REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VII n° 4 APRILE 2011 FATTI & OPINIONI


Camera dei Deputati dal resoconto stenografico dell'Assemblea: seduta n. 463 di mercoledì 13 aprile 2011
PIER FERDINANDO CASINI (UdC) - Processo breve: dichiarazione di voto
D'iniziativa dei senatori: Gasparri ed altri: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi in attuazione dell'articolo 111 della Costituzione e dell'articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Approvata dal Senato)


Signor Presidente, vorrei attenermi al merito del nostro dibattito di oggi, ma mi consenta solo - poiché questo è un dibattito in diretta televisiva - di dire davanti a tutti gli italiani una cosa semplice: il giudizio morale e politico su chi, essendo eletto all'opposizione, finisce per spartirsi qualche poltrona di Governo, lo daranno gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori). Non lo dobbiamo dare noi, perché gli italiani avranno la possibilità di dare un giudizio.

Oggi, onorevoli colleghi, in quest'Aula, si confrontano tre posizioni sulla giustizia. La prima: vi sono colleghi che ritengono, legittimamente, che non serva la riforma della giustizia, anzi, forse nel loro intimo ritengono giusto ostacolare qualsiasi progetto di riforma. Meglio non toccare nulla per non rischiare di compromettere delicati equilibri istituzionali. Non so se chi pensa in questo modo appartenga a quello che qualcuno definisce, a volte, il partito dei giudici. Non lo so. So che questa posizione conservativa esiste e questa posizione è omissiva, rispetto ad un pianeta, come quello della giustizia, che non funziona e in cui, a volte, esistono anche dimostrazioni di parzialità poco consone alla terzietà.

Una seconda linea è quella ultraortodossa berlusconiana, che ritiene i giudici - cito testuali parole del capo del Governo -: nemici dell'Italia. Una magistratura liquidata come politicizzata e complice di parti politiche e di complotti, e questa parte dell'Aula insegue con pervicacia provvedimenti ad personam, inseguendo i singoli processi del Presidente del Consiglio.

Per un anno il processo breve è rimasto lì, in un binario morto, ma quando si è capito che poteva servire non si è esitato a paralizzare l'Aula, per quattro settimane, su questo tema, che, credo, agli italiani interessi molto meno del reddito delle famiglie, dei giovani precari, delle scuole o degli investimenti per il futuro (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

Onorevoli colleghi, una gran confusione: processo breve, quando vi sono 170 mila prescrizioni all'anno e il problema sarebbe rendere efficiente il sistema giudiziario; dall'altro ramo del Parlamento processo lungo, con testimonianze e prove che devono essere ammesse senza limiti, perché, paradossalmente, serve accorciare e allungare allo stesso tempo, perché non inseguendo un disegno razionale, ma inseguendo singoli processi, si inseguono anche esigenze che possono variare dal mattino alla sera.

C'è una terza posizione, onorevoli colleghi, una posizione che credo a pieno titolo, assieme ad altri colleghi, di poter rappresentare. Riteniamo necessaria la riforma della giustizia, riteniamo che la giustizia non funzioni, riteniamo che ci siano parti del sistema giudiziario italiano che sicuramente hanno dato prova di parzialità, riteniamo che in queste circostanze, anche di giudizi che dovevano essere estranei a qualsiasi intendimento politico a volte si siano ravvisati, non senza ragione, intendimenti politici.

Riteniamo, onorevoli colleghi, che la separazione delle carriere non sia un dogma, un peccato mortale, una cosa non si può evocare. Aspettiamo, onorevole Ministro, la riforma epocale della giustizia, quella che da circa vent'anni attendono tanti elettori del centrodestra che hanno ritenuto, dalla discesa di Berlusconi in poi, che il sistema giudiziario potesse finalmente cambiare.

In che termini? In termini di imparzialità, di certezza del diritto, ma partendo dal cittadino che vede un arretrato civile incompatibile con un Paese moderno, vuole la revisione di circoscrizioni giudiziarie arcaiche e barocche, pensa ai poveri giudici di pace che noi dimentichiamo, ma che smaltiscono il 50 per cento delle cause civili e magari si trovano a smaltire anche pratiche dovute all'ingolfamento del sistema giudiziario per l'introduzione di reati come l'immigrazione clandestina, la cui inefficacia è sotto gli occhi di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori e Futuro e Libertà per l'Italia ).

Noi non siamo parte di un'opposizione pregiudiziale, ma vorrei far notare sommessamente ai colleghi della maggioranza che non vedo poi tutta questa opposizione pregiudiziale, perché, se è vero che il 60 per cento dell'aula di Montecitorio si è soffermata sempre sui temi della giustizia, è anche vero che quando abbiamo parlato di stalking, di reati sessuali, di impegno antimafia e di reati contro la mafia per battere il fenomeno mafioso, abbiamo registrato l'unanimità e il più delle volte il Ministro Alfano e il Ministro Maroni hanno giustamente encomiato il lavoro comune del Parlamento.

Allora c'è qualcosa che non funziona. Credo che da questo dibattito di questi giorni si stia paurosamente allontanando proprio quella svolta epocale di cui sentiamo l'esigenza e che lei ha evocato, signor Ministro, salvo aver dimenticato la seconda parte delle sue evocazioni, quando ha detto che avreste messo contemporaneamente da parte qualsiasi scorciatoia, perché naturalmente parlare di scorciatoie in presenza di una riforma epocale è la contraddizione in termini della principale che si vuole realizzare.

Onorevoli colleghi, in conclusione, dopo vent'anni siamo tornati davanti al tribunale di Milano. Dopo vent'anni quei marciapiedi si sono affollati di gente, ancora come vent'anni fa. Ricordo allora le telecamere di Mediaset che erano impegnate a magnificare l'azione di bonifica dei giudici (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro e di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Oggi, metafora della crisi italiana, siamo tornati lì, su quel marciapiede, ennesima occasione persa per dare ai cittadini italiani una complessiva riforma.

Si continua sulla vecchie scorciatoie di inseguire i processi del Capo del Governo. Francamente penso che non si produrrà nulla, nemmeno per gli interessi del Capo del Governo, perché anche su questo credo che ormai l'esperienza sia sotto gli occhi di tutti: questa legge non reggerà le verifiche successive sotto il profilo istituzionale che inevitabilmente dovrà affrontare.

Onorevoli colleghi e signor Presidente della Camera - che ringrazio per l'assoluta imparzialità che ha mostrato: è stato attaccato da destra e da sinistra, quindi vuol dire che non ha sbagliato niente (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del gruppo Partito Democratico ) sicuramente questa ne è la prova provata -, vorrei terminare con una considerazione che rivolgo ai colleghi della maggioranza, che rispetto, pur nel dissenso fortissimo, e ai colleghi della opposizione, con la quale abbiamo fatto insieme questa battaglia perché la condivido, per cui in questo caso vi è qualcosa di più del rispetto.

Noi come nuovo polo per l'Italia, noi come Unione di Centro, siamo convinti che per battere Berlusconi servano le armi della politica. A noi non interessano le scorciatoie giudiziarie, anzi riteniamo che sarebbe un colpo finale alla credibilità della politica se la sconfitta del Governo avvenisse sul terreno giudiziario. Non abbiamo bisogno di supplenze. No, grazie! È l'opposizione politica che deve farcela a indicare una nuova strada per l'Italia e per questo lavoriamo dal mattino alla sera (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del Partito Democratico – Congratulazioni).

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