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Anno VII n° 9 SETTEMBRE 2011 PRIMA PAGINA |
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Lo sbuffo
Libertà e comunicazione
Riuscirà il nostro amico a mettere il bavaglio ad internet?
Di Giovanni Gelmini
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Il discorso sulla “libertà” è sicuramente molto ampio e difficile. Non è certo affrontabile nelle brevi righe che ho qui a disposizione; forse non basterebbe neppure un’enciclopedia.
Sappiamo che la libertà individuale ha un limite che si configura nella libertà degli altri, discorso lungo e che contiene certo molti problemi, ma non è di questo che voglio parlare, ma di come si nutre la libertà. Libertà è poter scegliere senza costrizioni, anche nelle nostre scelte esistono comunque dei limiti fisiologici: le risorse disponibili. Posso desiderare la luna e scelgo di possederla, ma non la potrò mai avere. Quindi libertà è poter scegliere tra le varie opzioni reali che abbiamo. Ma per scegliere bisogna conoscere e sapere cose giuste, non fantasie o forzature. Ecco che la Comunicazione diventa un mezzo basilare per esercitare quella libertà che la nostra costituzione giustamente proclama. Per secoli la comunicazione fu in mano a pochi: pochi sapevano leggere e scrivere, pochi avevano le risorse per ricevere i messaggeri. La comunicazione era lenta e incerta. Ricordiamo che Galileo non fu condannato per le sue idee, ma per averle scritte in “volgare”, quindi leggibili da più persone che non le poche che conoscevano il latino. Un passo enorme, verso un'allargamento della comunicazione, fu l'invenzione della stampa con caratteri mobili e la conseguente nascita dei “giornali”. Nel '900 i mezzi di diffusione delle notizie si allargano: radio e poi TV, ma importantissimo è anche il telefono. Parallelamente alla nascita dei giornali si sviluppa la “censura” e la pressione per pubblicare le “veline”, cioè informazioni artefatte al fine di sostenere il potere o chi vuole il potere. Giornali stampati e TV sono facilmente assoggettabili alla censura e alle pressioni per pubblicare “veline”, perché sono pochi e controllabili e ricattabili, poiché la loro produzione e distribuzione costa molto. Il telefono costa poco e non è facilmente censurabile, ma non può presentare una comunicazione di massa, ma solo un “passa parola”. La nascita di internet e la sua diffusione capillare ha sconvolto i metodi di controllo della comunicazione. Internet ha costi bassissimi e la capacità di raggiungere tutti immediatamente, in qualunque posto del globo. La sua censura è certamente molto difficile e lo dimostra quanto sta succedendo alle dittature del Nord Africa e del Medio Oriente. Nemmeno dove il diritto alla libertà è negato, si riesce a bloccare in modo impermeabile la comunicazione tramite internet. Internet diventa così una spina nel fianco di chi vuole controllare l'informazione e mostrare tutto giusto e bello quello che fa lui e tutto sbagliato e pericoloso quello che fanno gli altri; insomma imbottire la testa dei suoi elettori con notizie falsificate o addirittura completamente false. Un povero uomo che si è costruito con fatica tre canali televisivi nazionali, che ne controlla altri due completamente e uno con difficoltà, che controlla direttamente due testate giornalistiche e tutte le altre attraverso la distribuzione della pubblicità, quella che ripaga i costi di un periodico cartaceo, scopre improvvisamente che tutti i suoi sacrifici, per poter rimbambire a suo piacimento gli elettori, risalutano inutili: c'è internet! Da qui la necessità di mettere sotto controllo internet. Come fare? Data la velocità con cui si diffondono le notizie e la molteplicità delle fonti, è impossibile una censura a priori o il controllo economico delle fonti. L'oscuramento dei siti è evidentemente incostituzionale, se non è un provvedimento dell'autorità giudiziaria e coi giudici il nostro amico non sembra avere un buon feeling, se non con pochi. Ecco la pensata: l'obbligo di pubblicare la smentita entro 48 ore, senza possibilità di verifica se la smentita sia valida, e pena per chi non lo fa di multe talmente salate da mandare a rotoli chiunque. Riuscirà il nostro amico a mettere il bavaglio a internet? Non lo credo, ma certamente renderà molto difficile la vita agli internauti. Un mezzo per rendere inefficace il metodo che vuole usare è la diffusione più ampia delle notizie, specialmente quelle di fonti minori come siamo noi. Le grandi testate hanno sicuramente i mezzi per superare questo ricatto. Poi sicuramente protestare in ogni modo per questa prevaricazione del potere. |
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