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Pier Ferdinando Casini (UDC). Dichiarazione sull’ Informativa di Berlusconi sulla composizione del Governo

Camera dei Deputati - Dal Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 490 di mercoledì 22 giugno 2011


Signor Presidente, oggi 500 mila ragazzi hanno iniziato gli esami di maturità. Lei, dopo tre anni, si è presentato qui in Parlamento come fosse il primo giorno di scuola. D'altronde, se lo dice Bossi che aspetta i fatti dopo le parole, figuriamoci che cosa potremmo dire noi. Sono passati tre anni: promesse, chiacchiere, le tasse non sono diminuite, ma complessivamente aumentate. Si preannunciano riunioni mensili del CIPE, ma tutti sanno che il Piano infrastrutturale in Italia è bloccato e lo denunciano le associazioni dei piccoli, medi e grandi imprenditori italiani. Per mesi,abbiamo chiesto la revisione dei Patti di stabilità per i comuni virtuosi e la risposta è stata quella di dare risorse a fondo perduto ai comuni dissestati. Ieri, l'Autorità antitrust ci ha spiegato che, in Italia, il processo riformatore è fermo perché le liberalizzazioni sono uscite dall'agenda della politica. Il Piano per il sud è una chimera e, intanto, i soldi del FAS continuano ad essere utilizzati per interventi tampone che nulla hanno a che fare con il Mezzogiorno. Il Paese continua a non crescere ed il debito ad aumentare. Basta un dato per tutti: quando siete andati al Governo, nel 2008, il rapporto debito/PIL era al 106,1 per cento, mentre oggi è al 120 per cento.

Si è affrontata la crisi, come ha detto l'onorevole Bocchino, con i tagli lineari che sono segno della mancanza di una regia politica. Si taglia tutti allo stesso modo e si rinuncia a colpire chi deve essere colpito, cioè gli sprechi. Si taglia su carabinieri e polizia, su scuole e ricerca, cioè sul futuro dei nostri figli, ma ci guardiamo bene dal toccare le province delle quali è stata promessa l'abolizione durante la campagna elettorale (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo e Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Oggi siamo impiccati per settimane sulla grande questione dei Ministeri al nord come se al nord non chiedessero meno burocrazia e non trasferimento di burocrazia. E lasciamo perdere, per carità di patria, perché queste sono disgrazie su cui non si può speculare, il terremoto dell'Aquila e i rifiuti di Napoli. Questi due drammi incombono e per chissà quanto ancora sulla comunità nazionale.

Per mesi vi abbiamo spiegato che il reato di immigrazione clandestina era una sciocchezza. Avrebbe intasato i tribunali, sarebbe stato respinto a livello europeo. Puntualmente si è verificato tutto. Le ronde sono state presentate come la soluzione magica per combattere le criminalità: naturalmente in Italia non se ne è fatta una di ronda. Certo ci sono successi contro la criminalità e noi siamo fieri di aver sostenuto in Parlamento i progetti di Alfano e di Maroni contro la criminalità, approvati con voto unanime dell'Aula e vorrei che si dicesse un grazie ai magistrati, polizia e carabinieri che hanno consentito che questi risultati venissero ottenuti (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e di deputati del Popolo della Libertà). Sulla situazione internazionale mi avvalgo della facoltà di non insistere perché le piroette della maggioranza sulla Libia sono state emblema della mancanza di serietà e il fatto che si discuta nella maggioranza, utilizzando le missioni di pace per un regolamento di conti interni, è il segno di totale irresponsabilità politica. Certo, i tagli lineari hanno consentito di tenere i conti pubblici sotto un parziale controllo. Avete fatto bene ad aumentare le risorse per gli ammortizzatori sociali e tutti questi provvedimenti li abbiamo sempre riconosciuti perché c'è in Parlamento chi, quando il Governo fa una cosa giusta, lo riconosce ma purtroppo oggi non può che dissentire sulla premessa del discorso del Presidente del Consiglio. Voi non avete ben governato, voi avete galleggiato tra annunci, promesse, errori, rimpasti di Ministeri, alimentando peraltro quei conflitti istituzionali che lei oggi, fiutando l'aria, ha prudentemente riposto nel cassetto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

Noi siamo contenti, lo condividiamo, siamo contenti per l'elogio al Capo dello Stato, ma non siamo noi ad aver alimentato i conflitti istituzionali scagliandoci di volta in volta contro la magistratura, contro il CSM, contro la Corte Costituzionale classificandosi come nemici (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

Onorevoli colleghi, il Governo Berlusconi ha la maggioranza. È vero, avete la maggioranza ma non c'è il Governo. Ed è una sciagura affrontare le intemperie della crisi economica internazionale, come lei ha detto, senza Governo. Non c'è alternativa, non c'è, onorevole Di Pietro, non perché non la convoca l'onorevole Bersani. Non c'è perché è fallito questo bipolarismo e la soluzione non è aggiungere un posto a tavola o vagheggiare improbabili allargamenti della maggioranza. Il Terzo polo non nasce per aggiungersi ma per cambiare, per pacificare e ricostruire insieme l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia).

