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Dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati
Antonino Lo Presti (FLI) Dichiarazione di voto della manovra bis Disegno di legge: S. 2887 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (Approvato dal Senato) |
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Onorevole Presidente, onorevoli colleghi e onorevole Presidente del Consiglio assente, è trascorso poco più di un anno da quando Futuro e Libertà denunciò con chiarezza all'opinione pubblica italiana l'inadeguatezza di questo Governo a fronteggiare i tempi difficili che si sarebbero presentati e che l'ottimismo del suo Presidente non sarebbe bastato ad affrontare una crisi che era nuovamente alle porte e che solo lei, onorevole Berlusconi assente, si ostinava a non vedere, in quanto interamente assorbito dalle sue vicende personali, che ancora oggi scandiscono le sue giornate lavorative e l'agenda di Governo. Lei, Presidente Berlusconi, troppo impegnato nel praticare uno stile di vita che di fatto l'ha delegittimata agli occhi dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale, messo in contrapposizione con altre istituzioni, non ha voluto accorgersi che la nostra condizione economica e finanziaria era sull'orlo del baratro e che non bastava sorridere davanti alle telecamere per allontanare il nuovo mostro, che dopo la crisi immobiliare americana già si affacciava a minacciare l'Italia e l'Europa.
Abbiamo perso un anno dietro ad insulse polemiche con la magistratura, a conflitti verbali con gli organi di stampa, a tensioni con il Capo dello Stato. Abbiamo perso tempo ad inseguire improbabili conflitti di attribuzione, senza che venisse affrontato un solo argomento sul fronte delle riforme, se non per bloccare le azioni dei giudici nei suoi confronti. Sono rimasti inascoltati tutti gli allarmi e le proposte che Futuro e Libertà e le opposizioni hanno formulato per evitare di precipitare nella situazione in cui oggi ci troviamo, così come non sono bastati i ripetuti richiami delle autorità europee, che hanno sollecitato addirittura per iscritto l'intervento del luglio scorso. Nel corso del dibattito parlamentare sulla manovra di appena un mese fa, quella per intenderci che il Governo da lei presieduto definì una manovra epocale, che avrebbe messo al riparo l'Italia dal rischio default, noi di Futuro e Libertà denunciammo subito l'inadeguatezza delle misure messe in campo ed il rischio che di lì a poco saremmo stati punto e a capo; avremmo cioè dovuto ricominciare, come nel gioco dell'oca, tutto da principio, perché quelle misure non sarebbero state sufficienti a dare ai mercati ed alle autorità europee le risposte alle richieste che riguardavano essenzialmente due obiettivi: quello delle riforme strutturali, che consentissero un azzeramento del deficit pubblico e di recuperare, attraverso questa operazione, risorse da destinare al sostegno della crescita economica. Fummo purtroppo facili profeti e pur tuttavia non ostacolammo quella manovra, accogliendo con senso di responsabilità l'appello del Capo dello Stato a fare presto per salvare il Paese. Dicemmo subito però che presto sarebbe stato necessario intervenire ancora, perché le misure non erano idonee e soprattutto non avrebbero ingannato i mercati, che immediatamente infatti reagirono accanendosi sui nostri titoli e proiettando il differenziale con i titoli tedeschi a livelli mai raggiunti prima. Non immaginavamo però che le nostre previsioni andassero ben oltre ciò che la cronaca, che ha accompagnato lo sviluppo di questa manovra, ci ha mostrato in tutta la sua drammaticità, a cominciare dall'incredibile e sconcertante balletto di decisioni, che duravano lo spazio di un comunicato stampa di questo o di quel Ministro, di contrordini dettati alle agenzie prima dal Ministero dell'economia e delle finanze e poi smentiti da Palazzo Chigi, di misure scritte a quattro mani dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministro Tremonti e cancellate, nello spazio di un telegiornale, dal dito medio del Ministro