Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, oggi abbiamo la conferma che per lei il tempo non passa. Il 29 settembre dello scorso anno, ben nove mesi fa, è venuto in quest'Aula a chiedere la fiducia alla Camera dei deputati, dicendo che si impegnava su cinque punti, gli stessi di oggi: il federalismo fiscale, la riforma del fisco, la riforma della giustizia, immigrazione e sicurezza e il Piano per il sud. Disse anche che avrebbe risolto questi cinque problemi e li avrebbe affrontati in maniera definitiva in cinque settimane, nei cinque successivi Consigli dei Ministri.
Sono passati nove mesi e lei è tornato, oggi, a riproporci lo stesso programma del 29 settembre scorso. Eppure l'ISTAT in questi nove mesi ci ha detto, nell'ultima relazione, che l'Italia è cambiata, che si sono persi 500 mila posti di lavoro tra i giovani, che 800 mila donne hanno dovuto lasciare il posto di lavoro per affrontare la gravidanza, non potevano affrontarla da donne madri e lavoratrici. Lei, dopo nove mesi, ci ripropone la stessa ricetta, dando prova e conferma della paralisi del Governo che presiede. Gli elettori hanno capito che c'è la paralisi del Governo e lo hanno capito così bene che hanno dato due segnali non equivoci, prima alle elezioni amministrative e poi con la massiccia partecipazione alle consultazioni referendarie.
Oggi ci ha anche detto che, grazie a dei volenterosi, il 14 dicembre ha scongiurato una manovra di palazzo. Vede, signor Presidente del Consiglio, il 14 dicembre è stata fatta una manovra di palazzo, perché è stato fatto un «autoribaltone» per dar vita ad un Governo che oggi si regge grazie al voto determinante, come si è notato ieri, di tredici deputati eletti nelle file dell'opposizione, nell'Unione di Centro, nell'Italia dei valori e nel Partito Democratico. Il suo non è più un Governo espressione della maggioranza elettorale del 2008, come lei ha detto, ma il suo, oggi, è legittimamente, come prevedono le nostre norme, un Governo parlamentare sostenuto in maniera evidente e determinante da eletti dall'opposizione.
Lei, oggi, è qui per questo, è qui perché è cambiata la formula del suo Governo. Il Presidente della Repubblica le ha chiesto di venire a spiegare al Parlamento che il suo Governo si regge su eletti dell'opposizione e non più sulle scelte degli elettori del 2008. Lei ha fatto un «autoribaltone» e la prego, signor Presidente del Consiglio, non confonda la libertà dal vincolo di mandato, che tutti abbiamo in quest'Aula, come prevede la Costituzione, e non metta sullo stesso piano chi lascia il posto di Ministro, lo stipendio di Ministro, l'auto di rappresentanza e gli onori da Ministro, i dipendenti che ha un Ministro per andare all'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Unione di Centro per il Terzo Polo e Partito Democratico) perché crede in alcune questioni programmatiche con chi invece, in base alla propria libertà di mandato, sceglie di venire a sostenerla in cambio dello stipendio di Ministro, dell'auto di Ministro e di tutto quello che ne consegue.
Dal punto di vista morale e dell'etica politica sono due cose completamente diverse (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Italia dei Valori). Da una parte è libertà di mandato, dall'altra è volontà di poltrone, sono due passaggi che sono spinti da differenti logiche.
E tutto questo è accaduto perché vi siete rifiutati di ascoltare quello che qualcuno come noi aveva detto con insistenza. Un anno e mezzo fa avevamo previsto quello che stava accadendo nel Paese anche dal punto di vista economico-sociale, e lo avevamo denunciato. Avevamo detto che il PdL così com'era non poteva funzionare. Oggi lo dite voi e convocate il consiglio nazionale la prossima settimana per porre rimedio, un anno e mezzo dopo, quando i buoi già sono usciti dalla stalla. Avevamo detto che i conti pubblici andavano, si, fatti quadrare con il rigore di bilancio, ma il rigore deve avere poi anche lo sviluppo. Avevamo chiesto gli stati generali dell'economia, quelli che oggi tutti chiedono perché sanno che c'è bisogno di una riflessione profonda per quanto riguarda l'Italia, il problema economico, il problema del lavoro. Abbiamo due milioni di giovani definiti «NEET»: si alzano la mattina, signor Presidente del Consiglio, non studiano, non lavorano e non fanno formazione; sono due milioni e hanno meno di trenta anni. Noi vogliamo rispondere a questi soggetti.
Avevamo detto che l'appiattimento sulla Lega avrebbe portato a quello che è successo a Milano. Quando si fa la campagna elettorale con lo spauracchio di zingaropoli, come vi ha insegnato la Lega, si finisce con l'ottenere quei risultati da parte dell'elettorato moderato. Devo dire che del suo intervento mi è piaciuto molto un passaggio, un passaggio molto bello in riferimento al Partito Popolare Europeo. Detto da lei è un po' come sentire la canzone di Gianna Nannini quando dice «bello e impossibile». Perché oggi il suo partito, signor Presidente del Consiglio è antropologicamente distinto e distante, quanto meno nei toni e nei modi di fare e negli argomenti che tratta, dal Partito Popolare Europeo. Il Partito Popolare Europeo non espelle i dissidenti, il Partito Popolare Europeo è europeista e occidentale (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia), non bacia la mano a Gheddafi, non abbraccia Putin, non dice che Lukashenko è amato dal suo popolo grazie al fatto che ha il 94 per cento. L'avviso, signor Presidente del Consiglio: è al 94 per cento perché gli altri sono in galera, non perché hanno scelto, cioè gli altri, quelli che volevano votare sono in carcere, perciò è al 94 per cento. Lo stesso discorso vale per Ben Alì e per Mubarak. Il Partito Popolare Europeo non fa questo.
