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I vini regione per regione Gli eroi del vino? Ma i liguri, naturalmente! Di Luana Scanu
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É una delle regioni più piccole d'Italia, con un territorio che per il 65% è montuoso e per il resto collinare. Quando si parla delle Cinque Terre (Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore) tutti sanno che si sta parlando della Liguria e, immediatamente, la nostra mente immagina il paesino arroccato sulla ripida scogliera con accanto una vigna che si estende vertiginosamente dall'alto verso il basso. E sempre ci chiediamo come le viti possano rimanere ancorate al terreno e, soprattutto, come facciano i viticoltori a lavorare in un terreno così impervio. Ecco, questa è la Liguria, con i suoi oltre cento tipi di vini differenti e le sue vigne, dove ancora si pratica una viticultura eroica, che è sinonimo di fatica, difficoltà, ma soprattutto di amore per la terra.
Le pendenze sono veramente sconcertanti e i muri a secco a centinaia, uno dietro l'altro, per chilometri e chilometri. Detto così, per chi non è mai stato in questa terra, può sembrare tutto affascinante. Lo è infatti, ma i problemi sono davvero tanti e la viticultura è sempre molto difficoltosa. L'unica terra forse, dove le barche, decenni fa, tornavano a riva non cariche di pesce ma cariche d'uva. Come disse Montale infatti: “qui l'uva si pesca”! Come accade per ogni attività difficoltosa, la modernità non ha certo aiutato a portare avanti le tradizioni, e i giovani, dalla metà del novecento in poi, hanno preferito la vita più comoda magari trovando un lavoro a La Spezia piuttosto che sacrificare i propri giorni a lavorare una terra impervia. Per lo più guidati addirittura dai padri stessi, sfiancati da una vita di sacrifici che vorrebbero risparmiare ai propri figli. Alla fine, dopo alcuni anni di abbandono da parte dell'uomo, i terrazzamenti da esso realizzati sono stati ingoiati dalla montagna che si è ripresa i suoi spazi. Qualche temerario però è riuscito, a denti stretti, a resistere, incentivando in tutti i modi il turismo e grazie anche all'istituzione del Parco Nazionale delle Cinque Terre la situazione è nettamente migliorata. I vitigni coltivati in questa regione sono più di cento; questo numero così elevato ci fa capire quanto le proprietà siano frammentate, quanto i terreni siano impervi e anche quanto sia facile e spontaneo lo scambio con le vicine regioni vinicole. Prevale la bacca bianca, e tra tutti spicca il vermentino, che da ottimi risultati anche in altre due regioni italiane: Sardegna e Toscana. Segue l'albarola, dal colore talmente chiaro che si è guadagnata il sinonimo di bianchetta, il pigato, probabilmente originario della Tessaglia e arrivato in Liguria verso il 1600, la lumassina, il bosco, il trebbiano toscano e la bianchetta genovese. A bacca rossa invece troviamo: sangiovese, dolcetto, rossese dalle probabili origini francesi, ma largamente diffuso nella Liguria di Ponente e ciliegiolo. Da questi vitigni si producono i vini di qualità che appartengono alle otto DOC della Liguria: Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, Colli di Luni, Colline di Levanto, Golfo del Tigullio, Ormeasco di Pornassio, Riviera Ligure di Ponente, Rossese di Dolceacqua e Val Polcèvera. Tra questi vini bisogna assolutamente segnalare il Cinque terre, composto da bosco, albarola e vermentino e il Cinque terre Sciacchetrà, vino prodotto solo in annate particolari dagli stessi vitigni del precedente, quando il sole fa arrossire le bucce degli acini dai quali si ottiene un passito dolce, caldo, vellutato ma decisamente sapido, caratteristica tipica che questa terra dona alle proprie uve. I vini Colli di Luni invece sono caratterizzati soprattutto dal vermentino che, grazie a pratiche di maturazione prolungate rispetto al solito, è in grado di dare vini dal colore giallo paglierino carico con profumi intensi di timo e basilico, freschezza e l'immancabile sapidità. Il Rossese di Dolceacqua è un vino rosso, deciso, importante, confrontabile con i grandi vini piemontesi, dal colore rosso rubino intenso che tende al granato dopo l'affinamento. L'Ormeasco di Pornassio è un tipico vino rosso da montagna e le omonime uve vengono coltivate a circa 800-900 metri d'altezza. É un vitigno versatile perché adatto per produrre anche il rosato Sciac-trà, da non confondere con il passito di cui abbiamo già parlato. Gran coraggio, quindi, i liguri, popolazione che dovrebbe essere presa d'esempio anche dalle grandi regioni vitivinicole già affermate. Leggi tutti gli articoli di Luana Scanu (n° articoli 41) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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