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 Anno VII n° 8 AGOSTO 2011    -   DOCUMENTI


Bozze non corrette in corso di seduta
Italo Bocchino (FLI): informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulla situazione economica del Paese
Intervento a seguito dell’informativa fatta dal Presidente del Consiglio dei ministri nella seduta della Camera dei Deputati di mercoledì 3 agosto 2011


Signor Presidente, a sentire l'intervento del Presidente del Consiglio quasi non si comprendono le ragioni per cui il 3 agosto la Camera è convocata e siamo qui a discutere. C'è oggettivamente un'emergenza economica che riguarda l'Italia. Questa emergenza economica solo in parte riguarda i numeri e in gran parte riguarda la credibilità del nostro Governo ed anche, ci spiace dirlo, la credibilità della persona del Presidente del Consiglio. Sarebbe un errore da parte del Governo non prendere atto che questa è, soprattutto, una crisi di credibilità interna ed internazionale, così come sarebbe un errore da parte dell'opposizione approfittare di questo momento per giocare al tanto peggio tanto meglio.

Ed è un errore anche dire che c'è un assalto da parte degli speculatori nei confronti dell'economia italiana. Non ci sono speculatori, c'è gente che investe i propri soldi per finanziare i nostri asili, i nostri ospedali, le nostre scuole e le nostre università e che, grazie alla nostra scarsa credibilità, chiede che noi paghiamo di più i soldi che ci prestano. Si sono sommati vecchi errori e nuovi errori per giungere a questa situazione. I vecchi errori, signor Presidente del Consiglio, li avevamo segnalati tutti. Oggi potremmo dire facilmente che, mentre lei metteva la polvere sotto il tappeto, noi avevamo fatto il nostro dovere e avevamo segnalato tutte le problematiche che sono emerse, perché come sempre i nodi vengono al pettine. Avevamo segnalato che con i tagli lineari avremmo generato dei problemi sociali al Paese, avevamo segnalato che senza interventi strutturali a favore della crescita l'assenza di un PIL adeguato non avrebbe risolto il problema della contingenza economica internazionale, avevamo detto che non si poteva andare avanti con delle una tantum, da uno scudo a un condono, da un condono a uno scudo. In cambio invece c'era bisogno di fare delle riforme strutturali.

Poi ci sono gli errori nuovi, recenti, una manovra triennale che è una «furbata» all'italiana, che i mercati internazionali non potevano che bocciare. Non si può fare una manovra triennale che prevede che il primo anno si fa il 15 per cento e l'85 per cento della manovra di 80 miliardi circa si rinvia ai due anni dopo le elezioni politiche, perché non ci si vuole assumere dinanzi al Paese e agli italiani la responsabilità delle scelte che servono. Il Presidente del Consiglio è un noto ottimista e l'ottimismo è sicuramente una virtù, ma c'è un labile confine oltre il quale l'ottimismo diventa irresponsabilità e nel momento in cui si è irresponsabile si mette a repentaglio economicamente il Paese. Oggi l'Italia ha bisogno di una scossa ed ha pochi giorni di tempo per dare una scossa. Agosto è il mese peggiore per affrontare queste situazioni. L'unica vera scossa oggi sarebbe quella di annunciare una manovra che porti il pareggio del bilancio al 2012 e non al 2014. Solo questo potrebbe essere valutato positivamente dai mercati, solo questa sarebbe la vera notizia di questo dibattito. Invece, il Parlamento è stato impegnato ad occuparsi del processo lungo oppure la politica è occupata a dibattere sul trasferimento di pseudo sedi ministeriale a Monza o in giro per l'Italia.

Noi ci saremmo aspettati, signor Presidente del Consiglio, che lei oggi venisse qui a proporre gli stati generali, magari da tenere ad agosto, o una Commissione, come ha proposto il presidente Casini, per varare delle proposte condivise da portare immediatamente all'attenzione del Parlamento alla ripresa. Invece, non c'è stata nessuna volontà di cambiamento nel suo intervento.

Il cambiamento è una necessità dei sistemi in crisi. La Grecia ha dovuto prendere atto di questa necessità e inevitabilmente si è andati verso il cambiamento. Lo stesso sta facendo la Spagna, con il passo indietro di Zapatero.

Il cambiamento o si promuove o si subisce. Il Governo non sta promuovendo il cambiamento, e quindi lo subirà, inevitabilmente, restando arroccato a Palazzo Chigi. Oggi, signor Presidente del Consiglio, i mercati avrebbero bisogno di un atto di generosità da parte sua, che faccia comprendere che viene rimosso il principale problema per i mercati, che è la crisi della sua credibilità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

Ha ragione Alfano quando dice che non possono essere i mercati a determinare i Governi, ma è altrettanto vero che non possono essere i Governi ad affossare l'Italia e la sua economia nei mercati (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo), perché inevitabilmente i mercati rappresentano quello che rappresenta il corpo elettorale per la politica.

