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Mostra di fotografia dell'ottocento

AST ZONE. Antonio Beato, Felice Beato E Adolfo Farsari. Fotografi veneti attraverso l’Oriente dell’Ottocento

Piazzola sul Brenta (PD), Villa Contarini, dal 17 dicembre 2011 al 1 aprile 2012


Felice Beato, Giappone, The Belle of the Period, 1868. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 210x270.
Quando la fotografia era ancora sperimentale, raccontarono il mondo e furono protagonisti della nascita del fotogiornalismo e del reportage. Fecero scoprire il Giappone, e le meraviglie dell’Egitto, agli Europei, portarono la fotografia nelle terre d’oriente, partendo dal Veneto. Loro sono Antonio e Felice Beato, due fratelli greco-veneziani, e Adolfo Farsari, vicentino. Una mostra, dall'indicativo titolo di “East Zone”, per la prima volta documenta in modo esteso la loro arte. Raccontando anche uno scambio culturale tra l’est italiano e il lontano Oriente, scambio nei due sensi poiché i tre fotografi veneti influenzarono la storia della fotografia in Giappone ma da questo e dagli altri Paesi visitati trassero elementi che influenzarono la loro maniera di “fare fotografia”.
Interessante è come la mostra proponga, accanto alle immagini dei tre protagonisti, una carrellata di foto di confronto per dar conto di come queste terre lontane seppero calamitare, affascinare fotografi di diverse provenienze.

Adolfo Farsari, Giappone, Famiglia, ca. 1887. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 245x194.
Ad ospitare la mostra, dal 17 dicembre al primo aprile 2012, sarà Villa Contarini, la reggia delle Ville Venete, oggi proprietà della Regione Veneto, a Piazzola sul Brenta, vicino a Padova. La mostra è curata da Magda di Siena e promossa da Regione del Veneto, Photosophia e Immobiliare Marco Polo, società regionale di gestione di Villa Contarini. Felice Beato è avvicinato alla fotografia dal fotografo della Zecca Ottomana, James Robertson, affiancandolo nel suo lavoro a Costantinopoli. A loro si unisce il fratello di Felice e prendono vita le grandi spedizioni fotografiche: Malta (nel 1854-1856), in Grecia e Gerusalemme (1857).

Scoppia la Guerra di Crimea e Felice, con Robertson, crea reportage di guerra che fanno il giro del mondo e contribuiscono non poco ad orientare l’opinione pubblica inglese ma non solo. É il primo esempio di grande fotogiornalismo di guerra.
Felice Beato, Kanasawa, Traghetto, 1868. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 268x208
Felice Beato è poi in Cina, ancora al seguito dell’esercito inglese stavolta impegnato nella Guerra dell’Oppio. Negli anni ’60 i tre fotografi si dividono; Antonio si trasferisce in Egitto, mentre Felice è in Inghilterra. Nel 1863 si trova già a Yokohama, in Giappone, in società con Charles Wirgman, un illustratore giornalista che Beato aveva già incontrato ai tempi della Cina e col quale aveva viaggiato a lungo.

Le fotografie giapponesi di Beato rivestono particolare importanza documentaria poiché riprese in anni in cui l’accesso degli stranieri era decisamente avversato. Il suo corposo archivio di negativi nel 1866 viene distrutto dal grande incendio di Yokohama. Per quasi due anni è impegnato a ricostituire un adeguato fondo di immagini, che pubblicherà negli anni successivi in due diversi volumi, “Native Types” e “Views of Japan”, oggi conservati presso il Victoria and Albert Museum a Londra.
Kimbei Kusakabe, Giappone, Samurai, ca. 1880. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 265x210.
Nel 1871 è il fotografo ufficiale di una spedizione navale statunitense in Corea e nel 1873 viene nominato Console Generale per la Grecia in Giappone. Nel 1884 lascia il Giappone e si reca in Egitto, fotografo ufficiale di una spedizione diretta in Sudan, a Khartoum, in soccorso del generale Charles George Gordon.

Torna in Inghilterra, ma già nel 1888 lo troviamo in Birmania. Proprio in quell’anno a Yokohama muore Robertson, Felice Beato continua la sua attività e le ultime notizie di questo stravagante ed avventuroso personaggio si ritrovano nel 1907, quando la sua compagnia “F. Beato Ltd” viene liquidata.

