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Camera dei Deputati Seduta n. 452 di giovedì 24 marzo 2011 Comunicazioni del Governo sulla crisi libica: Antonio Di Pietro, (IDV) |
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Signor Presidente, innanzitutto mi sia concesso deplorare l'assenza del Presidente del Consiglio a questo incontro con il Parlamento.
Piaccia o non piaccia, stiamo facendo un'azione di guerra. Chiamiamola pure azione di pace, ma questa azione è fatta con armi e bombe. Il fatto che il Presidente del Consiglio non senta il dovere di venire in Parlamento e di assumersi la responsabilità di ciò che stiamo facendo davanti al Paese lo fa diventare non il Presidente del Consiglio, ma dimostra che è un coniglio (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
Ciò premesso, il gruppo Italia dei Valori si riconosce nella risoluzione 1973 dell'ONU perché per la prima volta, in un'azione di guerra effettiva, c'è stata una decisione dell'unico riferimento di Governo mondiale che abbiamo. E se riconosciamo l'importanza dell'ONU, abbiamo il dovere di seguirne le indicazioni e le disposizioni. Per la prima volta dopo l'Iraq, il Kosovo, e l'Afghanistan l'ONU ha deciso direttamente e quindi c'è una legittimazione giuridica. Ma l'ONU ha indicato anche un compito circoscritto che è racchiuso nelle parole di Obama: salvare vite umane. È questo e solo questo il compito, non di decidere di ammazzare Gheddafi piuttosto che di tifare per l'una o l'altra parte della popolazione. Noi dobbiamo tifare per tutta la popolazione sia che sia pro Gheddafi o contro Gheddafi, ma nessuno deve essere ammazzato, se non per salvare vite umane (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico). Che ci siano indubbie ragioni umanitarie che rendono obbligatorio l'intervento dell'ONU mi pare sia sotto gli occhi di tutti. Ricordo cosa disse Gheddafi poche ore prima dell'intervento. Gheddafi di fatto aveva deciso di distruggere una parte del suo popolo, aveva scagliato i suoi soldati contro il suo popolo, aveva ordinato loro di andare a massacrare Bengasi e una parte della Libia. Rispetto a tutto questo, non si può stare a guardare. Quindi, è vero che ci sono molti altri interessi, anche non confessabili, per cui si è voluti andare Libia, ma non c'è dubbio che le ragioni umanitarie c'erano e ci sono e per questa ragione c'è la legittimazione. Qualcuno dirà, anche noi tra questi, perché non in Ruanda, Yemen e Cambogia. La domanda è appunto questa: perché no? Ma non è che, siccome non interveniamo mentre ammazzano da un'altra parte, ciò rende legittimo ammazzare da questa parte. Il fatto che non si debba ammazzare da nessuna parte non giustifica che si debba chiudere gli occhi sempre, semmai si deve aprirli anche per le altre regioni dove ci sono queste situazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Ma qual è il merito della soluzione ONU? Ha stabilito che non bisogna permettere agli aerei di andare a bombardare, che bisogna proteggere Bengasi e la popolazione, che bisogna intervenire anche con l'embargo e il blocco dei beni, che bisogna stabilire un corridoio umanitario. Queste e solo queste sono le ragioni che hanno indotto a sottoscrivere una risoluzione unitaria tutte le forze responsabili dell'opposizione, che hanno ascoltato le accorate parole del Capo dello Stato. Lui sì che ci ha messo la faccia, mentre doveva mettercela il Presidente del Consiglio, che da coniglio è scappato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Cosa chiediamo? Chiediamo un cessate il fuoco immediato, una mediazione politica immediata e la Corte internazionale de L'Aia per Gheddafi. Non è che chiediamo di radere al suolo tutto ciò che è di sua proprietà, perché così finalmente sfoghiamo i nostri istinti più barbari. Qual è l'azione del Governo che noi contestiamo? Nel Governo regna la confusione. Mi permetto soltanto di evidenziare alcune anomalie: Maroni, Ministro dell'interno, dice: «Allarme terrorismo»; Franco Frattini, Ministro degli affari esteri, dichiara: «In Italia nessun pericolo terrorismo». Fatevi a capire! Il Cavaliere ha risolto il problema. Berlusconi dice: «Sono stato informato poco e male». In Italia e nel nostro Governo regna sovrana la confusione. Potrei allungare il mio discorso su questo tema in modo molto più ampio, ma certo è che il comportamento del Governo è passato da un eccesso all'altro, soprattutto quello di Berlusconi, che prima si è messo a giocare a fare il giullare, il guascone, a giocare ai cavalli, a giocare a «gheddafine» con Gheddafi e adesso dice che egli è un criminale. Prima non l'aveva visto, prima gli faceva comodo. Egli gioca con il suo ruolo, egli non ha il senso della responsabilità delle funzioni di Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Egli pensa che fare il Presidente del Consiglio sia come stare nel sottoscala di Arcore con il bunga-bunga. Questa è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Berlusconi ha scelto il cavallo sbagliato, ma anche lei, Ministro