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Il futuro nelle città “Smart City”... e non è un gioco! Anche l'Italia partecipa alla ricerca di un modello di città più sostenibile ed intelligente Di Francesca Bisbano
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La parola d'ordine è smart cities! Città intelligenti che l'Europa incoraggia per ridurre del 20% le emissioni entro il 2020 e sviluppare così tanto un'economia low carbon entro il 2050, quanto offrire ai cittadini energia pulita ed accessibile a costi ragionevoli! Auto elettriche ricaricate dall'energia prodotta nei palazzi, biciclette ed utilizzo di altri mezzi a basso impatto ambientale; riduzione del cumulo di rifiuti tramite la raccolta differenziata; razionalizzazione dell'edilizia e dell'illuminazione pubblica; promozione e gestione del verde urbano; sviluppo territoriale basato sul risparmio del suolo; bonifica delle aree dismesse; promozione intelligente dell'offerta turistica ed anche la creazione di percorsi formativi, profilati sulle necessità di ciascun cittadino, perché questo usufruisca di un proprio spazio di sviluppo culturale e sociale, è il nucleo di “European dream!” Si tratta di un progetto in cantiere ormai da alcuni anni rivolto principalmente alle città a bassa densità demografica (nuclei urbani con 100.000 e 500.000 abitanti o quanto meno con un bacino d’utenza inferiore a 1,5 milioni di persone ed almeno un’università), poiché queste troverebbero un indiscutibile punto di forza nella ridotta estensione territoriale e dunque sfruttabile ai fini della realizzazione del programma. Un disegno ambizioso, ma soprattutto un investimento per il futuro che potrebbe aiutarci a superare la crisi. E' utopia o realtà? Davvero le innovazioni tecnologiche riusciranno a trasformare le città europee in chiave energicamente sostenibile? Ancora, quali opportunità di business si apriranno per le imprese? Noi stessi siamo pronti ad immaginare città intelligenti? E perché bisogna ridisegnare i nostri spazi? Attualmente la maggior parte delle metropoli europee investono e reimpiegano male le loro risorse. Caos, stress, sprechi energetici,difficoltà di movimento, creano spazi ostili o quanto meno scarsamente adattabili alle nuove esigenze sociali; per questo il modello smart city rappresenta un cambiamento inevitabile nel raggiungimento della massimizzazione del benessere socio-amibientale. A confermarlo sono le anteprime di città del futuro, operanti già all'interno di realtà europee. Vediamone alcune. Amsterdam oggi investe, insieme ai grandi istituti finanziari locali, nel miglioramento delle infrastrutture private, che consentirà di produrre e mettere in vendita energia prodotta da mini turbine eoliche e pannelli solari: oltre trecento punti di ricarica per auto elettriche saranno installati nelle strade cittadine e più di sessantamila abitazioni saranno energeticamente interconnesse grazie all’opera di un grande operatore informatico, che monitorerà in tempo reale il consumo energetico degli edifici privati attraverso una rete di contatori domestici da installare nei prossimi cinque anni. Ancora l’utilizzo delle nuove tecnologie ha favorito un sensibile miglioramento della qualità della vita e del traffico a Stoccolma, che dal 2006 ha varato un sistema di pedaggio urbano, utilizzato ogni giorno da oltre 60mila cittadini, con diciotto punti di controllo collocati ai margini delle strade per rilevare ed addebitare il costo dei pedaggi al passaggio dei veicoli in entrata ed uscita dalla città. Ecco Edimburgo con la sua “Smart City Vision”, una rete per migliorare il funzionamento dell'amministrazione locale attraverso l'uso delle Itc (La città scozzese infatti ha informatizzato i servizi sociali e di assistenza all’infanzia, migliorando lo scambio di informazioni interno all’ente e il rapporto con i cittadini). Per non parlare del laboratorio tecnologico di Seattle, il quale promuove il risparmio energetico attraverso una paterniship tra giganti del settore informatico e amministrativo locale. Una realtà esclusivamente europea? No! Anche in Italia troviamo città che hanno avviato una serie di iniziative con l'obiettivo generale di promuovere l'evoluzione dei comuni italiani verso un modello di città più sostenibile e intelligente in coerenza con i recenti orientamenti comunitari in materia. Tra queste i comuni di: Parma, Torino, Bari, Reggio-Emilia con il progetto pilota Classroom 2.0 per offrire a studenti, famiglie ed aziende locali una piattaforma digitale di scambio di informazioni utili a migliorare la gestione delle attività di classe e collegare il mondo della scuola a quello dell’impresa. Ed ancora Salerno, Venezia e Bolzano, i quali hanno siglato dei protocolli d’intesa con aziende americane per la fornitura di innovativi servizi tecnologici: la città campana realizzerà un percorso sperimentale, attraverso l’interazione dei bastoni intelligenti con i sensori installati nella pavimentazione, per rendere il Teatro Verdi facilmente accessibile anche ai non vedenti, mentre a Venezia la tecnologia mobile aiuterà i turisti a scoprire angoli nascosti della città, attivando la “TagMyLagoon”, un' applicazione che consentirà di ricevere una scheda informativa dei monumenti fotografati direttamente sul cellulare. Si andrà per gradi e tentativi: la corsa all'oro è iniziata! Ce la faranno i nuovi pionieri del risparmio energetico? Si se ad un buon programma economico si accompagnerà una buona gestione amministrativa dei finanziamenti stanziati per la realizzazione del progetto. Tuttavia nulla è fattibile senza il contributo delle comunità locali. In altre parole gli esempi li abbiamo e sembrano funzionare. Convertire le città italiane è strettamente necessario, ma non tutti i cambiamenti possono provenire dall'alto, questo in quanto anche i cittadini dovranno mutare le proprie abitudini e dunque adottare un sistema di vita più “green”, affinché le loro metropoli divengano perfette comunità intelligenti Argomenti: #ambiente , #città , #smart city Leggi tutti gli articoli di Francesca Bisbano (n° articoli 59) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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