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Coldiretti ci dice:

Instabilità meteorologica: prodotti Made in Italy a rischio

Pomodoro e grano duro subiscono forti riduzioni della produzione, incerta la produzione di funghi

Di Luana Scanu

Il tempo instabile di questi ultimi mesi, rischia di sconvolgere i prodotti alimentari che generalmente imbandiscono le tavole autunnali degli italiani. E' questo l'allarme che la Coldiretti ha lanciato qualche giorno fa e che non promette niente di buono.

Ho già accennato nel precedente articolo alla poco produttiva vendemmia di quest'anno, causata proprio dal caldo torrido che ha caratterizzato il mese di settembre e che ha quindi fatto perdere all'Italia lo scettro di regione più produttiva.

Ora l'allarme però scatta anche per altri prodotti della terra.

L’improvviso caldo di fine estate ha provocato, ci segnala la Coldiretti, un forte stress sulle piante di pomodoro e, secondo le stime elaborate dalle Unioni nazionali, la produzione complessiva di pomodoro da avviare alla trasformazione non dovrebbe superare i 45 milioni di quintali, con una riduzione di oltre il 20 per cento, anche per effetto della contrazione delle superfici messe a coltura, rispetto allo scorso anno.

L’andamento climatico anomalo con le ondate di maltempo, che hanno condizionato a più riprese le semine annuali, ha provocato anche, sempre secondo la Coldiretti, una riduzione stimata del 6 per cento per il grano duro nazionale destinato alla produzione di pasta. Insomma, per gli amanti del vino e della pasta al pomodoro si prevedono tempi bui!

Le coltivazioni hanno dunque fortemente risentito dell’andamento del clima in Italia, caratterizzato dalla pioggia di giugno seguita poi da un luglio fresco al nord ma caldissimo al sud e da un agosto segnato nella seconda metà da un inaspettato caldo torrido. Tutti elementi che non aiutano di certo l'agricoltura.

Non sono questi gli unici prodotti Made in Italy che soffrono a causa dei capricci meteorologici.

Già da tempo in Italia si sta verificando uno spostamento a nord di alcuni prodotti tipici, come l'olivo, che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi e nella Pianura Padana, dove si coltivano grandi quantità di pomodoro (N.d.R.che per altro, come l'ulivo sul lago di Garda. è un prodotto storico della pianura padana tra Lodi, Piacenza e Parma e oggi ne sono i maggiori produttori) e di grano duro per la pasta, a causa del surriscaldamento del pianeta.

Il riscaldamento provoca però anche, continua la Coldiretti, il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini.
Una situazione che di fatto mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.

Un paniere di prodotti che ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle specialità tradizionali. E per finire, i funghi.

Già, non vorrei spaventarvi o essere troppo pessimista ma sempre la Coldiretti ci comunica che probabilmente questa sarà una pessima annata per andare a cercare i funghi. Purtroppo il mese di agosto, appena trascorso, si è classificato al decimo posto tra i più caldi degli ultimi dieci anni, con il 73 per cento di precipitazioni in meno rispetto alla media. E a queste condizioni i tanto amati porcini non si decideranno mai a spuntare. L'ambiente perfetto per la loro nascita dovrebbe essere infatti un terreno umido senza piogge torrenziali, riscaldato da una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all'interno del bosco

Argomenti:   #agricoltura ,        #ambiente ,        #coldiretti



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