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 Anno VII n° 5 MAGGIO 2011    -   FATTI & OPINIONI


Dal resoconto stenografico in corso di seduta
Pier Luigi Bersani. (PD) Mozioni “Libia”, dichiarazioni di voto
Camera dei deputati. Seduta n. 471 di mercoledì 4 maggio 2011


Signor Presidente, vorrei rivolgere una domanda molto semplice alla maggioranza e al Governo: volete dirci a che cosa è servita precisamente questa pantomima che si è aperta tra la Lega e PdL che ha occupato per giorni e giorni giornali e telegiornali e che oggi ci porta qui in Parlamento? A che cosa è servita precisamente? Da domani che cosa cambia, signor Ministro della difesa? Lei domani darà diverse disposizioni alle nostre Forze armate? Dalla mozione si direbbe di no, dalle parole di Reguzzoni si direbbe di sì (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E il Ministro degli affari esteri quali diverse disposizioni darà alla nostra diplomazia e che cosa dirà domani alla signora Clinton?

Chiederete la data? Vi hanno già risposto stupefatti e lei stesso, Ministro, ha risposto a Reguzzoni: non esiste.

Chiederete di non fare occupazioni in terra? Vi diranno stupefatti: ma lo dice l'ONU. E forse vi chiederanno, loro: ma insomma, voi italiani intendete prendere per mano i missili e accompagnarli, ma non lanciarli? E voi risponderete: no, la risoluzione non dice questo. Infatti non dice questo. E poi vi chiederanno: ma insomma, al dunque, volete smettere da soli, sì o no? E voi, credo, direte: no, la risoluzione non dice questo.

Allora, a questo punto forse qualcuno vi dirà: fino a qualche anno fa l'Italia era un Paese serio. Dall'Iraq se ne andò perché quell'operazione non aveva copertura internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), in Kosovo e in Libano andò e portò la pace, quando l'Italia era un Paese serio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Allora vediamo di che cosa parla precisamente questa vostra risoluzione: di tasse. Prendete l'impegno a non aumentare le tasse e questa è una buona notizia detta da chi le ha solo fatte aumentare, a livello locale e a livello nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori). Dite: non aumenteremo la benzina. E cosa volete fare di più? Quest'anno incasserete, mal contati, un miliardo in più di euro presi dalle tasche degli italiani sulla benzina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico): la benzina sì, ma l'accorpamento delle elezioni amministrative con i referendum - 300 milioni di euro - no (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Italia dei Valori).

E poi di cosa parlate? Parlate di immigrazione e parlate, ecco qua, nella risoluzione sulla Libia, della sentenza della Corte di giustizia contro il reato di immigrazione clandestina. È una sentenza che non vi è piaciuta e la mettete qui dentro. Ma allora perché non ci mettete anche le quote latte, i giudici comunisti, le elezioni di Milano, poi la mandate all'ONU e vediamo cosa dice l'ONU su queste cose (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia).

Con questa vergognosa sceneggiata voi date un altro colpo alla credibilità dell'Italia, perché in realtà domani non cambia niente. Solo una cosa cambia: abbiamo fatto un altro scalino in basso nella nostra credibilità, verso gli alleati e verso le popolazioni della Libia che aspettano la libertà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia).

Chi siamo noi visti da fuori? Guardiamoci da fuori. Ha ragione Casini e gli altri che sono intervenuti: visti da fuori, noi siamo quelli che gli hanno baciato la mano, che non lo disturbavano per telefono, che si specializzavano sulle nipoti dei rais per salvarle dalle questure. Siamo quelli che sono stati zitti al vertice di Parigi, dove - lì sì! - si doveva dire: ci siamo a queste nostre condizioni, con queste nostre idee, perché essere leali con un'alleanza non vuol mai dire essere subalterni, neanche ad un'alleanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Quindi è l'insieme di queste vicende, unite ad altre, perché non dimentichiamocele: sento parlare di aiutarli a casa propria. Reguzzoni, ma lo sai che noi in tutto il mondo abbiamo perso punti incredibili per avere quasi azzerato i fondi della cooperazione allo sviluppo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Lo sa che dobbiamo vergognarci in tutti i consessi internazionali perché non paghiamo i debiti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

E per tacere d'altro: incontri bilaterali. Stendiamo un velo di silenzio su questo «bilaterale» sulla Francia. Mettiamo un velo di silenzio a tutta questa vicenda, dalla morte di quel povero ragazzo, Mohamed Bouazizi, bruciato, che si è dato fuoco e che ha dato il via ad una rivolta di libertà di quei popoli.