Bossi, quello stesso dito medio che ormai è diventato il simbolo della vostra politica (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo), di fughe in avanti di frondisti del PdL, in realtà pilotati dallo stesso Premier per ridimensionare il Ministro Tremonti, di richieste di collaborazione dell'opposizione poi archiviate dalla solita violenza verbale a cui ormai lei ci ha abituato e che ancora oggi ridonda nei titoli dei principali giornali. Tutto questo ha prodotto, nei fatti, una manovra che non risolve le questioni di fondo, che rimangono tutte incompiute, e che anzi avrà come prodotto finale - ed è questo che pensa il 68 per cento degli italiani - un aumento delle tasse, al di là dell'odioso balzello denominato «contributo di solidarietà», che colpisce chi già le tasse le paga. Si tratta di una manovra che impedirà agli enti locali di fornire servizi pubblici adeguati ai lavoratori e ai cittadini più disagiati, che non potranno più godere di alcuna assistenza sociale; una manovra in cui non trova spazio un solo intervento sulle privatizzazioni, per il lavoro, per le imprese, per i giovani e per la ricerca; è una manovra che, oggi, ci costringe ad inginocchiarci davanti ai cinesi. Avete rifiutato tutte le nostre proposte, proposte sensate, come quella sulla detraibilità delle spese familiari, o sulla certificazione dei crediti verso la pubblica amministrazione: tutte proposte sostanzialmente a costo zero. Avete introdotto l'aumento dell'IVA, che potrà, però, avere effetti di rallentamento della crescita e avete immaginato previsioni di recupero di risorse dalla lotta all'evasione, ma per fare che cosa? Ottenere un aumento delle entrate di 100 miliardi di euro in due anni, fino al 2013, quando ci dovrebbe essere il pareggio di bilancio, per destinarne 75 a ridurre il deficit pubblico e i rimanenti 25 per finanziare un aumento di spesa corrente di 36 miliardi di euro, con un taglio di investimenti infrastrutturali di 11 miliardi di euro. Dunque, a conti fatti, nuove tasse, altro che azzeramento del deficit! E sul fronte dei tagli alla spesa? Solo «acqua fresca»! Già sulle province vi è qualche ripensamento e avete raschiato il fondo del barile sul fronte dei tagli lineari, che hanno devastato intere categorie e settori economici. Ma quando vi deciderete ad incidere sulle pazze spese per gli approvvigionamenti delle pubbliche amministrazioni e delle decine di enti inutili e società collegate, dove si nasconde - lì - il pozzo senza fondo degli sprechi e il vero cancro della corruzione? L'argomento della corruzione è un autentico tabù per questa maggioranza, che tiene da un anno nei cassetti del Senato il disegno di legge, impedendo di fatto all'altro ramo del Parlamento di poterne discutere. Non finiremo mai di ripeterlo: la corruzione produce danni per 60 miliardi di euro all'anno e, insieme all'evasione fiscale, costituisce la faccia di una stessa medaglia: la medaglia di un sistema di potere che indulge di fronte a questi fenomeni in quanto, se dovesse affrontarli seriamente, metterebbe in discussione la sua stessa esistenza e sopravvivenza. Avete affermato che la lotta all'evasione è il pilastro di questa manovra. Bene, belle parole! Ma questo pilastro su quali fondamenta poggia? Qual è l'esempio che si offre agli evasori per redimerli e convincerli a pagare le tasse? Non certo quello che avete offerto e che state offrendo in questi giorni a tutti i livelli, a cominciare dagli scandali che hanno fatto strame della legalità e del prestigio delle istituzioni, per finire con le spese pazze del Premier per i suoi svaghi privati. Stiamo perdendo tempo prezioso con scelte incoerenti e dissennate. Questo Governo, pur di sopravvivere a se stesso, sta trascinando il Paese nel baratro. Chieda scusa ai tanti italiani onesti e vada a casa (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per il Terzo Polo e di deputati del gruppo Italia dei Valori)! Argomenti: #berlusconi , #economia , #finanza , #governo , #lo presti , #politica , #tasse , #tremonti |
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