Molto tempo fa, in un lontano villaggio, viveva un povero brahmano(
*).
“
I nostri figli rischiano di morire di fame – gli disse un giorno la moglie –
ti prego, mettiti in cammino, e cerca un modo per procurarci il pane: quando ci sarai riuscito torna da noi al più presto”.
Il brahmano si avvolse nella sua bianca veste, e partì.
Dopo qualche giorno di cammino arrivò in una grande foresta e, mentre cercava un po’ d’acqua da bere, trovò una cisterna su cui era cresciuta l’erba.
Si affacciò, e vide sul fondo una tigre, una scimmia, un serpente e un uomo, tutti caduti nella stessa cisterna.
“Ascolta nobiluomo – ruggì la tigre – tu sai che salvare un essere vivente è un’opera buona.
Tirami fuori, così potrò tornare da mia moglie, i miei figli, i miei parenti e i miei amici”.
“Tutto ciò che vive – disse il brahmano – si riempie di terrore solo a udire il tuo nome: puoi ben immaginare come anch’io abbia paura di te!”.
“Faccio un solenne giuramento – ruggì la tigre – non ti minaccerà alcun pericolo da parte mia”.
Il brahmano allora ascoltò il proprio cuore e liberò la tigre.
“Ti prego! Libera anche me! Ti prego, ti prego!” cominciò allora a gridare la scimmia.
Il brahmano così liberò anche la scimmia.
“Tirami fuori di qua sssotto!” sibilò il serpente.
“Il tuo nome suscita terrore – disse il brahmano – figuriamoci il pensiero di toccarti!”.
“Noi ssserpenti non agiamo per cattiveria, mordiamo sssolo ssse sssiamo cossstretti.
Ti faccio un solenne giuramento: non devi temere nulla da me!”.
Il brahmano allora liberò anche il serpente.
“Nella cisterna è rimasto un uomo – gli dissero i tre animali – stai attento: quell’uomo è un pozzo di peccati, non ti fidare!”.
“Vedi lassù quella montagna con quattro vette? – aggiunse la tigre – La mia caverna si trova là in alto.
Rendimi l’onore di venirmi a trovare, in modo che mi possa sdebitare della tua gentilezza” e con un balzo sparì nella foresta.
“Anche la mia tana – disse la scimmia – si trova tra quelle vette: accanto a una cascata.
Devi venire a trovare anche me!” e con un salto sparì nella foresta.
“Ssse tu dovessi avere bisogno – disse il serpente – pensa a me!” e strisciando sparì nella selva.
L’uomo che si trovava ancora nella cisterna, intanto, non aveva smesso di gridare: “Ti prego, buon brahmano, tirami fuori di qui, e te ne sarò grato!”.
Il brahmano si impietosì e, considerando che quell’uomo apparteneva al suo stesso genere, liberò anche lui.
“Sono un famoso orafo, e vivo nella città dalle mura rosate! – gli disse l’uomo – Se avrai dell’oro da lavorare portamelo, e io ti aiuterò!” e si incamminò per ritornare in città.
Il brahmano invece continuò a cercare cibo in quella terra, ma non trovò nulla.
Sconsolato, decise di riprendere la via di casa.
Ma mentre camminava gli vennero in mente le parole della scimmia: si diresse verso la sua tana e la trovò, proprio accanto alla cascata.
La scimmia gli fece festa, e gli donò frutti dolci come il miele: “E quando avrai ancora bisogno di frutta, vieni sempre da me!”.
“Grazie! – disse il brahmano – Con questi frutti hai salvato la mia vita e quella della mia famiglia.
Conducimi adesso dalla tigre”.
La scimmia lo condusse allora alla caverna della tigre che lo riconobbe, gli fece festa, e per sdebitarsi gli regalò una collana lavorata in oro insieme a numerosi gioielli: “Mi è capitato tra le fauci il figlio di un re.
L’ho mangiato insieme al suo cavallo, ma ho conservato per te questi suoi gioielli.
Ti prego, accettali: sono tuoi!”.
Il brahmano prese i gioielli e si ricordò dell’orafo: ‘Mi aiuterà a venderli – pensò – e a ricavarne denaro per la mia famiglia’ e subito si recò da lui.
Anche l’orafo gli fece festa: “In cosa posso aiutarti?” gli chiese.
“Ti ho portato questi gioielli d’oro – disse il brahmano – mi aiuteresti a venderli?”.
Al vedere i gioielli l’orafo rimase stupito: ‘Questi li ho realizzati io stesso – pensò – per il figlio del re!’.
“Aspettami qui – disse al brahmano – so a chi venderli: ritornerò subito con la tua ricompensa!”.
L’orafo, così, si recò al palazzo dalle mura rosate e li mostrò al re: “A casa mia c’è un brahmano, me li ha consegnati lui: deve aver ucciso il principe per rubargli l’oro!”.
