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Anno VII n° 11 NOVEMBRE 2011 TERZA PAGINA |
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Tanti punti di domanda per ribellarsi
Danza vuol dire donna?
La danza, vista come mezzo di seduzione, può essere liberatoria per la donna?
Di Francesca Bisbano
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Giovani ragazze suadenti e intriganti, che ai loro spettatori appaiano simili a dee, creature ultraterrene dal fascino mistico ed irresitibile. Femmes Fatales, il cui potere si esplica attraverso la danza e plagia a proprio capriccio la debole volontà dell'uomo.
Fascino e potere; dominio e bellezza a dispetto di ogni perbenismo morale e condizione sociale; libertà e sregolatezza; lussuria e ricerca incessante del piacere in un'espressione estrema, quasi esagerata, della propria sessualtà; se un tempo destano curioso interesse negli scrittori tardo romantici e nel corso dei secoli alimentarono la fantasia popolare, oggi, per moltissime donne costituiscono motivo di emancipazione ed affermazione personale.
"Non credevo...mi piace da morire! Movimenti leggeri e sinuosi! Davvero divertente! Davvero eccitante! Amo la danza orientale!". Ancora: "Vorrei tanto praticare la Pole Dance, perchè secondo me aumenta l'autostima e ti rende più sensuale! Avrei voglia di farla vedere al mio ragazzo!", Sono tra le affermazioni più ricorrenti nei blog "al femminile" e nelle discussioni condotte sulle piattaforme virtuali. Opinioni e considerazioni di donne che nel voler evadere dalla routine quotidiana, perchè casalinghe annoiate o madri dedicatesi eccessivamente ai figli, studentesse in cerca di nuove distrazioni o professioniste in fuga dallo stress, si abbandonano alle danze del momento.
Si sente sicura, amata, perchè desiderata con insistente ossessione. Prova sentimenti nuovi, gioie, passioni e sensazioni a lei sconosciute. E' rapita dall'estasi e dal piacere irrefrenabile, negategli dal lavoro, lo studio, la dedizione familiare e dagli impegni quotidiani, da tutte quelle occupazioni che le hanno conferito un ruolo all'interno della società. Per cui come furia si abbatte sull'uomo, sconffitto dal fascino che la danza sprigiona e che costituisce la sua arma più antica di difesa. Spendida e perfetta, non paventa confronti, ma ostenta fierezza e non teme avversari. Crede d'aver conquistato qualcosa, che le permette di prendere coscienza di sé e di affermarsi come soggetto attivo di fronte alla natura e alla società degli uomini. Cosa? Cos'hanno conquistato queste nuove ballerine? Cosa le ha liberate da una condizione, forse troppo opprimente, soffocante, insopportabile o eccessivamente gravosa? Che abbiano scoperto la vera essenza della "femminilità"? A questo punto è bene sfatare quel mito che vede legato il concetto medesimo di femminilità all' esaltazione esclusiva dell'erotismo femminile, destinato principalmente all'eccitamento maschile. Le danze stesse con la loro origine e il loro sviluppo ne sono valida prova. Lontano dalle mistificazioni e dai falsi stereotipi, che le accompagnano, queste si originano per motivi diversi: ora mistici e religiosi, ora sociali e difensivi, ora per garantire il benessere delle donne. Non a caso la danza orientale nasce come danza delle donne "per le donne", poichè legata agli antichi culti religiosi della terra, cerimonie per propiziare e celebrare la fertilità, nelle antiche società matriarcali della Mesopotamia. Quindi perchè non considerare la femminilità come motivo di benessere fisico e pisichico, nonché principalmente come insieme di attributi biologici, che distinguono un sesso dall'altro?
Chi dice che per poter considerarsi donne, basta ondeggiare o muoversi e camminare anche a tempo di danza in modo tale da attrarre l'attenzione del maschio? Questo sarebbe erotismo femminile? E perchè non esisterebbe modo migliore per esprimerlo, se non nel ballo? Forse perchè la danza presuppone un contatto fisico diretto? Eppure non tutte le danze si fondano su questo principio, come il balletto accademico, che allontana la ballerina dall'ambiente terreno o la pole dance (danza del palo spesso confusa con la lap dance), che evita addirittura qualsiasi contatto col pubblico, esprimendosi come forma acrobatica priva di qualsiasi riferimento erotico. Forse perchè molti balli di piglio popolaresco nascono anche come forme di corteggiamento? Si, ma nessuno di questi ( flamenco, pizzica, tammurriata, tarantella, ecc ecc) impone alla donna il ruolo d' oggetto sessuale, bensì quello di sposa, madre, fanciulla, amante, che seduce si, ma senza esporre la carne al compagno. O forse perchè il modo di intendere e sfruttare determinate perfomance "artistiche", rende le donne indipendenti? Come? Con la possibilità di essere ascoltate? Chiedere senza temere un rifiuto? E questo sarebbe il potere del femminile? La carta vincente, che in futuro vedrà le donne dar scacco matto all'uomo? Cretinate! Pure cretinate! L'indipendenza, il potere di opporsi o di esprimere la propria opinione, il valore di donna, essere umano, dotato di pari abilità e capacità dell'uomo, non si misura nè nell'interpretazione estremista di un'arte, nè nel vivere male la propria femminilità, attraverso di essa. Di conseguenza lo spettacolo offerto da quel tipo di ballerine altro non è se non una visione mistificata della realtà, immagine contorta di un mondo a portata di donna, ove attributo fondamentale della loro bellezza è l’artificio relativo tanto alla persona (trucco, abbigliamento), quanto all’ambiente in cui queste si muovono (festa, ballo, teatro, locali pubblici, ecc). E' ora di svegliarsi e, se proprio bisogna investire il corpo, investiamolo! Non in vetrina, non sulle piazze! Investiamolo per noi! Investiamolo per le donne! Poniamo dunque le condizioni affinchè esso diventi completamento di mente e spirito nella scoperta di ciò che è l'essenza della danza, madre di tutte le discilpline, riflesso dell'animo umano ed espressione del suo modo di essere, poichè un'arte non è fine a se stessa, ma può diventare fine per se stessi! |
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