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Banca d’Italia, sintesi del Bollettino Economico di aprile 2011 Il Mondo cresce, l’Italia resta al palo La crescita mondiale resta sostenuta, le materie prime rincarano come i prezzi al consumo. In Italia la crescita è contenuta, i consumi sono frenati dalla contrazione dei redditi da lavoro, l’occupazione non riparte, il disavanzo pubblico migliora, ma cadono gli investimenti. |
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La crescita mondiale resta sostenuta - L'economia mondiale continua a espandersi, sospinta dalla forte crescita dei paesi emergenti, dal recupero degli Stati Uniti e dal consolidamento della ripresa nell'area dell'euro. In base alle proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), la crescita del PIL mondiale, pari al 5,0 per cento nel 2010, proseguirebbe a un ritmo del 4,5 per cento circa quest'anno e il prossimo. Dalla fine del 2010 i flussi di commercio internazionale, temporaneamente rallentati nell'autunno scorso, sono tornati ad accelerare. In Giappone, dopo un recupero dell'attività produttiva nel primo bimestre di quest'anno, gli effetti del terremoto che ha colpito il paese in marzo sono al momento di difficile valutazione, considerando la dimensione del sisma e il coinvolgimento della centrale nucleare di Fukushima.
Prosegue il rincaro delle materie di base - Nei primi mesi dell'anno è proseguito il rincaro delle materie prime. Le quotazioni del petrolio, in crescita dall'estate scorsa per il rafforzamento della domanda mondiale, sono ulteriormente salite da febbraio in seguito alle rivolte nel Nord Africa e nel Medio Oriente; i contratti futures ne prefigurano una stabilizzazione nei prossimi mesi. I prezzi delle materie di base alimentari sono cresciuti ancora nel primo trimestre e in aprile, superando i picchi dell'agosto 2008. Nei paesi avanzati le ripercussioni sull'inflazione al consumo sono state significative, anche se al netto delle componenti energetiche e alimentari la dinamica dei prezzi continua a essere contenuta. Nelle economie emergenti le pressioni inflazionistiche si sono intensificate, alimentate da ritmi di crescita economica che si collocano su livelli prossimi a quelli potenziali. Persistono tensioni sul debito sovrano di alcuni paesi dell'area dell'euro - Le tensioni sul debito sovrano di alcuni paesi dell'area dell'euro, in atto con fasi alterne da oltre un anno, si sono acuite in febbraio e agli inizi di marzo; si sono solo in parte attenuate dopo la riunione dell'11 marzo scorso dei Capi di Stato e di governo dei paesi dell'area, che hanno deciso di ampliare la capacità di prestito dello European Financial Stability Facility e hanno delineato le caratteristiche dello European Stability Mechanism che vi subentrerà nel 2013. La crisi di governo e le riduzioni del merito di credito del Portogallo hanno successivamente provocato un forte aumento dei premi per il rischio sul debito pubblico portoghese, che sono tornati a scendere dopo l'accoglimento della richiesta ufficiale di prestito all'Unione europea e all'FMI. Nell'area dell'euro la crescita potrebbe essersi rafforzata nel primo trimestre... Il PIL dell'area dell'euro ha continuato a espandersi nel quarto trimestre dello scorso anno (0,3 per cento sul periodo precedente); nel complesso del 2010 il prodotto è aumentato dell'1,8 per cento. La crescita è stata però diseguale: elevata in Germania (3,6 per cento), più contenuta in Francia e in Italia (1,6 e 1,3 per cento), pressoché nulla in Spagna. Nei primi mesi del 2011 la crescita potrebbe essersi rafforzata, come segnalato dalla dinamica della produzione industriale e dalle indagini qualitative presso le imprese, riflesse nel livello raggiunto in marzo dall'indicatore €-coin. ...e i prezzi al consumo hanno accelerato - L'inflazione al consumo è aumentata, portandosi al 2,5 per cento sui dodici mesi nella media del primo trimestre di quest'anno (dal 2,0 del periodo precedente). Il rialzo è in larga parte da ricondurre all'accelerazione dei prezzi dei beni energetici e alimentari, dovuta al rincaro delle materie di base. Il Consiglio direttivo della BCE ha alzato i tassi ufficiali - In un contesto caratterizzato dal consolidamento della ripresa produttiva e dal forte rialzo dei prezzi delle materie prime, in aprile il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di aumentare di 25 punti base il tasso minimo sulle operazioni di rifinanziamento principali, portandolo all'1,25 per cento. In Italia la crescita del PIL prosegue, ma a ritmi contenuti - Nel quarto trimestre del 2010 il PIL in Italia è aumentato dello 0,1 per cento sul periodo precedente. Nella media dell'anno è cresciuto dell'1,3 per cento. Vi hanno contribuito l'andamento della domanda nazionale (per 1,7 punti percentuali) e il recupero delle esportazioni (per 2,2 punti); tuttavia, il