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Considerazioni dopo il diluvio

Barcellona: disastro e disservizi

Dove sono finiti i soldi per la sicurezza del territorio? La politica va forse corretta dal basso, ma una buona amministrazione può ripartire dalle disgrazie

Di Francesca Bisbano

Se ieri la catastrofe messinese era passata quasi inosservata, oggi la situazione non è certo migliore, perché, seppur lievemente graziati dall'informazione nazionale (RAI e TG COM si sono limitati a trasmettere qualche breve video dell'accaduto), affiorano nuovi e inquietati quesiti.

Difficoltà a parte, che vedono la cittadinanza attiva su ogni fronte: a Barcellona P. G. per esempio, non manca un civile munito di pala che scavi sotto i detriti per cercare di salvare il salvabile; notizie parziali e elitarie (c'è Monti che deve andare a Strasburgo, cosa potrebbe fregare agli italiani se in Sicilia i Messinesi hanno difficoltà a rimuovere dalle strade un po' di detriti!! Nulla!), disagi in tutti i settori, tristezza e sconcerto delle vittime, sembra che il problema riguardi esclusivamente comune e popolazione locale.

Un Barcellonese scrive su facebook:
    “AGGIORNAMENTI ORE 13:06. Questa mattina mi sono presentato davanti al comune e ho spalato il fango al di là del marciapiede. Dopo la seduta della Protezione Civile ci hanno indicato di andare nel Centro Vodafone di Gigliuto, come prima squadra di soccorso e gli altri da Via Operai in poi, davanti alle case, perché molte erano allagate. Non avevamo autopompe, alcuni nemmeno la pala, così hanno dovuto aspettare rifornimenti davanti al municipio. Intorno alle 11, la Protezione Civile raggiunge la prima squadra di volontari per dare manforte. Degli altri nessuna notizia. Ora sono a casa. Verso le 15,00 ritornerò sul posto per continuare a dare una mano.”
Questo sarebbe un pronto intervento?

Sembra più il tentativo disperato di un gruppo di persone abbandonate a se stesse, che cerca di rimettere in sesto una città ormai simile ad un campo di guerra. Forse è così, se consideriamo lo stadio di incertezza, che in queste ore dilaga fra la popolazione. Gente che va, gente che viene in attesa del da farsi.
Persone che ora si adoperano forse perché in passato hanno sbagliato?
Abusivi?
Ex piromani che davano fuoco alle campagne?
Contadini, che volevano fare i signori e abbandonavano per questo i loro terreni in balia delle oscure forze della natura?
E' possibile però che a causare le calamità e piangersele debbano essere sempre i privati?
E' concepibile, lecito, giusto che le istituzioni abbandonino così parte dei loro governati?

Ora, escluse polemiche, accuse e responsabilità varie di chi non ha valutato i rischi e le conseguenze, gli allarmi e tanta altra roba, perché continuare a negare?
Perché i fondi, che mancano per mettere in sicurezza il territorio o per disporre piani di emergenza adeguati, appaiono poi miracolosamente per parrocchie, oratori, società sportive, consorzi ed enti fantasmi?
Dunque se non è tempo di alzare il dito contro qualcuno o qualcosa, allora che si abbia la decenza di aprire gli occhi, di guardare all'Italia: al nord e al sud, che si uniscono nella tragedia, al dislivello che si elimina (non politicamente a quanto pare) tra terre, che per secoli sono rimaste fra loro divise.

Sveglia italiani!
Non siate pietisti, ma realisti!
La politica va forse corretta dal basso, ma una buona amministrazione inizia dalle disgrazie, non per opera di un città, né di una provincia, ma di un'intera nazione, che oggi non piange per un'alluvione, per i dispersi, i morti, i feriti, quanti fra questi son disagiati, ma riflette e si pente per la sua stessa incoerenza.


vedi anche:
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25/11/2011
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Non vedo autopompe per raccogliere i rifiuti, non vedo le pale e gli attrezzi promessi ai volontari, che per ore rimangono bloccati in attesa davanti al comune, senza poter agire da subito come vorrebbero! Vedo pochi piccoli bobcat scavare e tracciare condotti, un numero di operai e addetti a servizi di soccorso, che certo non possono............
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Argomenti:   #barcellona ,        #disastro ,        #messina ,        #politica ,        #sicilia ,        #società



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