“Hai ragione – esclamò il re – quel brahmano è sicuramente l’assassino di mio figlio: gli darò la ricompensa che si merita!” e ordinò subito ai suoi boia: “Incatenate quel brahmano assassino e, trascorsa la notte, uccidetelo!”.
Incatenato, nel buio della prigione, il brahmano si ricordò del serpente e gli bastò pensarlo perché fosse già lì, accanto a lui.
“Come posso ssservirti?” gli chiese il serpente.
“Liberami dalle catene!”.
“Faremo così – sibilò il serpente – morderò la moglie del re, e non potrà liberarsi dal veleno neppure di fronte alle formule magiche dei maghi più potenti, neppure di fronte agli unguenti dei medici più sapienti.
Ma appena tu la sssfiorerai con la tua mano, ssscompariranno gli effetti del veleno, e tu sssarai liberato dalle catene”.
Così il serpente morse la regina.
In tutto il palazzo si levò un gran grido di dolore, e l’intera città cadde nella più profonda tristezza.
Il re fece convocare, anche dai paesi più lontani, tutti i sapienti più esperti e tutti i medici più abili, ma nessuno di loro riuscì a liberare la regina dagli effetti del veleno.
Il re allora, disperato, fece rullare i tamburi.
Quando il brahmano li udì, cominciò a gridare dal fondo della sua cella: “Libererò io la regina dal veleno!”.
Gli tolsero subito le catene e lo portarono al cospetto del re, davanti alla regina che stava ormai stesa su un letto di gelsomini bianchi, in attesa della morte.
Il brahmano le si avvicinò in silenzio, la sfiorò con la mano, e gli effetti del veleno scomparvero all’improvviso.
Vedendo la sua sposa rinascere a nuova vita il re si inchinò davanti al brahmano: “Vi prego, ditemi la verità su come siete giunto in possesso dei gioielli”.
Il brahmano gli raccontò tutta la storia.
Il re allora fece punire l’orafo ingrato, e ricompensò il brahmano con mille vacche bianche.
Poi lo nominò suo ministro, e gli affidò il governo di tutto il regno.
Il brahmano allora fece venire la sua famiglia, e raccolse alla propria corte tutti i parenti.
Riunito a loro, fu in pace per il resto dei suoi giorni e accumulò un ricco tesoro di opere buone donando a tutti con grande generosità.
(*)I Brahmani sono i sacerdoti indù e costituiscono il livello più alto nel sistema castale. Secondo la mitologia i brahmani sono nati dalla testa del Gigante primordiale a seguito del suo smembramento (Rgveda X, 190)
Vedi anche
In questo numero:
Comunicato numero due
Le immagini della fantasia : “Fiabe delle Terre
d’India”
Fiabe delle Terre d’India
raccontate da Luigi Dal Cin:
La nascita delle montagne Dai
“Brahmana”, opere in prosa di antica epoca vedica, per il culto brahminico –
India .
La storia del vecchio Markandeya Dal Mahabharata, imponente poema epico della letteratura
sanscrita, in massima parte metrico– India.
Gli animali, gli uomini e la gratitudine Dal Panchakhjanaka, ‘manuale composto da cinque racconti’ opera
di letteratura antica jaina.– India
L’Oceano, la sua sposa, l’albero e la canna Dal Mahabharata, imponente poema epico della letteratura
sanscrita, in massima parte metrico. – India
Gli elefanti volanti Orissa –
India
La scatola delle elemosine Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati. – India
Il gomitolo di cotone Sri
Lanka
La forza della lealtà Dal
Panchakhjana Hitopadesha, opera che raccoglie racconti popolari in antico
dialetto hindi – India
Il mago imbroglione Nepal
Sakdal, il ministro del re Dal
Suva Bahuttari Katha, ‘I 72 racconti del pappagallo’, opera che raccoglie
racconti popolari in antico dialetto gujarati – India
La zia della tigre Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati – India
La Valle dei Demoni Rajastan –
India
Il sogno e la realtà Sri
Lanka
Il chicco di grano perduto Nepal
Il dono del cobra Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati – India
Nel numero
precedente:
29° Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia
Le immagini della fantasia. FIABE DELLE TERRE
D’INDIA.
Sàrmede, Palazzo Municipale, dal 23
ottobre al 18 dicembre 2011
A Sàrmede il 2011 è
l’anno dell’India. Una scelta che, se rispetta il lungo giro del mondo per fiabe
che impegna da alcuni anni la Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia, è di attualità tutta particolare. Sarà il successo dei film di
Bollywood, sarà lo stupore.
l Grande Albero delle Rinascite: le fiabe delle Terre
d’India
Introduzione al catalogo di “Le
immagini della fantasia” 29° mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia
di Luigi Dal Cin
Fiabe
indiane
La volpe e il bramino................
La lepre e il leone....................
Il re degli uccelli.----...............
Gli apprendisti maghi...............
La creazione degli animali.........
La regina delle api...................