REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VII n° 11 NOVEMBRE 2011 - EVENTI |
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Curata da Flavio Arensi, direttore artistico di SALe – Spazi Arte Legnano, l’iniziativa, dal titolo “Se questo è un uomo”, presenterà novanta opere – più di 50 dipinti, oltre a disegni, acquerelli, tecniche miste e incisioni – in grado di ripercorrere, attraverso i suoi cicli più importanti, la carriera dell’artista che meglio ha saputo unire tematiche e visioni dei grandi maestri europei che hanno indagato l'umanità. Music è stato celebrato dalle più importanti istituzioni italiane e straniere, come testimonia l’ampia retrospettiva del Grand Palais di Parigi nel 1995, oltre a quelle di Villa Medici a Roma e di Palazzo Reale a Milano nel 1992, del Musée d’Art Moderne della capitale francese (la prima antologica di un artista ancora vivente) e alle varie partecipazioni alla Biennale di Venezia.
All'interno del mondo di Music si sente costantemente una forte attrazione per la vita, in ogni sua particolare declinazione e forma. I grandi pini si trasformano così nelle mani aguzze dei morti, che tornano in forma di corda usata per i moli veneziani, e i grandi territori dalmati sono una amplificazione dei confini della serie litografica della “Cadastre de cadavres” - un doloroso cumulo di corpi scheletrici senza vita - mentre gli autoritratti e i ritratti dell’amata moglie Ida, o le figure uncinate, sono la trasfigurazione del mistero della vita, tutto con un ritmo pittorico unico fra gli artisti del secolo scorso.
L’esposizione, che aprirà l'anno di iniziative legate alla Slovenia e a Maribor capitale della cultura europea 2012, si avvale di un comitato scientifico composto da Flavio Arensi, Adriano Baccilieri, direttore Accademia di Belle Arti di Bologna, Flaminio Gualdoni, preside del Dipartimento di comunicazione e didattica dell'arte all’Accademia di Belle Arti di Brera, Luca Beatrice, critico e storico dell'arte, Gojko Zupan, storico dell'arte e tra i maggiori esperti di Music, Lorenzo Respi, assistente alla curatela della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano, Davide W. Pairone, ricercatore all’Università per Stranieri di Perugia. L’iniziativa s’inserisce in linea di continuità con l’attività di SALe – Spazi d’Arte Legnano, nel solco tracciato dalle monografiche dedicate a Francisco Goya, Käthe Kollwitz, Varlin, Leonardo Cremonini che di Music sono stati colleghi e compagni di viaggio o semplicemente dei maestri da cui trarre ispirazione. In contemporanea, dal 19 novembre 2011 al 19 febbraio 2012, Palazzo Leone da Perego di Legnano ospiterà “Urbi et Orbi”, la personale di Daniele Galliano, uno dei principali protagonisti della pittura figurativa del nostro paese a partire dagli anni Novanta ZORAN MUSIC. Se questo è un uomo Legnano, Palazzo Leone da Perego (via Gilardelli, 10) 19 novembre 2011 – 19 febbraio 2012 Catalogo Umberto Allemandi & C con testi di Flavio Arensi, Gojko Zupan, Lorenzo Respi, Davide W. Pairone, e una testimonianza su Music del grande scrittore italo-sloveno Boris Pahor. Anton Zoran Music. Note biografiche Anton Zoran Music nasce nel 1909 il 12 febbraio 1909 nel villaggio di Bukovica presso Gorizia, all’epoca città sotto il dominio austro-ungarico. Nel 1922 segue la famiglia in Austria, dove realizza i primi disegni. Tra il 1930 e il 1935 frequenta l’Accademia di Belle Arti a Zagabria, allievo del pittore croato Babic, formatosi presso Von Stuck a Monaco. Sempre nel 1935, conclusi gli studi, soggiorna a Madrid e a Toledo. L’anno seguente risiede in Dalmazia. Partecipa a due mostre collettive a Zagabria e Lubiana (1941-1942). In seguito all’occupazione italiana di territori dalmati e sloveni, rientra a Gorizia. Nel 1943 espone a Trieste (Galleria De Crescenzo) e alla Piccola Galleria di Venezia. Nel 1944 le SS lo deportano a Dachau, dove disegna in una febbrile e segreta attività le vittime dell’Olocausto. Dall’aprile del 1945 è libero. Torna a Venezia, dove dipinge i primi Cavallini, che diverrano un soggetto tipico, assieme alle serie delle Zattere e di San Marco. Nel 1948 espone a Venezia (Biennale) e a Roma (Galleria l’Obelisco). Kokoschka visita più volte il suo studio, molto frequentato anche da Campigli. Vende diversi dipinti alla contessa Pecci-Blunt e alla principessa Caetani (sue collezioniste). Soggiorna spesso in Svizzera, specie a Zurigo e vi esegue le prime litografie (1948), incide per la prima volta a puntasecca nel 1949 a Venezia (le più antiche acqueforti risalgono invece al 1955). Vince, assieme a Corpora, il Premio Parigi per la pittura (1951), esponendo quindi alla Galérie de France a Parigi (1952), con la quale stipula un contratto che gli consente di stabilirsi nella città francese (1953). In questo periodo si afferma professionalmente. Ha uno studio a Montparnasse, un altro presso l’Accademia di Venezia; si fa conoscere a New York (1953-1954), Londra e partecipa alla Quadriennale romana con una sala personale (1955). Ottiene il Premio della Grafica alla Biennale Internazionale di Venezia (1956), alla Biennale di Lubiana (1957) e il Premio UNESCO alla Biennale veneziana (1960). Nel frattempo incrementa l’attività d’incisore e, più tardi, di litografo. Nel 1962 viene pubblicato il catalogo completo dei suoi disegni dal 1947 al 1961, anno peraltro cui risale l’avvio di una produttiva collaborazione con il gallerista Ugo Meneghini. Vanno citate le ampie retrospettive svoltesi a Parigi (1972), Darmstadt (1977), Venezia (1980), e l’antologica del Grand Palais di Parigi (1995) e le mostre “Music opere” 1946-1985, Venezia, Ala Napoleonica e Museo Correr (1985) e “Zoran Music” all’Accademia di Francia in Roma (1992). Muore nel 2005 a Venezia.
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