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L'inizio del lavoro. Racconto autobiografico La raccomandazione Dedicato ai giovani, perché sappiano decidere e oggi, che più difficile di ieri, non credano alle illusioni Di Giovanni Gelmini
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30 settembre 1963
Squilla il telefono, mia madre risponde. Si... glielo passo subito. Gianni è per te, l'Italcementi! Sarà la raccomandazione di mio zio per farmi assumere. Prendo la cornetta e dall'altra parte mi spiegano, infatti, che vorrebbero incontrarmi per un colloquio per una possibile assunzione. La mia risposta è precisa: Si, certo... è che domani inizio a lavorare al Laboratorio Ricerche di Bollate della Sicedison! Allora facciamo così, venga questa sera stessa alle 18. Chieda del dott.... Va bene sarò lì. Grazie ... - Com’è andata? È la prima domanda che mi pone mia madre. - Non so cosa dirti. Mi hanno fatto un lungo discorso, mi assumerebbero per il laboratori analisi qui a Bergamo... - Ci arrivi anche a piedi! E puoi venire a casa a mezzogiorno; ma domani devi presentarti a Bollate: devi partire di casa poco dopo le sei per essere là alle 8!" -Si, mi hanno detto di andare, se poi voglio loro sono pronti ad assumermi anche dopodomani... - Fosse qui tuo padre, è mai possibile che quando succedono queste cose è sempre in Sicilia o in Puglia per la vendemmia? - Sai cosa faccio, telefono ad Alfonso e gli chiedo di venire qui dopo cena che ne parliamo. … Alfonso è un mio amico, anche lui perito chimico dell'Esperia. È stato mio assistente di laboratorio quando frequentavo il terzo anno, poi siamo diventati amici per l'hobby della fotografia. Conosce molto bene la realtà del laboratorio analisi dell'Italcementi e in questi giorni sta facendo uno stage proprio nel Laboratorio ricerche di Bollate. Quindi potrà aiutarmi nella decisione. Quando arriva racconta dell'ambiente del Laboratorio di Bollate, ambiente giovane, gente con cui si lavora bene. Bergamo invece è quello che è: tutti i giorni analisi di cementi, sempre quello; certo che è vicino, comodo e tranquillo. Sono molto incerto. Bollate rappresenta il mio sogno: fare ricerca; è il risultato di una selezione. Ho ricevuto più di 30 offerte di lavoro, ho risposto solo a tre e questa per me è la prima nei miei desideri. Sono stato scelto tra molti, dopo un colloquio. Bergamo è la comodità, ma sono stato raccomandato da mio zio. Mentre sto ragionando squilla il telefono. È mio padre che chiama da Pachino. Mia madre racconta dell'accaduto poi mi dice: - Vieni che papa vuole parlarti Prendo la cornetta e sento la sua voce - Sono lontano, mi spiace, non posso aiutarti e forse non saprei neanche cosa consigliarti, ma ti dico solo che la vita è tua e devi scegliere quello che ritieni giusto per te. Ho deciso. È la mia prima occasione per valutarmi ed essere valutato per quello che sono, sono giovane e posso sopportare la fatica di andare lontano; scelgo quello che per me rappresenta il raggiungimento del mio sogno, sogno raggiunto solo con le mie forze, senza aiuti di nessuno: vado a Bollate. … A distanza di quasi cinquanta anni da allora posso dire di aver scelto giusto. La vita mi ha portato a tanti cambiamenti che sempre ho dovuto affrontare da solo, con le mie forze. Ho fatto cose giuste e cose sbagliate, ma una sola cosa so: non ho mai potuto contare su qualcuno che potesse aiutarmi veramente; quando ero in difficoltà e qualcuno mi ha detto “ci penso io”o non ha fatto nulla o, in effetti, non mi ha aiutato, ma ha approfittato della mia situazione per i suoi interessi. Argomenti: #giovani , #lavoro , #racconto Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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