Signor Presidente, onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato qualche giorno fa con interesse le relazioni dei Ministri Frattini e La Russa, il 27 aprile presso le Commissioni congiunte affari esteri e difesa della Camera e del Senato. Insieme - maggioranza e opposizione - avevamo positivamente riflettuto sulle nuove richieste che la NATO ha rivolto all'Italia e, quindi, le nuove modalità proposte di utilizzo dell'aviazione militare italiana, che riteniamo coerenti con la risoluzione n. 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che autorizza gli Stati membri ad adottare ogni misura possibile per proteggere la popolazione civile dagli attacchi dell'esercito di Gheddafi.
Pensiamo che sia tuttora in corso una grave emergenza umanitaria. A Misratah e a Zlitan la popolazione civile viene aggredita e colpita dall'esercito di Gheddafi. Non si contano i morti. In fondo, siamo intervenuti qualche mese fa in Libia esattamente per quel motivo, per non dover più ripetere qualche mese dopo Srebrenica o per non dover più ripetere i massacri del Darfur. Lo avevamo detto: «Non avverrà mai più». Questo è il motivo per cui l'Occidente, la comunità internazionale e le Nazioni Unite hanno deciso di intervenire militarmente in Libia.
Abbiamo apprezzato i passi svolti anche dal Governo italiano per riconoscere il consiglio nazionale di transizione di Bengasi come legittimo rappresentante del popolo libico. Nella nostra mozione, come Terzo Polo, lo scriviamo e autorizziamo il Governo a utilizzare tutte le risorse necessarie, politiche e militari, per applicare la risoluzione n. 1973 per difendere i civili.
Ciò detto, da qualche giorno abbiamo assistito ad un pasticcio politico che inevitabilmente oggi dobbiamo evidenziare. La mozione che viene proposta dalla maggioranza, redatta dalla Lega Nord Padania e sostenuta dal Popolo della Libertà, sostanzialmente riduce la credibilità internazionale dell'Italia perché, come ha ricordato il collega La Malfa, fissa una data che non né è possibile né prevista da alcun contesto internazionale. Essa non è prevista dalla Nato e lo stesso segretario generale della Nato ha espresso grandi dubbi e grandi perplessità su questo dibattito all'interno del Governo italiano.
Ministro Frattini, ho apprezzato il senso del suo intervento ma mi permetta di ricordarle che le sue riflessioni sono in distonia e sono distanti dalla lettera della mozione che la maggioranza si accinge ad approvare.
Domani vi sarà un fatto politico importante per l'Italia. Signor Ministro, voglio ricordarle che noi del Terzo Polo, quando l'Italia o quando il Governo italiano, anche se siamo all'opposizione, fa una brutta figura, ne soffriamo e non ci rallegriamo, perché viviamo queste vicende e la politica estera italiana come un grande interesse nazionale che per noi è veramente prioritario.
Temo che domani il Governo italiano avrà qualche difficoltà nel gruppo di contatto a discutere insieme agli alleati, a discutere con i rappresentanti del consiglio nazionale di transizione e con il segretario di Stato Hillary Clinton. Pensiamo, anzi, che in questo momento - e mai come in questo momento - per l'Italia, per dove è collocata l'Italia, per la sua posizione geo-politica strategica nel Mediterraneo, è fondamentale tenere salda la barra del timone sugli indirizzi fondamentali della nostra politica estera. Si aprono a noi grandi opportunità. Vi è un Mediterraneo che sta cambiando, vi sono le rivolte democratiche e i giovani che chiedono libertà e democrazia e che non bruciano le bandiere di Israele e degli Stati Uniti. È un fatto rilevantissimo.
Abbiamo, come Italia, un interesse nazionale strategico a vivere nei prossimi anni con un Medio Oriente e un Mediterraneo stabili, prosperi e sicuri. Ma per fare ciò occorre coerenza, serietà e dobbiamo, in conclusione, aderire agli impegni che l'Italia ha assunto in sede internazionale. Con questa mozione non facciamo grandi passi in avanti.
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