contributo netto del commercio con l'estero è stato negativo per 0,4 punti a causa della crescita elevata delle importazioni attivata dalla domanda interna. Si prefigura una modesta accelerazione dell'attività produttiva nel primo trimestre del 2011, come indicato dalla lieve ripresa della produzione industriale e dalla più vivace dinamica delle esportazioni in gennaio e in febbraio. Anche il clima di fiducia delle imprese industriali e le attese sulla domanda sono migliorati, attestandosi su buoni livelli. I consumi sono frenati dalla dinamica negativa dei redditi reali - Restano improntati alla prudenza i comportamenti di spesa delle famiglie, influenzati dalle condizioni del mercato del lavoro e dall'andamento del reddito disponibile, nel 2010 ancora diminuito in termini reali. La dinamica dei consumi, tornata positiva lo scorso anno, non si sarebbe intensificata nei mesi più recenti, secondo le indicazioni provenienti dall'andamento delle vendite al dettaglio, scese in gennaio, e dal clima di fiducia dei consumatori, il cui graduale miglioramento si è interrotto agli inizi del 2011. Anche le attese sulla crescita dei prezzi sono lievemente peggiorate, in linea con l'andamento corrente dell'inflazione. I prezzi al consumo risentono dei costi delle materie prime - L'inflazione al consumo, stabile intorno all'1,7 per cento nella seconda metà del 2010, è salita al 2,3 nella media del primo trimestre, misurata in base alla variazione sui dodici mesi dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale. Il rialzo riflette soprattutto il rincaro dei beni energetici e alimentari, gravando maggiormente sul potere d'acquisto delle famiglie meno abbienti, per le quali essi rappresentano oltre il 40 per cento dei consumi. L'inflazione misurata al netto di queste componenti è rimasta però contenuta, anche se in lieve aumento nei primi mesi dell'anno a causa dei rincari dei servizi di trasporto e di alcune voci a prezzo regolamentato. L'occupazione non riparte - Livelli produttivi distanti da quelli precedenti l'avvio della recessione e un'incidenza ancora elevata degli occupati in Cassa integrazione ostacolano il ritorno alla crescita dell'occupazione. Dopo un lieve incremento nel quarto trimestre del 2010, il numero degli occupati è ripiegato nel primo bimestre di quest'anno sui livelli minimi dell'estate scorsa. Sono tornate a crescere le assunzioni con contratti flessibili e a tempo parziale; è proseguita la contrazione delle posizioni permanenti a tempo pieno. Il tasso di disoccupazione rimane stabile sui valori medi dello scorso anno, mentre sono aumentate l'incidenza dei disoccupati di lungo periodo e la disoccupazione giovanile. Nel 2010 il disavanzo pubblico è migliorato - Nel 2010 l'indebitamento delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL è sceso di quasi un punto rispetto al 2009 (al 4,6 per cento; 0,4 punti in meno di quanto atteso nelle valutazioni ufficiali dello scorso settembre). Al netto della spesa per interessi si è registrato un sostanziale pareggio. Il calo del disavanzo è dovuto alla riduzione dell'incidenza della spesa in conto capitale (0,9 punti), di quella primaria corrente (0,3 punti) e di quella per interessi (0,1 punti). La dinamica delle entrate è tornata positiva, con un incremento dello 0,9 per cento in termini nominali; le entrate correnti hanno beneficiato di un forte recupero del gettito dell'IVA, anche in seguito all'adozione di norme più stringenti per le compensazioni. Il rapporto tra debito pubblico e PIL, salito al 119 per cento dal 116 nel 2009, ha registrato un incremento inferiore a quello atteso per la media dell'area. È confermato l'obiettivo di un disavanzo inferiore al 3 per cento nel 2012... Per il biennio 2011-12 il Documento di economia e finanza ha confermato le previsioni e gli obiettivi per il disavanzo. Nel 2011 l'indebitamento netto è previsto scendere al 3,9 per cento del prodotto: le migliori condizioni di partenza dovute al minor disavanzo nel 2010 sono compensate da stime di crescita del PIL più prudenti (dall'1,3 all'1,1 per cento) e dalla previsione di una maggiore spesa per interessi. Per il 2012 l'obiettivo per l'indebitamento netto, che coincide con le stime tendenziali, è pari al 2,7 per cento del PIL, con una dinamica del prodotto rivista al ribasso dal 2,0 all'1,3 per cento. ...e viene programmato il sostanziale pareggio nel 2014 - Il Governo programma di conseguire un sostanziale pareggio di bilancio nel 2014 mediante la realizzazione di manovre correttive per circa 2,3 punti di PIL nel complesso nel biennio 2013-14. per approfondimenti: Bollettino pdf 1016 kB · Appendice statistica pdf 472 kB Argomenti: #bankitalia , #consumi , #debito pubblico , #economia , #europa , #investimenti , #italia , #mondo , #occupazione , #prezzi |
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