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 Anno VII n° 4 APRILE 2011    -   PRIMA PAGINA


Silvano Filippini
Gli emigranti italiani
Le squadre italiane professionistiche sono zeppe di stranieri. Dove vanno i nostri giovani?
Di Silvano Filippini


Gli stranieri da tempo stanno invadendo i vari campionati, sfruttando le attuali norme (extracomunitari e comunitari nelle leghe professionistiche, solo comunitari per quelle dilettanti e giovanili) e lo spazio per gli italiani si va riducendo drasticamente, al punto che parecchi atleti emergenti hanno pensato bene di emigrare.

La maggior parte dei giovani “viaggiatori” tende a trasferirsi negli U.S.A. presso le università americane dove, notoriamente, è possibile laurearsi e fare sport ad alto livello contemporaneamente. Contrariamente agli atenei italiani,, dove l’attività assai ridotta dei CUS è riservata agli atleti già tesserati per le varie federazione e, in quel periodo, iscritti ad un ateneo, magari senza neppure aver mai sostenuto esami. Quindi il reclutamento e la costruzione degli atleti è del tutto assente, essendo solo ”attività di facciata”, giusto per illudere gli altri cittadini che anche in Italia esiste lo sport universitario.

Altri hanno scelto di superare i confini pur restando in Europa, soltanto per avere maggiori possibilità di mettersi in evidenza presso società estere, soprattutto quando l’elevato numero di stranieri che giocano in Italia non consente ai giovani emergenti di trovare spazio in squadra. Tra questi molti non hanno avuto fortuna perché sono stati illusi dai loro procuratori o, peggio, dai genitori che stravedevano per loro, perdendo la minima obiettività. Sono così rientrati in Italia, finendo spesso nelle serie inferiori.

Del resto nel calcio italiano giocano ormai atleti di ogni nazionalità. L’esempio più eclatante è costituito dalla multinazionale Inter dove, solo quando (sempre più raramente) scende in campo il vecchio Materazzi, c’è un rappresentante italiano.
Il basket è invaso dagli uomini di colore, mentre il volley è diventato il regno degli atleti dell’est (specialmente in campo femminile): i sudamericani vestono le maglie del Rugby al punto da arrivare pure in nazionale, mentre nel Baseball fioriscono gli oriundi americani. Ma anche gli sport individuali sfruttano gli stranieri. Ad esempio nel tennis da tavolo troviamo parecchi occhi a mandorla, oltre ad un variegato mondo di atleti europei.
Se poi si indaga a fondo, si scopre che certi oriundi non lo sono affatto e alcuni comunitari sono, in realtà, degli extracomunitari che hanno ottenuto con facilità la patente di comunitari, specialmente in quelle nazioni dove le norme sono assai meno restrittive delle nostre.



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