Antonio Beato, Medinet Habu, Tempio di Ramesse III, ca. 1870. Stampa all’albumina, mm. 263x210.
Anche le ultime notizie di Antonio risalgono a quegli anni; un documento, infatti, riporta l’annuncio di vendita del suo studio fotografico, emesso dalla vedova Beato a Luxor nel 1906. Intanto in Giappone lo studio fotografico di Felice Beato passato a Baron Von Stillfried nel 1877, finisce, nel 1885, nelle mani di un altro veneto: il vicentino Adolfo Farsari.

Dopo aver viaggiato a lungo in Occidente ed aver partecipato, come militare, a diverse guerre (fu anche volontario nella guerra civile americana), Farsari si era stabilito a Yokohama specializzandosi nell’importazione di libri e riviste e dedicandosi alla fotografia.

Di notevole capacità imprenditoriale e dotato di forte senso estetico, Farsari fa del suo studio un punto di riferimento per la fotografia giapponese del tempo. Le sue foto sono di straordinaria bellezza e si distinguono soprattutto per la qualità della colorazione. Le sue tecniche fotografiche e i suoi alti standard qualitativi influenzano notevolmente la fotografia come forma d’arte in Giappone, ma anche in Cina e in altri paesi d’Oriente.

Adolfo Farsari, Giappone, Adolfo Farsari, Giappone, Due Geisha, ca. 1887. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 216x285., ca. 1887. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 216x285.
Sicuramente le foto di Farsari pubblicate in occidente, contribuiscono a plasmare l’immagine che si ha negli immaginari collettivi contemporanei del Giappone medievale. Farsari nei soggetti e nelle scenografie delle sue opere si ispira al grande artista giapponese dell’ukiyoe Hiroshige, il quale nell’ultimo periodo della sua produzione artistica si cimenta con l’emergente sperimentalismo fotografico.

Nella primavera del 1890 Farsari fa ritorno a Vicenza con la figlia Kiku, avuta da una relazione con una giapponese, le ultime immagini lo ritraggono vestito alla maniera orientale assieme a sua sorella nella casa di Arcugnano.

A Vicenza è considerato un personaggio stravagante, spesso nominato nel foglio satirico locale ‘La freccia’. Muore nel 1898 senza aver fatto ritorno in Giappone. Anche se notizie del suo studio fotografico appaiono nel Japan Directory con il vecchio nome di Farsari and Co. ancora per moltissimi anni fino al terremoto del 1923.

Felice Beato è uno dei pionieri delle riprese fotografiche e del fotogiornalismo soprattutto del reportage di guerra.

Adolfo Farsari, Giappone, Ragazze in cucina, ca. 1887. Stampa all’albumina colorata a mano, mm. 254x210.
In Giappone la sua influenza è notevole, sia in termini di vero e proprio insegnamento delle tecniche di ripresa, sia per il livello della documentazione che ha prodotto. Bisogna tener conto che nella sua lunga attività ha vissuto l’evoluzione dei materiali sensibili e li ha praticamente utilizzati tutti, cominciando dai negativi al collodio umido stampati sulle carte all’albumina fino, probabilmente, alle lastre in gelatina al bromuro d’argento.

Deve essere considerato un pioniere anche delle tecniche di colorazione a mano delle copie positive. I suoi reportage hanno il merito di aver portato in Occidente immagini di luoghi e di persone fino a quel momento praticamente sconosciuti.

Antonio ne seguì le orme, ma le sue foto sono principalmente concepite come souvenirs, egli riprende sovente monumenti e architetture. Adolfo Farsari, “erede” della ricca attività commerciale di cui il veneziano F. Beato era stato il pioniere, avrà modo di perfezionarla e di avvalersi dei migliori coloristi giapponesi per fare delle sue fotografie dei veri e propri capolavori.


EAST ZONE. ANTONIO BEATO, FELICE BEATO E ADOLFO FARSARI.
Fotografi veneti attraverso l’Oriente dell’Ottocento.
Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (Padova)
17 dicembre 2011 – 1 aprile 2012.

Orario: 10 - 16 (mercoledì chiuso, chiuso inoltre Natale e Capodanno).
Ingresso alla Mostra: gratuito.
Ingresso alla Villa: interi euro 5,50, ridotti 4,50.

Per informazioni e prenotazioni:

www.villacontarini.eu
villacontarini@regione.veneto.it
tel. 049.8778272 / 3

Mostra promossa ed organizzata dalla Regione del Veneto, da Photosophia e da Immobiliare Marco Polo. A cura di Magda di Siena.


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