Nell'economia i mercati sono la democrazia e se i mercati, ogni giorno, bocciano la nostra economia, è perché, democraticamente, dicono che non vi è una ricetta economica da parte del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Noi vi offriamo delle proposte, avanziamo delle proposte, proposte concrete. Le nostre proposte sono le seguenti: si avvii, finalmente, la stagione delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni. Abbiamo assistito ad una stagione statalista, voluta in gran parte dalla Lega e in parte dal Popolo della Libertà. Dove sono le famose liberalizzazioni? Qualcuno ci spieghi perché lo Stato deve mettere la benzina al cittadino, nel momento in cui va alla stazione di servizio.

La riforma fiscale va fatta, ma va fatta davvero. Nella delega fiscale, che Reguzzoni ci ha detto essere una cosa magnifica, vi è un aumento di 20 miliardi di euro degli introiti. Significa, cari cittadini italiani, che la delega fiscale, che Berlusconi ha qui proposito di accelerare, contiene 20 miliardi di euro di tasse in più, che gli italiani dovranno pagare. Dobbiamo dare soldi alle imprese per aumentare la produttività e soldi ai lavoratori per farli produrre di più, e questi soldi vanno presi dove sono; non aumentando le tasse, ma colpendo l'evasione fiscale, che ci costa 130 miliardi di euro all'anno, colpendo la corruzione, che ci costa 70 miliardi di euro all'anno (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo).

E a proposito di corruzione, sarebbe bello se il Presidente del Consiglio ci dicesse perché al Senato, da un anno e mezzo, è chiuso a doppia mandata nei cassetti quel disegno di legge contro i politici corrotti che la maggioranza non vuole approvare (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Dopo lo spot elettorale in Consiglio dei ministri, lo tiene nascosto, facendo andare avanti altri disegni di legge. Serve la riduzione dei costi della politica: abbiamo presentato una riforma degli articoli 56 e 57 della Costituzione, per tagliare il numero dei parlamentari. Solo quello! Chiediamo a tutte le forze politiche di firmarlo con noi, di approvarlo in Camera e Senato tra settembre e ottobre in prima lettura e a febbraio in seconda lettura, in modo che la prossima volta si vada alle elezioni per eleggere 600 parlamentari, e non più mille.

Vogliamo l'abolizione delle province, l'accorpamento dei comuni, lo sfoltimento di enti pubblici, il divieto, che abbiamo già avanzato con una proposta di legge, di aprire nuove sedi ministeriali, che costano, senza produrre nulla. Certo, abbiamo poi scoperto che possiamo tranquillizzare i mercati tagliando le «auto blu», ma anche cambiando i regolamenti parlamentari. A parte che non è competenza del Governo occuparsi dei regolamenti parlamentari, non riesco a capire come Wall Street potrebbe festeggiare una modifica dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo, Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro per il Terzo Polo).

Abbiamo presentato al Senato, come Terzo Polo, una proposta di legge per costituzionalizzare il pareggio di bilancio. È una grande rivoluzione, simbolica e sostanziale. Il Governo e la maggioranza ci dicano che sono d'accordo su queste proposte. Vogliamo una politica rigorosa, virtuosa, sobria, che tagli le spese pubbliche improduttive. Signor Presidente del Consiglio, ogni anno spendiamo 140 miliardi di euro per l'acquisto di beni e servizi. La spesa per la sanità, negli ultimi cinque anni, è aumentata del 50 per cento. Lì si annida lo spreco, la corruzione, il finanziamento illecito alla politica. Spendiamo 40 miliardi di euro all'anno, che diamo alle imprese a fondo perduto, e anche lì finisce nel clientelismo della politica.

Aboliamo il finanziamento a fondo perduto e trasformiamolo in credito d'imposta. Diamo soldi alle imprese che assumono, che producono di più e che contribuiscono a far aumentare il prodotto interno lordo (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo). Vi è poi il problema dei giovani: abbiamo due milioni di giovani sotto i trent'anni che non studiano e non lavorano. Abbiamo un giovane su tre che è disoccupato. Noi proponiamo un contratto di primo impiego che, per un triennio, faccia sì che chi assume questi giovani non paghi neanche un euro di contributi o di tasse e che anche i giovani, su quel reddito, non paghino neanche un euro di tasse.

Bisogna subito intervenire sull'età pensionabile, bisogna dare vita a quello che noi chiamiamo il welfare progressivo: chi ha più tutele deve avere meno retribuzioni e viceversa. Non è possibile che chi ha il posto fisso guadagna di più e ha tutte le tutele e chi, invece, è precario guadagna di meno e non ha tutele. Come vede, le nostre proposte ci sono, sono proposte concrete, sono condivisibili. I numeri parlano chiaro. Purtroppo abbiamo attraversato i Pirenei, eravamo come la Francia, siamo come la Spagna. La verità è che il Governo non riesce più a garantire la scossa che servirebbe. Se vuole andare avanti faccia pure finta di niente, ma si assumerà la responsabilità di portare l'Italia al disastro. Oggi vi è un problema di sua credibilità personale e solo un suo generoso passo indietro farebbe fare un passo avanti all'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Unione di Centro per il Terzo Polo - Congratulazioni).



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