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Anno VII n° 11 NOVEMBRE 2011 PRIMA PAGINA |
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Cose di oggi
La Costituzione stropicciata
Il berlusconismo ha tentato con tutti i mezzi di cambiare la costituzione e, in parte, ci è riuscito con un golpe mediatico
Di Il Nibbio
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Si spera che il ciclo politico, che ha visto Berlusconi leader indiscusso, sia terminato.
Questo credo sia stato un vero periodo nero per l'Italia. I valori etici, che hanno retto per più di un secolo la nostra società, sono stati spazzati. La prostituzione del corpo e della mente è divenuta fatto comune e mezzo d’affrancamento sociale, la corruzione dilaga e la criminalità organizzata è sempre più infiltrata nei luoghi del potere e nell'economia. Tutto questo non può essere addebitato esclusivamente a Berlusconi, ma è frutto di un deterioramento dell'etica della società, deterioramento che parte da più lontano, di cui, in ogni caso, il “Rais di Arcore” ne è l'emblema. C'è però qualcosa che invece è attribuibile in modo preciso all'azione politica di Berlusconi: un tentativo continuo di stracciare la Costituzione della Repubblica e sostituirla con una forma di “premierato” più vicina al sistema monarchico o della “dittatura costituzionale”, quale è stato il fascismo. Il primo tentativo di imporre questo sistema è stato realizzato con la riforma delle Costituzione approvata a fine legislatura nel 2005. Il referendum del 2006 ha cancellato tale riforma, ma è rimasta la legge elettorale, che assegna al “dittatore” la possibilità di nominare i suoi fedelissimi al Parlamento e ha così eliminato il rapporto parlamentare – elettori che invece è alla base del sistema democratico previsto nella nostra costituzione e sostituendolo con il rapporto parlamentare- premier. Già nel 2001 Berlusconi aveva inventato una novità: il proprio nome nel simbolo elettorale. Questa personalizzazione della politica, seguita anche dagli altri partiti, è diventata il motivo per cui Berlusconi ha sempre affermato di essere stato eletto “Presidente del Consiglio” e che il Presidente della Repubblica ha solo ratificato tale elezione; da questo consegue l'affermazione ricorrente che, se cade il Governo, non può essere dato l'incarico ad altri, ma si deve tornare alle urne. Pura invenzione costituzionale e i fatti, che si stanno svolgendo, mostrano la sua inconsistenza, ma il tam tam mediatico ha certamente convinto molti che questa fosse davvero la regola. Anche in questo ultimo frangente è riuscito a stropicciare ulteriormente la nostra Costituzione e ha inventato le dimissioni differit, obbligando così Napolitano a realizzare specularmente l'incarico differito, con tutte le incertezze che questa situazione comporta. Mi sembra sia evidente che nel prossimo futuro, dopo aver adottato le misure urgenti per il rilancio dell'economia e del sociale, si debba pensare a metter mano alla costituzione per eliminare quei buchi che hanno permesso a Berlusconi di forzare la realtà, senza modificare la Carta Costituzionale. |
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