REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VII n° 5 MAGGIO 2011 FATTI & OPINIONI


Dal resoconto stenografico in corso di seduta
Antonio Di Pietro. (IDV). Mozioni “Libia”, dichiarazioni di voto
Camera dei deputati. Seduta n. 471 di mercoledì 4 maggio 2011


Signor Presidente, signori del Governo, colleghi parlamentari - è vero - la nostra mozione è diversa dalle altre perché l'Italia dei Valori chiede che il nostro Paese, l'Italia, non partecipi alla guerra in Libia. Tuttavia, prima di andare oltre, vorrei fare una premessa. Riteniamo, noi dell'Italia dei Valori, che la questione sia troppo importante, che il problema sia troppo serio per farne una polemica inutile e strumentale e pertanto, in via preliminare, vogliamo dichiarare che rispettiamo anche le altre mozioni, perché pensiamo che anche esse - come la nostra - siano tutte mosse dal comune desiderio di andare incontro alle sofferenze del popolo libico e di garantire la democrazia anche nel nostro Paese, nell'Unione europea.

Ho voluto fare questa premessa perché ciò che ci differenzia è la strategia da usare per portare la pace nel mondo e per evitare che succedano queste tragedie. Semmai ci dispiace che questa comune visione di andare incontro alle sofferenze del popolo libico la si riscontri solo ora - a dramma avvenuto - e non si sia riscontrata, ad esempio, quando vi è stata la tragicommedia del trattato di amicizia Italia-Libia che solo noi - mi pare - insieme all'UdC e a qualche altra forza politica abbiamo contestato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)...

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Gli altri no?

ANTONIO DI PIETRO....e che invece, con leggerezza estrema, è stato approvato da questo Parlamento.

Non può certo confortarci il fatto che anche altri Paesi si siano comportati in questo modo con la Libia perché - diciamo la verità - la tragicommedia italiana è stata una tragicommedia mondiale, visto che Gheddafi è stato considerato come un portatore di diritti umani nel Medio Oriente anche dalle Nazioni Unite. Semmai ci preoccupa il cinismo dei governanti di tutto il mondo, che pensano di affrontare i problemi, di volta in volta, portando la guerra da una parte e dall'altra.

Per questo noi, pur rispettando le altre mozioni, le riteniamo sbagliate perché non affrontano il problema né sul fronte formale, né su quello sostanziale. Noi riteniamo, sul piano sostanziale, che con le azioni di guerra non si possa perseguire la pace, né si possa arrivare ad una pace duratura (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lo riteniamo perché ci crediamo, non perché si tratta di una storia strumentale. Lo ripeto: rispettiamo anche le vostre mozioni, ma le riteniamo sbagliate nel merito.

Riteniamo che una cosa sia un'azione di guerra, altra cosa sia un'azione antiterrorismo e che le modalità, con le quali si è posto fine a Bin Laden dimostrano che con l'intelligence, con l'intelligenza operativa e con le azioni antiterrorismo si debba perseguire il male e il terrorismo, non con azioni a vasto raggio, con le quali si colpisce tutto il popolo, senza sapere dove si colpisce e cosa si colpisce. Diciamo la verità: in quest'Aula, in questo Parlamento vogliamo colpire Gheddafi? Lanciando una bomba, che voi chiamate intelligente, senza sapere dove vada a finire, abbiamo ammazzato tre nipoti di Gheddafi: uno di dieci mesi, uno di due anni e uno di quattro anni. Questa è giustizia? Questa è lotta al terrorismo?

Noi riteniamo nel merito che sia sbagliato cercare la pace attraverso la guerra. Cosa facciamo? Crediamo davvero che con la lotta al terrorismo attraverso azioni di guerra risolviamo il problema sempre e per sempre? Ci sarà invece una recrudescenza, come tutti gli indicatori stanno dimostrando: l'altro ieri in Iraq, ieri in Afghanistan, oggi in Libia. Domani potrebbe accadere in Siria, dopodomani nello Yemen e in tutti gli altri posti in cui c'è un dittatore o una guerra civile. Non possiamo tornare a fare le crociate, ma dobbiamo essere portatori - noi dell'Italia, che ci troviamo al centro del Mediterraneo - di una nuova missione e di un nuovo spirito di pace.

Per questa ragione, noi abbiamo voluto questa mozione, dalla quale - ci è stato detto dal Presidente - forse dovrà essere cancellata una riga. Tuttavia si tratta di una riga essenziale, che rende la differenza tra partecipare alla guerra, da parte dell'Italia contro la Libia, o non parteciparvi.

Che senso ha raccontare ipocritamente che mettiamo una data o che non vogliamo la guerra e poi armarci e andare a fare la guerra? Questa è ipocrisia allo stato puro: diciamola tutta. L'Italia è scesa in guerra e allora mi permetta di dire una cosa, signor Presidente.

