REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VII n° 5 MAGGIO 2011 EVENTI


Mostra antologica a cura di Piero Del Giudice
Brunivo Buttarelli, “Cio’ che rimane del tempo”. Sculture 1992-2011
A Milano, dal 10 maggio al 10 giugno 2011


Brunivo Buttarelli, Sarò madre, 2007, marmo, legno, 63x55 cm
Brunivo Buttarelli è al tempo stesso un outsider e una presenza forte nel non esaltante panorama della scultura italiana.

Docente prima di tecniche pittoriche applicate, scultore scenografo del Teatro Regio di Parma, dal 1991 si dedica con crescente esclusiva passione alla scultura. La sua preistoria artigianale fa capo agli anni dell’adolescenza passati nella bottega del padre falegname.

Il suo retroterra culturale è la grande stagione informale e materica degli anni Cinquanta. Maestri di riferimento Leoncillo e Burri, l’opera fondata sulle materie prime e spurie (plastiche, jute, ferri, legni), Fontana e Tàpies, Scanavino e Tavernari. Infine Joseph Beuys, suo modello. Come Beuys, Buttarelli fonda le sue installazioni sul legno, ceppi e tronchi d’albero.

Il pioppo è il legno-base delle sue sculture. Lo raccoglie lungo i fossati: tronchi di alberi caduti o quelli di bosco ceduo. Pioppo, ferro, marmo, materie dell’alba dell’umanità. Le indagini e le interrogazioni sulla materia prendono un forte profilo originale - con esiti artistici imponenti, avventurosi e straordinari - quando Buttarelli incrocia la propria ricerca con l’archeologia e la paleontologia.

Fuga nel tempo e rappresentazione di un Tempo che regge e governa i passaggi della Storia, riduce in prossimità del nulla l’azione dell’uomo - il tempo storico. L’opera allora evoca specie scomparse e il loro habitat, scopre con l’affioramento dei resti paleontologici la dimensione di un tempo di Natura che divora le atrocità del tempo storico. Tuttavia - in queste sculture - la pietra, il marmo, il legno, il ferro sono sia materie in natura che materiali del lavoro e dell’habitat nelle prime organizzazioni sociali.

Brunivo Buttarelli, Melograno, 2010, legno, marmo, 28x34x30 cm
E’ il mondo come mondo contadino, teatro di una organizzazione sociale primordiale, epoca dello scambio lavoro-Natura. Così attuale nel tempo della crisi - quando risorse e tecnologia marcano limiti – e l’umanità appare nella sua nuda organizzazione, nelle sue epocali trasformazioni e trasferimenti: tela jeans e pane senza lievito, fuoco di accampamento e zainetto del migrante. Infine quest’opera è passione di una natura aggredita e ferita dall’uomo, opera ansiosa per il degrado e le violenze subite, monumento civile in difesa dell’ambiente, allarme per una catastrofe possibile futura.

Il lavoro di Brunivo Buttarelli, ha una grande forza espressiva e muove da un immaginario apocalittico, le sue sculture - ungulati, carcasse di “balene bianche”, leviatani giganteschi - sono fortemente evocative di una vita dei primordi, resti geologici, in qualche misura i calchi delle specie scomparse che abitavano una Terra incontaminata, un Tempo del Sacro ormai scomparso.

Brunivo Buttarelli, “Cio’ Che Rimane Del Tempo”
Sculture 1992-2011 -antologica a cura di Piero Del Giudice
Milano , Galleria Ostrakon, via Pastrengo 15
10 maggio – 10 giugno 2011

inaugurazione martedì 10 maggio 2011
Ore 18.00: incontro alla galleria Ostrakon, via Pastrengo 15, trasferimenti con navetta al ) Teatro Verdi, Parco di Villa Hanau in via Guerzoni (interventi e rinfresco)

Ore 19.00: concerto del “Quartetto Indaco” Wolfgang Amadeus Mozart Streichquintett K516, Eleonora Matsuno (primo violino), Jamiang Santi (secondo violino), Andrei Arabagiu (viola), Naomi Berrill (violoncello), Abner Colombo (seconda viola)

Orari: da Martedì a Sabato ore 15.30 - 19.30

tel. 3312565640
, dorino.iemmi@fastwebnet.it

Con il patrocinio di:
Comune di Milano
Consiglio di Zona 9 - Milano

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