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Ragionamenti inutili

Le parole della domenica

Hanno parlato Bossi, Alfano e Di Pietro, ma quali sono le conclusioni? Proviamo a trarne qualcuna

Di Il Nibbio

Sicuramente il discorso oggi più atteso è stato quello di Bossi a Venezia; ma cosa ha detto di particolare?

In mezzo alle solite parole, mi sembra opportuno soffermarmi sull'affermazione che la Lega si oppone al “magna magna romano” un evidente richiamo al vecchio slogan “Roma ladrona” della Lega all'inizio della sua ascesa al potere. Ma, se ieri quella frase poteva essere un cavallo di battaglia per attrarre attorno a Bossi l'enorme scontento creato dalla gestione politica della DC, dominata dai politici faccendieri del sud, oggi questo è un poco più difficile.

Come fa Bossi ad affermare d’essere contro la spartizione dei soldi delle tasse e la corruzione del potere romano, quando appoggia Berlusconi? Sappiamo che il “magna magna” è diretto da chi sta intorno a Berlusconi e le inchieste in corso, P3 e P4, lo hanno reso di dominio pubblico.

Per la proprietà transitiva è evidente che Bossi sostiene questo ambiente che è ampiamente contrario agli stessi principi da sempre sostenuti dalla Lega. Forse dovrebbe tornare al federalismo di Miglio, che prevedeva l'accorpamento delle regioni, che sono il vero centro del magna magna in tutta Italia e anche in Padania, in macro stati di grande dimensione, ma questo sicuramente non può piacere ai leghisti di oggi che nelle regioni siedono in un gran numero di poltrone e troni.

Una gran quantità di gente chiede a Berlusconi di farsi da parte, ma sappiamo che non lo farà perché non lo può fare, altrimenti sarebbe in pasto agli ormai troppi processi che lo coinvolgono (e non solo a Milano); allora mi chiedo cosa aspetta la Lega a far contenti i suoi elettori e gli italiani tutti togliendo l'appoggio all'attuale Governo? Sta forse trattando qualche vantaggio?

Intanto Alfano, ligio al mandato del Presidente, nel suo discorso a Cortina d'Ampezzo afferma che il PDL non ci sta per un governo di larghe intese e che, secondo lui, senza il PDL non lo si può fare. Ma è così sicuro? Crede proprio che i mercenari assoldati nel parlamento si faranno immolare con Silvio? Quelli al primo cambio di vento cercheranno “nuove intese”, sperando così di far dimenticare la loro nullità politica e etica.

Discorso “nuovo”, si fa per dire, invece quello di Di Pietro a Vasto. In quel discorso, in cui ho sentito proprio poche parole nuove, mi è piaciuto un particolare: l'opposizione alla politica della ricerca dello “zero virgola”, cioè quell'attenzione spasmodica dei nostri politici ai piccoli guadagni possibili con alleanze con i “cespugli”; quella che è la politica dell'inciucio tenacemente perseguita da D'Alema e dal PD e che come risultato ha avuto nel recente passato quello di imbarcare Mastella (N.d.R. Che forse ha fatto perdere qualche zero virgola più che farlo guadagnare) e così causare l'instabilità del Governo Prodi, la sua caduta e il ritorno del rais di Arcore.

La caccia allo “zero virgola” discende in modo diretto dalla vecchia “politica delle tessere” di stampo DC, che oggi può essere superata solo dalla partecipazione degli elettori con le primarie.

Di Pietro ha ragione. Per vincere non si devono cercare le briciole all'interno di chi è rappresentato in parlamento, ma attraverso un programma chiaro con alleanze credibili. Ci si deve rivolgere agli esclusi, a chi non ha votato e a chi oggi non si sente rappresentato da questo Parlamento. Questo è il primo partito in Italia.

Per ottenere questo però si deve anche passare per un profondo rinnovamento della classe dirigente politica, altrimenti da dove può arrivare la credibilità?

Argomenti:   #alfano ,        #bossi ,        #di pietro ,        #elezioni ,        #governo ,        #lega nord ,        #pdl ,        #politica ,        #sinistra



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