mobili nella valle”, dei “Bagni misteriosi2. Nel 1929 viene pubblicata la sua più importante opera letteraria, “Hebdomeros”, “le peintre et son génie chez l'écrivain”. Del 1931 l’incontro con Isabella Pakzswer (poi Isabella Far), che diventerà la sua seconda moglie e gli resterà vicino fino alla morte.

In quegli anni, egli vive tra Milano, Firenze, Torino e Parigi. Il 27 agosto 1936 parte da Genova per New York con il transatlantico Rex. Negli Stati Uniti è ospite del collezionista Albert C. Barnes a Merion, vicino Philadelphia. Numerose opere vengono acquistate dallo stesso Barnes e da vari musei. Isabella lo raggiunge in inverno a New York. A giugno riceve la dolorosa notizia della morte della madre.

Ritorna a Milano, dove si stabilisce, nel giugno 1938. L’Italia entra in guerra due anni più tardi: Giorgio e Isabella sono a Firenze, ospiti dell’amico Mario Bellini. La svolta barocca si annuncia nella predilezione per scene ispirate al mito antico. È, ora, il «Pictor optimus». Dopo la guerra, nel corso del 1947, trasferisce lo studio in Piazza di Spagna 31: l'anno successivo andrà anche ad abitarvi.

Alla fine del 1948 viene nominato membro della Royal Society of British Artists, dove, nel maggio 1949, allestisce una mostra con oltre cento opere. Sempre nel 1949 tiene una personale a Venezia, al Salone degli Specchi di Ca' Giustinian. Scoppiano polemiche con gli astrattisti capeggiati da Emilio Vedova, che cercano anche di impedire una sua conferenza.

Nel 1952 muore il fratello. Da quel momento in poi, in segno di lutto, indosserà una cravatta nera. Continua a polemizzare sulla pittura moderna e a lavorare sui temi cari, rielaborandoli con minime varianti. I lavori hanno un notevole riscontro di pubblico e di mercato. Le esposizioni in questi anni sono numerosissime, sia in Italia che all'estero.

Tra 1966 e 1968 si assiste ad una nuova fase metafisica, che rilegge l'intera vicenda iniziale caratterizzandosi con un impianto cromatico più chiaro. Nel 1974 viene insignito della nomina di Accademico di Francia e, l’anno successivo, un’antologica al Musée Marmottan di Parigi accompagna il conferimento dello Spadino di Accademico. Nel 1976 riceve la Croce di Grande Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca.

Nel 1978 il suo novantesimo compleanno viene festeggiato con una celebrazione in Campidoglio, una mostra (promossa da Isabella Far) all'Artcurial di Parigi e, ancora, con la pubblicazione del volume “De Chirico par de Chirico”.

Il 20 novembre 1978 muore a Roma.

Nel 1986 viene costituita la «Fondazione Giorgio e Isa de Chirico», allo scopo di tutelare la personalità intellettuale ed artistica del Maestro. Dopo la morte di Isabella Far, alla Fondazione, nominata erede, vanno la casa e la maggior parte del patrimonio artistico. Nel 1998, in ricorrenza del ventennale della morte, viene inaugurata, a Roma, la Casa Museo Giorgio de Chirico.

Vedi anche in eventi
“Isole del pensiero”. Böcklin, de Chirico, Nunziante
Fiesole, Palazzo Comunale, Sala del Basolato, dal 16 aprile al 19 giugno 2011
in Terza pagina:
"Antonio Nunziante - Presentazione dell’artista" di Cristina Acidini
Note biografiche di Natalia Sassu Suarez:
Arnold Böcklin
Antonio Nunziante


Argomenti:   #arte ,        #arte moderna ,        #de chirico



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