Frattini, che è venuto qui a riferire. Lei, il 18 gennaio 2011, ha indicato Gheddafi, per distinguere le altre situazioni nel Medio Oriente, come modello del riformismo arabo. Alla faccia del modello del riformismo arabo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Ma lei fa il Ministro degli affari esteri o fa il giullare insieme a Berlusconi? Ecco perché noi riteniamo che questo doppiogiochismo e che questa ipocrisia abbiano mietuto una prima vittima: la verità. PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro. ANTONIO DI PIETRO. Lei Ministro Frattini non fugga via, si assuma le responsabilità di fronte a un gruppo politico che sta in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). PRESIDENTE. Onorevole Barbato, stia seduto. ANTONIO DI PIETRO. Il Paese deve sapere che, mentre una forza dell'opposizione in questo Parlamento esprime le sue idee sul comportamento di questo Governo, il Presidente del Consiglio non c'è e il Ministro degli affari esteri Frattini, dopo aver recitato una poesia, è scappato via, mentre il Ministro della difesa La Russa è venuto qui a ripetere pari pari il discorso fatto al Senato, scambiando i deputati con i senatori. Ecco qual è il rispetto che questi signori del Governo hanno del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)! Lo sappia il Paese. È un Governo che non c'è, un Governo in confusione, che gioca con la pelle degli altri e anche con la vostra e la nostra. AMEDEO LABOCCETTA. Provocatore! ANTONIO DI PIETRO. Per questo noi chiediamo che il Governo assuma almeno la responsabilità e pretenda, non chieda, dagli altri Paesi dell'Unione europea che i flussi migratori siano distribuiti equamente. Ministro degli affari esteri che è scappato via, secondo coniglio di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)... PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, la prego di usare un linguaggio che sia consono a quest'Aula. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, è fuggito via! E il rispetto verso di noi? PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, chi prende la parola ha il dovere di usare un linguaggio consono a quest'Aula. Chi esce dall'Aula si assume la responsabilità di quello che fa, ma non si tratta di due comportamenti paragonabili fra di loro. La prego, per l'ennesima volta, di usare un linguaggio rispettoso dei colleghi e dell'Aula in cui si trova. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente della Camera, io ritengo che un Presidente del Consiglio che non si presenta in Aula e un Ministro degli affari esteri che se ne va mentre parla un rappresentante delle istituzioni sia un comportamento da conigli, e lo ribadisco (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, non è questa l'espressione che la Presidenza le contesta. Proceda. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, prendo atto che lei la pensa come me su questo. Avremmo voluto dire al Ministro Frattini che non deve giocare con i flussi migratori. Vi sono due flussi migratori: una cosa sono i profughi e un'altra sono gli immigrati. I 15 mila immigrati della Tunisia non devono essere usati per giustificare ciò che avviene a Lampedusa, dicendo che sono profughi e che vi è la vicenda libica. Non c'entra niente! È una furbata di questo Governo, che lo sta facendo apposta per far passare in secondo piano ciò che sta facendo in Libia. Noi riteniamo che il Trattato di amicizia tra Libia e Italia debba essere sospeso. Ministro Frattini che non c'è più - mi sono limitato a questo - lei ha detto che, a norma dell'articolo 103 della Carta dell'ONU, di diritto il Trattato di amicizia tra Italia e Libia non vale più. È vero, a norma dell'articolo 103 non vale più, ma questo deve essere notificato, deve essere presa una posizione diretta. Noi chiediamo che il Parlamento approvi una mozione in cui si dica che sospendiamo la validità di questo Trattato con il Governo libico (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Il fatto che non volete che si approvi una risoluzione in cui il Parlamento chieda al Governo di impegnarsi a notificare al Governo libico il fatto che con esso non vuole più avere a che fare dimostra solo una cosa: il recondito pensiero di mantenere con quel Governo un filo conduttore, per poter, semmai Gheddafi dovesse rimanere al Governo, ancora continuare a fare i propri affari. Allora, sappiano gli italiani che Berlusconi in tutti questi anni, sia da privato cittadino sia da rappresentante del Governo, ha legittimato il criminale Gheddafi. Come tale, proprio in relazione al fatto che questo Governo non riesce ad avere una posizione unitaria nei confronti della crisi libica, a nostro avviso egli non ha più la motivazione e la reale possibilità di stare al Governo. Ecco perché insistiamo nel dire che prima va a casa e meglio è (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni)! Argomenti: #camera dei deputati , #di pietro , #idv , #libia , #onu , #parlamento , #politica |
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