A Mirabello, nel settembre dello scorso anno, le proponemmo un patto di legislatura sui cinque temi che oggi lei ci ha riproposto. Lei disse che non c'era bisogno del patto di legislatura, ma come sarebbe bello per lei oggi poter tornare a quel giorno ed accettare quella proposta ed avere una maggioranza ampia, un Governo solido, la possibilità di governare gli interessi degli italiani. A dicembre scorso, a Bastia Umbra, Futuro e Libertà le propose di allargare la maggioranza a tutti coloro che sono nel PPE, di allargare anche agli amici dell'UdC. Oggi lei li rincorre dopo aver detto allora che non si poteva fare, non si poteva costruire una nuova maggioranza, un nuovo Governo. E oggi le porte sono chiuse per quanto ci riguarda, le porte sono chiuse perché le hanno chiuse gli italiani, non perché le chiude lo scacchiere politico.
Gli italiani hanno fatto una scelta. Noi le abbiamo provate tutte per evitare questo crollo del suo programma di Governo, delle ambizioni che il suo intervento in politica aveva portato in tanti moderati. Le abbiamo provate tutte, ma non ci siamo riusciti. Lei ha scelto la strada del partito padronale, ha scelto la strada dell'economia senza sviluppo e senza finanziamento all'impresa e al lavoro per i giovani, lei ha scelto la strada dell'appiattimento sulla Lega. Noi abbiamo tentato tutto e non ci siamo riusciti. Oggi riteniamo che si arrivato il momento di far parlare gli italiani.
Lei vuole andare avanti con l'accanimento terapeutico del suo Governo grazie agli eletti all'opposizione. Lo faccia, lo faccia pure. Può anche aumentare per ragioni pensionistiche di qualche deputato il numero di chi le dà la fiducia. Il problema è che mentre lei aumenta i deputati che le danno la fiducia alla ricerca della pensione aumentano i disoccupati di questo Paese, aumenta il deficit di questo Paese, aumentano i dati negativi sulla produzione industriale e sull'economia. L'Italia ha bisogno di fatti e non più di parole (dal 29 settembre ad oggi sono anche le stesse parole); l'Italia ha bisogno di un piano per il lavoro, soprattutto per i giovani, di una legge che preveda che un contratto di primo impiego. Nel caso di giovani che entrano con il primo impiego per tre anni i datori di lavoro che li assumono non pagano nessun onere, nessuna tassa, nessun contributo. Diamo spazio a questi giovani, tiriamoli fuori dalle case in cui vivono in depressione.
Dobbiamo riformare gli ammortizzatori sociali: basta pagare Cassa integrazione a gente che poi svolge un doppio lavoro.
Diamo quei soldi alle imprese che assumono, che prendono un lavoratore che ha perso il proprio posto di lavoro, per convertirlo lavorativamente, per formarlo, per farlo rientrare nel mercato del lavoro. Rivediamo il welfare, facciamo in modo che chi guadagna di meno abbia più tutele e chi guadagna di più abbia meno tutele e non il contrario come è adesso che non è equo. Guadagni di meno e hai anche meno tutele e cioè non è possibile. Non ci ha parlato della manovra, signor Presidente del Consiglio: dove intende trovare 40 miliardi di euro? Lo spieghi agli italiani, perché l'unico modo è andarglieli a prendere nelle loro tasche. Deve fare la riforma del fisco. Questa l'abbiamo sentita; erano due aliquote nel 1994 (23 e 33 per cento), oggi ci parla di tre aliquote a costo zero. Mi permetto di spiegare agli italiani che ci ascoltano che significa tre aliquote a costo zero. Significa che il marito che fa l'impiegato pagherà cento euro di più, la moglie che fa l'insegnante pagherà cento euro di meno e la famiglia vivrà con gli stessi soldi. Ma voi avrete fatto il gioco delle tre aliquote che, detta bene, a Napoli, si chiama il gioco delle tre carte (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo). Non esiste una riforma del fisco a costo zero. Esiste una sola riforma del fisco, signor Presidente del Consiglio: la riduzione delle tasse. E le tasse si riducono aumentando la base imponibile e diminuendo le aliquote. Questo si fa finanziandolo, tagliando la spesa pubblica improduttiva ed evitando i tagli lineari. E concludo sui tagli lineari: l'abbiamo detto per anni che non potevamo andare avanti. Quest'anno lei deve risparmiare il 7 per cento. Se lei taglia il 7 per cento alla rianimazione neonatale del Bambin Gesù commette un reato, se taglia solo il 7 per cento alle auto blu, commette lo stesso un reato. Deve tagliare il 20 per cento alle auto blu e dare il 3 per cento in più...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Bocchino.
ITALO BOCCHINO. ... alla rianimazione neonatale di un ospedale pediatrico. È questo che noi vogliamo che si faccia. Dal Paese si è alzato recentemente un grido di allarme per quello che sta accadendo in Italia. Dire le stesse cose di nove mesi fa è come se nulla fosse accaduto. Noi non vogliamo più partecipare a questo che sì è un teatrino della politica (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Unione di Centro per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l'Italia).
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