Lei, signor Presidente, può trovare qualche parlamentare disponibile ad atti di trasformismo per avere in cambio qualche poltrona ministeriale, ma non può pensare che forze politiche serie, che hanno affrontato il giudizio degli elettori, accettino appelli che al di là della cortesia appaiono ipocriti. È lei, non io, che ha spiegato nei mesi scorsi che finalmente liberatosi dalla zavorra di Casini e dell'UdC avrebbe realizzato il sogno degli italiani. È lei che ha costruito un partito fondandolo sul culto della sua personalità ed espellendo coloro che dissentivano. Come può pensare lei di essere credibile per fare un appello all'unità dei moderati (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia e di deputati del Partito Democratico)?

Lei, onorevole Presidente, dovrebbe riflettere bene su una cosa perché la battuta era buona, ma la sostanza è diversa. Lei dovrebbe riflettere: chi le chiede un passo indietro non le propone il suicidio, ma le indica forse l'unica via di salvezza per il Paese e probabilmente anche per lei. L'ostinazione nel volere rimanere a Palazzo Chigi è un po' come l'applauso che i colleghi del suo gruppo le hanno tributato oggi a fine discorso: un atto di affetto per carità, in questo senso umano e comprensibile, ma in quell'applauso trovo che ci sia un autoconvincimento come se il chiaro risultato delle elezioni e dei referendum dovesse essere esorcizzato qui dentro, nel Palazzo, quando la sua forza in tutti questi anni è stata esattamente l'opposto.

Quando lei si trovava - sono le sue parole - impantanato nel Palazzo, la sua vera forza è stata l'evocazione del popolo, esattamente quello da cui oggi rifugge, perché sa che è l'unica cosa che non può affrontare (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Partito Democratico, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia).

Ha scelto lei, onorevole Presidente, di trasformare le amministrative in un test politico, candidandosi a Milano e a Napoli. Quando l'onorevole D'Alema fece la stessa cosa, il giorno dopo se ne andò a casa dimettendosi (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Comunque noi le indichiamo una strada: lei è uno straordinario protagonista della politica, ha fatto la sua battaglia, ha diviso questo Paese, ha la maggioranza in Parlamento. Vuole continuare? In bocca al lupo. Ma noi non giochiamo di rimessa perché non ci assumiamo delle responsabilità: noi siamo responsabili, ma non siamo disponibili, perché non siamo in vendita. Noi non siamo pronti a fare cose che sarebbero atti contro natura. Noi invece siamo pronti a farne altre, perché se in questo Parlamento matura la consapevolezza di ciò che serve all'Italia, ed è quello che vi ripetiamo da tre anni, noi saremo i primi disponibili ad assumerci responsabilità.

Noi abbiamo indicato la strada, strada che è rifiutata: un Governo di responsabilità nazionale, uno sforzo per ricostruire l'Italia, per fare quelle scelte anche impopolari che sono state rinviate di legislatura in legislatura, ma che oggi è necessario fare, scelte che io temo dopo di lei anche i suoi contraddittori non riusciranno a fare se non cambia la logica della politica. Da qui può ripartire la storia italiana, se non perdiamo altro tempo per affrontare quelle questioni che non possono essere scaricate su chi verrà dopo.

Ho terminato: è emblematica l'idea di spalmare sul 2014 la manovra finanziaria, è un atto di furberia mediocre sulle spalle degli italiani. E intanto fuori di qui nasce e cresce il malessere sociale, le famiglie scivolano nella povertà e i giovani non riescono a vedere il futuro. Si alimenta l'antipolitica. Io onorevoli colleghi ho finito: sono convinto che questo clima, che travolge oggi Berlusconi e il suo fragile Governo, se non cambiamo presto le cose travolgerà anche noi e soprattutto produrrà un danno al Paese, perché non si può più vivere di demagogia, di populismo, di finte promesse e di illusioni. È il momento della verità e spero che ciascuno ne abbia consapevolezza piena e convinta (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Partito Democratico e Misto-Alleanza per l'Italia-Congratulazion).

Argomenti:   #berlusconi ,        #camera dei deputati ,        #casini ,        #governo ,        #parlamento ,        #politica ,        #udc

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