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Lo sbuffo

La violenza è di destra o di sinistra?

La risposta c'è ed è una sola

Di Giovanni Gelmini

Dopo i fatti del 15 ottobre si è aperto un ampio dibattito in cui la politica sta facendo veramente brutte figure con la sua pretesa di piegare i fatti ai propri interessi di bottega. Non è mia abitudine usare questo spazio per la politica e anche questa volta cercherò di stare fuori dall'insulso dibattito gestito dagli uomini del potere.

Partiamo con lo smantellare le due definizioni, tanto care al nostro linguaggio politico: “destra” e “sinistra”, che sono spesso identificate con il “capitalismo” e il “marxismo”.
Ricorro invece alle due definizioni che potete trovare nei libri di Gherardo Colombo dedicati alle “Regole”(*): società verticale e società orizzontale, che, a grandi linee, corrispondono alla visione del potere al disopra di tutti (imperatori, re, dittatori, ecc) o della democrazia diffusa.

Cosa è a questo punto la violenza?
Se non è gratuita, come accade nei fenomeni di bullismo, è un modo per imporre la propria volontà agli altri. Solo raramente la violenza trova la giustificazione in un’oppressione che si subisce.

Se si tratta di un modo per fermare un’oppressione si rivolge verso l'oppressore e non verso altri. In genere, invece, è rivolta a persone più deboli solo per prevaricarne la volontà.

Anche per la violenza di piazza possono essere applicate le stesse regole della violenza privata. Può trovare giustificazione solo ed esclusivamente quando un regime è dittatoriale, non esistano i mezzi democratici per far valere le proprie ragioni e deve essere rivolta verso il potere oppressore, non verso altro come: vetrine, auto, cabine telefoniche, ecc.

Vi sono gruppi che invece usano la violenza contro la stessa società, in genere si dichiarano anarchici, ma la violenza ha ben poco da spartire con l'anarchia, che, al contrario, è “una concezione politica basata sull'idea di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui”, come ci dice Wikipedia. Come si fa a pensare alla libertà degli individui, se si professa la violenza organizzata militarmente?

Ora, tornando alle definizioni di Gherardo Colombo, a quale concezione di società dovremmo affiancare la violenza di piazza? Alla società verticale o a quella orizzontale? Credo che sia evidente che la violenza è della società verticale, come è della società fascista predicata da Gelli. Che sia per la Val di Susa o contro le banche, la violenza è sempre un atto non democratico e come tale non va mai neanche lontanamente giustificata e si devono isolare i luoghi dove la si predica.

La violenza, se esercitata in un paese in cui vige un sistema democratico, non è né di destra né di sinistra è solo e sempre fascista.




(*) anno VII numero 3 / MARZO 2011
Letto per voi
Gherardo Colombo - “Regole raccontate ai bambini”
di Giovanni Gelmini
anno VI numero 3 / MARZO 2010
Letto per voi
“Sulle regole” di Gherardo Colombo
di Giovanni Gelmini

di Giovanni Gelmini 

Argomenti:   #democrazia ,        #dittatura ,        #fascismo ,        #opinione ,        #società ,        #violenza



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