L'Italia scendendo in guerra ha commesso una serie di violazioni: in primo luogo ha mistificato la realtà perché di guerra si tratta, è un'azione di guerra, non è un'azione di polizia soprattutto non è un'azione umanitaria, chiamatela come vi pare ma serve solo per addormentare le coscienze. È un'azione di guerra e per questo è un'azione illegale per due ragioni, una formale e una sostanziale.

L'articolo 78 della Costituzione prevede che «le Camere deliberano lo stato di guerra e conferiscono al Governo i poteri necessari», questo dice l'articolo 78 della Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) e invece il Governo si è preso i poteri da sé come nell'antico medioevo faceva il principe e alla Camera ha dato una comunicazione. Oggi stiamo discutendo delle mozioni ipocrite violando l'articolo 78; assumiamoci le nostre responsabilità, deliberate lo stato di guerra (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) e assumetevi le vostre responsabilità.

Sul piano sostanziale vorrei ricordare che l'articolo 11 della Costituzione impone al primo comma che «l'Italia ripudia la guerra», il termine «ripudiare» non è un termine solo di illegalità, è un termine morale, etico, di scelta per il futuro. La guerra è da ripudiare. Certo conosciamo bene il secondo comma che prevede che «in condizioni di parità con gli altri Stati» l'Italia consente «alle limitazioni di sovranità necessarie», ma proprio su questo vi vogliamo sfidare, andiamo a vedere cosa ha fatto l'ONU, o meglio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che è composto da quindici membri di cui soltanto dieci Paesi hanno votato a favore della guerra in Libia e fra questi dieci Paesi solo cinque hanno deliberato di procedere con tutti i mezzi necessari. Quindi l'Italia aveva ed ha tutte le buone ragioni per scegliere di non schierarsi con i cinque Paesi guerrafondai ma scegliere di mettersi dalla parte di tutti gli altri Paesi delle Nazioni Unite che pur avendo questo obbligo non hanno scelto di fare guerra in Libia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Ricordatevi che fra le nazioni che hanno rinunciato a partecipare a questi mezzi persuasivi e necessari ci sono non solo la Russia e la Cina ma anche la Germania, il Brasile, l'India. Insomma, avevamo ed abbiamo la possibilità di limitare il nostro intervento in Libia alla tutela dei civili dando il nostro permesso alla no fly zone. Perché dobbiamo andare oltre? Perché dobbiamo prevedere un'azione di violenza senza sapere dove si va a finire? Ed ancora, diciamola tutta, se c'era e c'è un Paese a cui dovrebbe suonare inopportuno ed ingiusto andare in Libia siamo proprio noi, ci siamo già andati una volta e li abbiamo già massacrati una volta, credo che basti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Credo che bastino le violenze che abbiamo commesso.

È una guerra ripeto che viola anche sul piano prettamente formale, signor Presidente, l'articolo 4 del trattato Italia-Libia e non venite a raccontarmi che è implicitamente abrogato. In quest'Aula abbiamo approvato un trattato di amicizia che all'articolo 4 dice espressamente che «l'Italia non userà, né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia». Noi abbiamo votato contro, ma voi avete votato a favore e state violando la legge che avete votato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Cosa voglio dire con questo? Non è una norma implicitamente abrogata, è una norma esistente che dobbiamo abrogare. Allora in questo momento chiedo che si ponga all'ordine del giorno l'abrogazione di questa legge, perché altrimenti ancora una volta riteniamo che siamo allo stato di ipocrisia pura.

Signor Presidente, tornando alla sostanza del problema, l'Italia dei Valori rispetta le altre mozioni, non siamo venuti in Aula per fare critiche. Oggi non mi potrà dire che mi sono messo ad attaccare o ad offendere il Governo, non mi potrà dire che mi sono messo a fare il bastian contrario a tutti i costi. So bene che è una questione drammatica per il Paese e per il mondo intero, ma so bene che la scelta di questi ultimi anni di utilizzare lo strumento della guerra come risoluzione dei conflitti è sbagliata, medievale, rischiosissima, che non risolve i problemi né del mondo né del terrorismo.

Insomma, e concludo, vite umane, soldi e tempo buttati via senza arrivare a nulla, come sta succedendo adesso in Afghanistan, e chiedo soprattutto perché accettare questa ipocrisia che la maggioranza ha voluto di una mozione che dice tutto e il contrario di tutto, che serve soltanto a mettere a tacere le coscienze, a disinformare i cittadini e a fare «marchetta» elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)? Noi rinunciamo a tutto questo, ma chiediamo a questo Parlamento che informi i cittadini che si sta giocando sulla pelle e sulla vita di milioni di persone, non solo di coloro che sono in Libia ma anche delle nostre.

Perché poi queste persone non ce le manderanno a dire, verranno qui a chiedere giustizia. E giustizia vuole - e concludo - che oggi, prima di approvare queste mozioni, ci pensiate due volte, perché noi chiediamo solo e semplicemente di non partecipare alla guerra in Libia e di rilanciare l'Italia come Paese della pace e non del pacifismo fine a se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni<(i>)

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