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 Anno VII n° 12 DICEMBRE 2011    -   DOCUMENTI


Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2011
Sicurezza e cittadinanza
La criminalità oltre l’emotività. Le tante forme della violenza quotidiana. Evoluzione della contraffazione e misure di contrasto. Le prospettive di mobilità economica e sociale degli immigrati. L’Italia vista dai nuovi italiani


Roma, 2 dicembre 2011

La criminalità oltre l’emotività.
Negli ultimi tre anni la criminalità in Italia è in calo: si è passati dai 2.933.146 reati denunciati nel 2007 ai 2.621.019 del 2010. L’Italia presenta un quoziente di 45,1 reati denunciati per mille abitanti, inferiore alla media europea di 57,1 per mille e alla gran parte dei Paesi europei. Resta però alto il sentimento di paura nei contesti urbani di dimensioni maggiori. In una classifica guidata da Stoccolma, Roma si trova al 21° posto, con il 78,9% della popolazione che si sente tranquilla nella zona in cui vive (tre anni fa la quota era più alta: l’86%). Migliori di quelli di Roma, i dati di Berlino (98,5%), Parigi (93,3%), Londra (91%) e Madrid (90,5%).

Le tante forme della violenza quotidiana.
Una indagine del Censis fotografa bene un clima sociale in cui si afferma con forza la primazia dell’io e la convinzione che le regole abbiano un peso relativo. L’85,5% degli italiani si arroga il diritto di essere il giudice unico dei propri comportamenti, affermando il primato della coscienza individuale. Il 67,6% ritiene che le regole non devono soffocare la libertà personale. Una libertà che può arrivare anche all’utilizzo delle cattive maniere per difendersi da quello che si considera un sopruso (la pensa così il 51,4%). Anche perché, se non ci si fa rispettare, non si riuscirà mai a ottenere il rispetto altrui (secondo il 70,7%). Aumenta così il conflitto. Tra il luglio 2010 e il giugno 2011 si sono svolte 241 manifestazioni di piazza con disordini, il 53,5% in più rispetto all’anno precedente, con un totale di 556 persone ferite, 1.486 denunciati e 100 arrestati.

Evoluzione della contraffazione e misure di contrasto.
Degli oltre 56.000 sequestri effettuati da Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane negli ultimi tre anni (quasi 175 milioni di pezzi sequestrati), il 57,6% ha riguardato accessori (il 36,7% dei sequestri, oltre 43 milioni di pezzi) e capi di abbigliamento (il 20,9%, oltre 37 milioni di pezzi). Seguono i sequestri di calzature (il 14,5%, oltre 11 milioni di pezzi), occhiali (il 6,2%, 2,5 milioni di pezzi), orologi e gioielli (il 5,9%, oltre 2 milioni di pezzi) e apparecchiature elettriche (il 4,2%, 3,5 milioni di pezzi). I sequestri di giochi e giocattoli sono stati l’1,7% del totale, per un numero però molto elevato di pezzi (oltre 23 milioni). Cosmetici e profumi rappresentano appena lo 0,3% dei sequestri, con il ritiro però di oltre 5 milioni di pezzi. La domanda di prodotti falsi si mantiene elevata nel tempo. Anche se tra gli italiani prevale chi ritiene che comprare oggetti falsi sia un reato (40%) o una fregatura (35%), circa un quarto dei consumatori non condanna l’acquisto di prodotti contraffatti, il 16% ritiene che sia un diritto del consumatore poter scegliere, così come avere prodotti «di marca» a costi contenuti (9%). E sono prodotti nei quali ci si imbatte quotidianamente, basta anche solo uscire di casa: per la maggior parte vengono acquistati infatti sulle bancarelle (65,2%), in spiaggia (16,8%) o nei negozi (15,3%).

Le prospettive di mobilità economica e sociale degli immigrati.
Da una recente indagine del Censis emerge che per gli immigrati vivere in Italia è una scelta di vita solida e soddisfacente. Il 54% ritiene che il nostro sia uno dei Paesi al mondo in cui si vive meglio e il 72,4% pensa che da qui a dieci anni non lascerà l’Italia. Anzi, il 45,8% prevede di acquistare una casa e il 16,4% di ristrutturare quella in cui vive. Lo studio viene visto come lo strumento più importante per garantire un percorso di crescita ai giovani. Il 98,4% degli immigrati farà studiare i propri figli. Solo il 19,9% pensa che studieranno il minimo indispensabile (la quota è del 29,5% tra gli italiani), mentre il 75,8% vorrebbe che prendessero una laurea (il 64,5% tra gli italiani).

L’Italia vista dai nuovi italiani.
A dispetto della crisi economica, per i nuovi italiani nel 2020 il nostro sarà sicuramente un Paese più benestante: ne è convinto il 65% degli immigrati. Secondo il 53,6% le industrie manifatturiere diminuiranno, ma l’Italia rappresenterà sempre di più un polo di attrazione per i turisti (79,2%) e si servirà sempre di più di energie alternative (83,8%). L’82,6% pensa che il numero degli stranieri continuerà ad aumentare e il 73,8% che la società italiana sarà sempre più aperta al mondo. Per il 68,2% saremo più solidali, più giusti secondo il 64,6%, e si costruiranno più reti di relazioni personali, di vicinato, di amicizia, che avranno per protagonisti anche gli immigrati (62,7%).



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