Molto tempo fa, c’era una valle infestata da demoni terribili che divoravano i viandanti.
Un giorno, nella piazza del mercato, un ragazzo di nome Kishan cominciò a dire: “Io non ho paura dei demoni. E chi sarebbero, poi, questi famosi demoni? Nessuno in realtà li ha mai visti! Probabilmente non esistono nemmeno!”.
“Vuoi farci credere che non avresti paura nemmeno ad attraversare la Valle dei Demoni? ” chiedevano stupiti i contadini.
“E che cosa c’è di strano in quella valle?” chiese Kishan fissandoli negli occhi.
“È infestata dai demoni, e nessuno può percorrerla senza rischiare di essere ucciso! – risposero impauriti i contadini – È una valle che si spinge tra precipizi e rocce scoscese, che incombono sulle teste dei viaggiatori. Anche le carovane preferiscono allungare la strada piuttosto che passare di lì!”.
“Vorrà dire che prima o poi mi deciderò di fare un viaggetto in quella valle” rispose Kishan.
“Stai attento, Kishan! – esclamarono preoccupati alcuni venditori del bazar – Lungo la strada incontrerai demoni che sanno assumere qualsiasi sembianza: mentre passi per quella valle puoi incontrare una vacca o un cammello e, ancor prima che tu riesca a capire da dove provengano, quegli animali si trasformano in giganteschi demoni mostruosi che ti buttano a terra e ti mangiano!”.
“Può succedere addirittura che il demone assuma le sembianze di un amico – disse un venditore di ceste che già tremava di paura – e che si avvicini per chiederti un po’ da bere, per poi trasformarsi in un vampiro e succhiarti tutto il sangue!”.
“In poche parole – disse Kishan guardandosi le unghie delle mani, noncurante del terrore che ormai provavano tutti a quei discorsi – voi non sapete di preciso che forma abbiano questi demoni. Forse è proprio il caso che vada nella valle a vedere che faccia hanno!”.
“Non farlo! – gridarono tutti – Diventerai pazzo, o perderai la vita! E poi come pensi di affrontare i demoni?”.
“Non vi preoccupate – rispose Kishan – riuscirò a beffarmi del primo demone che incontrerò per strada servendomi solo della mia astuzia: non porterò niente con me dal villaggio, tranne un pacchettino che una vedova gentile ha infilato nella mia bisaccia”.
La vedova era la madre della ragazza più bella del villaggio, e il pacco conteneva un panetto di zucchero e un piccolo melograno.
Fu così che Kishan iniziò il suo cammino.
Quando verso sera arrivò nella valle, si sentì chiamare da una voce familiare: “Fratello Kishan – diceva la voce – stai seguendo il sentiero sbagliato: perderai la strada se continui di là. Ascolta il tuo amico Gopal, vieni da questa parte”.
Kishan aveva capito benissimo che si trattava di un demone, ma fingendo di essere caduto nella trappola rispose: “Dove sei, mio caro amico Gopal? Si sta facendo buio e non riesco a vederti, avvicinati e indicami la strada giusta”.
All’improvviso gli apparve il demone nelle sembianze di Gopal.
“Eccoti qui, lurido demone: non sei altro che uno sciacallo travestito da Gopal! Finalmente ti ho trovato, e tu sai bene perché ti stavo cercando!”.
“Veramente – rispose il demone stupito – non conosco affatto il motivo per cui mi cercavi”.
“Questo dimostra – disse Kishan – che sei un demone stupido che non sa nemmeno leggere il pensiero. Comunque ti spiego: io sono un campione di lotta. Posso vincere venti uomini infuriati, posso torcere il collo a un bufalo, posso abbattere una tigre inferocita e liberarmi dalla stretta mortale di un serpente. Ora però mi sono stancato di mettere alla prova la mia forza con comuni creature mortali, e così ho deciso di affrontare i demoni. Capisci perché sono venuto in questa valle?”.
Il demone era sbalordito: di solito si trovava di fronte uomini in preda al panico. Osservò attentamente il ragazzo e, alla fine, disse: “Detto tra noi, non mi pare che tu sia così forte”.
