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Commento politico

Per ben due volte oggi Napolitano interviene sulla manovra finanziaria

La risposta dei partiti dell’opposizione alla richiesta di “coesione nazionale”, fatta dal Presidente della Repubblica, corre il rischio di impantanarsi sul desiderato emendamento “salva Fininvest”

Di Il Nibbio

Nel primo intervento fatto oggi alla cerimonia “Cento anni di Viminale” il Presidente Napolitano ha invitato la politica a tornare ad occuparsi dell’Italia.

    Le sue parole non hanno bisogno d’interpretazione: “Cerchiamo di dare una mano anche dal di fuori di questo Palazzo, a uno sforzo comune anche in questo campo, e che è parte integrante di un impegno che dovrebbe più che mai sprigionarsi in questo momento nel nostro Paese, nella società e nelle Istituzioni: un impegno di coesione nazionale di cui c'è indispensabile bisogno per affrontare e superare le difficili prove che già sono all'ordine del giorno”.

La risposta dei partiti di opposizione non si è fatta attendere. Casini per il terzo polo, Bersani per il PD e Di Pietro per l’IDV hanno dichiarato di essere decisi a presentare pochi emendamenti "fondamentali” comuni e a non fare opposizione dura, malgrado la manovra non piaccia a nessuno.

A stretto giro di posta il Quirnale ha risposto con una nota:

    Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha preso nota con viva soddisfazione degli annunci venuti dall'opposizione nel senso di un impegno a concorrere - con "pochi qualificati emendamenti" - a una "rapidissima approvazione" della necessaria manovra finanziaria. Ci si attende che a ciò corrisponda l’immediata disponibilità di governo e maggioranza a condurre le consultazioni indispensabili e a ricercare le convergenze opportune.

Dobbiamo per questo stare tranquilli che finalmente in Parlamento si parlerà dei problemi dell’Italia?
Credo proprio di no!
Nel PDL stanno ancora studiando il modo per reinserire la norma “salva Fininvest”, cancellata per volere di Napolitano, un’ennesima norma ad personam, ancora più indecente perché il tutto è legato alla corruzione, che vede coinvolti un ex ministro (l’avvocato Previti) e lo stesso Berlusconi.

In una sana democrazia Berlusconi dovrebbe dimettersi, invece di usare il potere per fare gli affari suoi. Se si dimettesse, anche senza manovra immediata, l’Italia tornerebbe credibile.

Argomenti:   #berlusconi ,        #bersani ,        #casini ,        #corruzione ,        #crisi economica ,        #crisi politica ,        #di pietro ,        #finanziaria ,        #napolitano ,        #politica ,        #quirinale



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