Non dimentichiamocelo. Da quel momento, abbiamo avuto una catastrofe diplomatica del nostro Paese, che non so quanto tempo ci vorrà per rimontare; una catastrofe diplomatica, perché la credibilità ce l'hai, se hai una posizione lineare. Lineare! L'Italia non può sottrarsi alle sue responsabilità, deve essere all'altezza di queste responsabilità e mettersi a disposizione delle risoluzioni delle Nazioni Unite, nei ristretti termini di quelle risoluzioni; deve impedire, anche con lo strumento militare, che Gheddafi massacri il suo popolo in rivolta. Non più di questo e non meno di questo.

E questo deve portare il più rapidamente possibile ad un passaggio alla fase politica e diplomatica. Ecco qua il ruolo dell'Italia: in Afghanistan, in Libia, essere fedeli ai mandati internazionali dell'ONU ed essere leali con gli Alleati, ma avere una propria strategia per accelerare le soluzioni politiche e diplomatiche con proprie idee e proprie iniziative. Questo deve essere l'Italia in tali contesti: fedele, sì, alla Costituzione, che vuole la pace e riconosce la sovranità legittima delle organizzazioni internazionali, anche per l'uso della forza a fini di legalità e di pace. Chi ha dubbi su questo, faccia attenzione, perché dovremmo ancora arrossire tutti quanti per quello che è successo negli anni che abbiamo alle spalle. Chi si è dimenticato il Ruanda? Chi si è dimenticato Srebrenica? Si pecca anche per omissione! Si pecca anche per omissione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Italia dei Valori)!

Anche per l'Afghanistan la pensiamo così. Avremmo voluto che Osama Bin Laden, un massacratore di innocenti in ogni parte del mondo, fomentatore della guerra di civiltà, fosse arrestato e giudicato. La sua morte, oggi, per noi, deve suggerire - mentre la guardia resta alzata contro il terrorismo - di provare a dare forza a una soluzione politica in Afghanistan, secondo linee e proposte che devono essere discusse con gli Alleati e nelle quali ci piacerebbe che avesse un ruolo l'Italia. Questo è quanto, signor Presidente, sul punto in oggetto.

Tuttavia, voglio concludere con una riflessione finale che riguarda la dignità di questo Parlamento. È ora di dirlo chiaramente. Governo e maggioranza fanno così: «spengono» il Parlamento per lunghe settimane e lo «accendono» solo per le proprie esigenze politiche di propaganda e per esigenze personali del Presidente del Consiglio, senza rapporto alcuno con i problemi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Qualche settimana fa abbiamo passato giorni e notti su processi lunghi, processi brevi e processi su misura. Nei giorni scorsi abbiamo scoperto l'urgenza che il Parlamento intervenisse a piedi giunti tra la vita e la morte dei cittadini italiani. Oggi il Parlamento deve stare qui, prima, come abbiamo fatto, a tentare - naturalmente su vostra iniziativa - di «scippare» il referendum sul nucleare e adesso siamo chiamati qui a comporre un conflitto internazionale tra Arcore e via Bellerio. Perché di questo abbiamo parlato qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

E vedrete cosa arriverà nei prossimi giorni: siccome ci sono le elezioni amministrative, vuoi che non arrivi una frustata all'economia? A costo zero! Arriva! Sarà «la quindicesima frustata» (questa è una citazione raffinata dei New Dada), ma l'economia non se ne è ancora accorta.

PRESIDENTE. Onorevole Bersani, la invito a concludere.

PIER LUIGI BERSANI. Abbiamo problemi grossi come una casa: il lavoro, la precarietà, i redditi, piccole imprese che saltano perché hanno troppi debiti, non riescono a pagare il fisco e hanno poco lavoro. Abbiamo 40 miliardi di euro di manovra davanti, che voi avete scritto nei vostri documenti, e qui non si riesce a parlarne. Qui parliamo dei problemi vostri. Non può andare avanti così.

PRESIDENTE. Onorevole Bersani, deve concludere.

PIER LUIGI BERSANI. Con dei cerotti e delle aspirine, la vostra crisi politica non si risolverà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l'Italia - Congratulazioni)!



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