“Le apparenze possono ingannare. Per esempio: tu sembri il mio amico Gopal e invece sei un demone. Ma adesso lascia che ti dia una prova della mia forza. Questa pietra – disse mostrando al demone un sasso rossastro che aveva raccolto lungo il sentiero – sembra morta e asciutta, ma in realtà è viva. Se la spremerai con forza, vedrai che ne uscirà del sangue”
Il demone assunse le sue mostruose sembianze, prese la pietra e, dopo averla stretta con forza tra le mani, disse: “Non è possibile far uscire del sangue da una pietra”.
Kishan, scuotendo la testa, afferrò il sasso, lo fece scivolare di nascosto nella bisaccia, quindi estrasse il melograno che gli aveva regalato la vedova e tenendolo nel pugno disse: “Ecco, guarda e impara: osserva bene come sanguina una pietra quando la si schiaccia con forza”.
Dalle sue dita cominciò a colare il succo rosso: “Vedi come le apparenze possono ingannare?”.
Il demone rimase senza parole.
Nel frattempo Kishan aveva già raccolto un ciottolo marrone: “Ora voglio darti un’altra prova della mia forza e del mio potere. Osserva bene questo ciottolo, e dimmi cosa vedi al suo interno”.
Il demone, dopo aver guardato a lungo il sasso, disse: “Con questo buio, non riesco a vedere bene cosa c’è all’interno di questo ciottolo”.
“Che delusione! – sorrise Kishan – Vuoi dire che non sai nemmeno vedere l’interno degli oggetti? È vero che c’è buio, ma io riesco benissimo a vedere che dentro questo ciottolo c’è della polvere dolce! Tieni, prova a sbriciolarlo e controlla se non ho ragione”.
Il demone, dopo aver stretto inutilmente il ciottolo, fu costretto ad ammettere che non aveva né il potere di vedere attraverso gli oggetti, né la forza di sbriciolare i sassi con le mani.
“È una vergogna! – esclamò Kishan – Restituiscimi il ciottolo. E io che pensavo di essere stato fortunato ad incontrarti… ma che senso avrebbe sfidare un demone debole come te: cadresti a terra in un attimo” e mentre diceva queste parole infilò in fretta il ciottolo nella bisaccia ed estrasse il panetto di zucchero della vedova.
“Ecco – disse sbriciolandolo con le mani – prova ad assaggiare questa polvere”.
Il demone assaggiò la polvere e, dopo aver ammesso che era dolce, cominciò a temere la forza del ragazzo.
Era ormai convinto che, se anche si fosse trasformato in una bestia feroce, non avrebbe mai avuto la meglio su di lui.
“Potrei catturarti con facilità – disse allora Kishan – e portarti al villaggio. I miei amici non hanno mai incontrato un demone e sicuramente si divertirebbero un sacco a vederne uno. Ma sono una persona corretta, e so che non vedi bene al buio: non ho alcuna intenzione di combattere con te questa notte”.
Il demone decise che la soluzione migliore era quella di fingersi amico e di condurlo a casa sua. Lì sarebbe stato più facile ucciderlo e poi divorarlo: “Signore – disse allora – io conosco molti demoni che sarebbero felici di poter affrontare un uomo forte come voi. Io sono troppo insignificante, non sono che l’ultimo dei demoni della mia tribù: tuttavia, poiché il destino mi ha riservato la fortuna di incontrarvi, vorrei avere l’onore di ospitarvi a casa mia questa notte. È già buio, e un letto confortevole vi permetterà di riprendere il cammino domattina, signore, dopo che vi avrò indicato dove trovare demoni degni del vostro valore”.
“Caro demone, accetto volentieri il tuo invito. Ma bada: perdo in fretta la pazienza e, dato che posso vedere attraverso le cose, se tenterai di tendermi una trappola ti ucciderò”.
Dopo aver giurato sulla sua testa che avrebbe rispettato la legge dell’ospitalità, il demone condusse Kishan a una grande caverna, tutta illuminata dalla luce di numerose pietre preziose.
“Ecco – disse il demone – questa è la mia umile dimora. Benché io sia povero, signore, voglio mettere a vostra disposizione tutto ciò che possiedo. Lasciate che vi mostri i miei appartamenti”.
Kishan si accorse subito che le stanze della caverna erano state arredate con le mercanzie rubate ai viaggiatori che avevano avuto la sfortuna di incontrare il demone.
