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Anno VII n° 12 DICEMBRE 2011 PRIMA PAGINA |
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Considerazioni dopo il diluvio
Barcellona: disastro e disservizi
Dove sono finiti i soldi per la sicurezza del territorio? La politica va forse corretta dal basso, ma una buona amministrazione può ripartire dalle disgrazie
Di Francesca Bisbano
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Se ieri la catastrofe messinese era passata quasi inosservata, oggi la situazione non è certo migliore, perché, seppur lievemente graziati dall'informazione nazionale (RAI e TG COM si sono limitati a trasmettere qualche breve video dell'accaduto), affiorano nuovi e inquietati quesiti.
Difficoltà a parte, che vedono la cittadinanza attiva su ogni fronte: a Barcellona P. G. per esempio, non manca un civile munito di pala che scavi sotto i detriti per cercare di salvare il salvabile; notizie parziali e elitarie (c'è Monti che deve andare a Strasburgo, cosa potrebbe fregare agli italiani se in Sicilia i Messinesi hanno difficoltà a rimuovere dalle strade un po' di detriti!! Nulla!), disagi in tutti i settori, tristezza e sconcerto delle vittime, sembra che il problema riguardi esclusivamente comune e popolazione locale. Un Barcellonese scrive su facebook:
Sembra più il tentativo disperato di un gruppo di persone abbandonate a se stesse, che cerca di rimettere in sesto una città ormai simile ad un campo di guerra. Forse è così, se consideriamo lo stadio di incertezza, che in queste ore dilaga fra la popolazione. Gente che va, gente che viene in attesa del da farsi. Persone che ora si adoperano forse perché in passato hanno sbagliato? Abusivi? Ex piromani che davano fuoco alle campagne? Contadini, che volevano fare i signori e abbandonavano per questo i loro terreni in balia delle oscure forze della natura? E' possibile però che a causare le calamità e piangersele debbano essere sempre i privati? E' concepibile, lecito, giusto che le istituzioni abbandonino così parte dei loro governati? Ora, escluse polemiche, accuse e responsabilità varie di chi non ha valutato i rischi e le conseguenze, gli allarmi e tanta altra roba, perché continuare a negare? Perché i fondi, che mancano per mettere in sicurezza il territorio o per disporre piani di emergenza adeguati, appaiono poi miracolosamente per parrocchie, oratori, società sportive, consorzi ed enti fantasmi? Dunque se non è tempo di alzare il dito contro qualcuno o qualcosa, allora che si abbia la decenza di aprire gli occhi, di guardare all'Italia: al nord e al sud, che si uniscono nella tragedia, al dislivello che si elimina (non politicamente a quanto pare) tra terre, che per secoli sono rimaste fra loro divise. Sveglia italiani! Non siate pietisti, ma realisti! La politica va forse corretta dal basso, ma una buona amministrazione inizia dalle disgrazie, non per opera di un città, né di una provincia, ma di un'intera nazione, che oggi non piange per un'alluvione, per i dispersi, i morti, i feriti, quanti fra questi son disagiati, ma riflette e si pente per la sua stessa incoerenza. vedi anche: 26/11/2011 Ultima pagina del diario Barcellona: i giovani e l'alluvione Sono loro a cui si deve dire grazie, ma non dobbiamo pensare che siano degli eroi, sono invece un bell'esempio di buoni cittadini di Francesca Bisbano 25/11/2011 Terzo giorno Alluvione a Barcellona: 25 novembre, dal diario di un volontario... Il centro, dove questa sera si terrà una diretta RAI di “Mi manda Rai3”, è ripulito, ma il resto... di Francesca Bisbano 24/11/2011 Cronaca del dopo Alluvione a Barcellona: dal diario di un volontario, 24 novembre secondo giorno di Francesca Bisbano Non vedo autopompe per raccogliere i rifiuti, non vedo le pale e gli attrezzi promessi ai volontari, che per ore rimangono bloccati in attesa davanti al comune, senza poter agire da subito come vorrebbero! Vedo pochi piccoli bobcat scavare e tracciare condotti, un numero di operai e addetti a servizi di soccorso, che certo non possono............ 23/11/2011 Dove sta la RAI? Barcellona: il disastro ignorato Uno scandalo: il servizio pubblico ignora un disastro in Sicilia che solo internet comunica di Francesca Bisbano |
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