Le loro ossa biancheggiavano sinistre in un angolo della grotta.
“Ecco la vostra camera, signore! – disse il demone aprendo una porta – Possiate trascorrere una buona notte”.
Nonostante il letto fosse confortevole, Kishan si rigirava tra le coperte senza riuscire a prendere sonno. Era terrorizzato. Verso la mezzanotte si alzò, avvoltolò una coperta sotto le altre in modo che sembrasse la sagoma di una persona, e si nascose in un angolo della stanza: era certo che il demone, prima o poi, avrebbe tentato di ucciderlo.
E infatti, verso l’alba, il demone socchiuse lentamente la porta e si avvicinò al letto di Kishan con un pugnale. Per ben tre volte infilzò con furia quello che credeva essere il corpo del suo ospite, quindi, convinto di averlo ucciso, se ne tornò soddisfatto nella sua stanza.
Kishan si infilò di nuovo sotto le coperte e poco dopo sbadigliò rumorosamente, fingendo di essersi appena svegliato: “Ehi, amico – gridò – dovresti fare qualcosa per gli insetti. Questa notte mi hanno punto tre volte! Non che mi abbiano fatto male: ma sono così fastidiosi!”.
Il demone era sbalordito: ‘Questo ragazzo possiede davvero una forza straordinaria: non riuscirò mai a ucciderlo!’ e senza dire nulla, uscì in punta di piedi dalla caverna e se la diede a gambe levate.
Kishan allora rientrò al proprio villaggio, si procurò parecchi cammelli e ritornò alla caverna per spogliarla di tutte le ricchezze che conteneva.
Quindi, dopo aver spiegato ai suoi amici tutto quello che gli era capitato, andò dalla vedova per ringraziarla del panetto di zucchero e del melograno. E per chiederle la mano di sua figlia.
Vedi anche In questo numero:
Comunicato numero due Le immagini della fantasia : “Fiabe delle Terre
d’India”
Fiabe delle Terre d’India
raccontate da Luigi Dal Cin: La nascita delle montagne Dai
“Brahmana”, opere in prosa di antica epoca vedica, per il culto brahminico –
India . La storia del vecchio Markandeya Dal Mahabharata, imponente poema epico della letteratura
sanscrita, in massima parte metrico– India. Gli animali, gli uomini e la gratitudine Dal Panchakhjanaka, ‘manuale composto da cinque racconti’ opera
di letteratura antica jaina.– India L’Oceano, la sua sposa, l’albero e la canna Dal Mahabharata, imponente poema epico della letteratura
sanscrita, in massima parte metrico. – India Gli elefanti volanti Orissa –
India La scatola delle elemosine Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati. – India Il gomitolo di cotone Sri
Lanka La forza della lealtà Dal
Panchakhjana Hitopadesha, opera che raccoglie racconti popolari in antico
dialetto hindi – India Il mago imbroglione Nepal Sakdal, il ministro del re Dal
Suva Bahuttari Katha, ‘I 72 racconti del pappagallo’, opera che raccoglie
racconti popolari in antico dialetto gujarati – India La zia della tigre Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati – India Il sogno e la realtà Sri
Lanka Il chicco di grano perduto Nepal Il dono del cobra Dal
Panchakhjana Vartika, opera che raccoglie racconti popolari in antico dialetto
gujarati – India
Nel numero
precedente: 29° Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia Le immagini della fantasia. FIABE DELLE TERRE
D’INDIA. Sàrmede, Palazzo Municipale, dal 23
ottobre al 18 dicembre 2011 A Sàrmede il 2011 è
l’anno dell’India. Una scelta che, se rispetta il lungo giro del mondo per fiabe
che impegna da alcuni anni la Mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia, è di attualità tutta particolare. Sarà il successo dei film di
Bollywood, sarà lo stupore.
l Grande Albero delle Rinascite: le fiabe delle Terre
d’India Introduzione al catalogo di “Le
immagini della fantasia” 29° mostra Internazionale d’Illustrazione per
l’Infanzia di Luigi Dal Cin
Fiabe
indiane La volpe e il bramino................ La lepre e il leone.................... Il re degli uccelli.----............... Gli apprendisti maghi............... La creazione degli animali......... La regina delle api...................
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