REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VIII n° 1 GENNAIO 2012 TERZA PAGINA


Antonino Gentile: il pittore che manipola forme e colori
Di Francesca Bisbano


“Io non sono un pittore: sono un uomo che cerca di creare con le idee delle forme!”.
Così Antonino Gentile descrive se stesso e indica le sue opere, che senz'altro stupiscono per semplicità e creatività artistica.

Gentile, nato nel 1944 a Barcellona P. G. dove vive e lavora, non è pittore accademico, per nulla convenzionale, bensì è creatore, inventore, abile manipolatore di forme e colori, che ora dilettano la fantasia dello spettatore, ora invece offrono a quest'ultimo vari spunti di riflessione per mezzo della scomposizione e il superamento degli schemi artistici, elaborati dai maestri del secondo novecento.

Lavori multiformi i suoi, dove certamente non manca il tema impegnato, dalla politica alla denuncia sociale, né il richiamo a valori lontani ed esperienze passate: storia e ricordi, sono filtrati tramite le tradizioni più antiche: si pensi ad esempio all'uso della simbologia dei tarocchi, come metafora e similitudine per esprimere un concetto o argomento particolare, nonché all'immancabile riferimento ai caldi e solari paesaggi siciliani, che sottolineano, tra l'altro, il forte senso d'appartenenza dell'artista ai luoghi natii.

 
Antonino Gentile, Telescultura, tecnica mista 65x85,5

Una passione che diventa ricerca, studio ed esperienza, la quale è maestra di vita, se non monito e guida per l'osservatore. E' cultura, dove la pittura incontra la scultura e si proietta in nuove tecniche, verso l'elaborazione di quei prototipi, simbolo di un nuovo sentire e concepire l'essenza dell'arte. Un'arte, che ricerca se stessa ed allo stesso tempo, conduce il suo creatore lungo un percorso, un viaggio di cui ancora non si conosce la meta.
Colori luci e forme diverse investono lo spettatore, che s'interroga, commenta, partecipa divertito vedendo ora un bel paesaggio, una composizione, una trama esteticamente piacente; ora un a metafora di scandalo; ora una satira a chi in parlamento ci rappresenta, alle istituzioni, agli organi, che detengono ogni potere; al valore sbagliato o a quello che è stato dimenticato; alla cultura di massa o a quella elitaria; alla nascita; alla storia; all'uomo in tutta la sua entità. Così come novello Demiurgo, Gentile gioca e stuzzica la critica del pubblico spettatore, che trova emozione e piacevolezza nell'opera.

Antonino Gentile, Telescultura, tecnica mista 55x65,5
Critiche a parte, Gentile colpisce non solo per doti e capacità artistiche, ma anche per la semplicità e la naturalezza, con cui rende l'arte accessibile, alla portata di tutti e restituisce a questa uno dei suoi ruoli primari, ossia quello della comunicazione su ampia fascia.
Arte che comunica, vive e si muove con propria indipendenza. Che sia questo lo scopo ultimo della ricerca condotta dal nostro artista?

Il fine non è scritto, ma è pur certa una cosa: Oscar Wilde diceva che “L'Arte non deve tentare mai di farsi popolare. Il pubblico deve cercare di diventare artistico!”, dunque potremo intendere che artista è chi trasforma l'osservatore in protagonista.
E forse l'opera di Gentile in questo ci riesce, proprio perché egli, prima che dagli schemi e dagli automatismi della tecnica, è lontano dai buoni apprezzamenti della critica. Diffida del successo e crede in quello che realizza.
Antonino Gentile, Senza titolo, tecnica mista 40x50

Questo lo rende speciale, almeno per chi umilmente si avvicina alle sue opere. Questo, a mio avviso, è l'impatto, l'approccio che vuole creare, nonché il fascino tendenzialmente esercitato sul pubblico.
Allora direte: qual è la novità?
Non esiste nessuna novità, ma una grande verità: la semplicità.

Con estrema umiltà e franchezza, Gentile infatti supera i “nuovi” pittori, gli artisti “di se stessi”, quanti ormai sono troppo impegnati a creare opere belle o innovative, parte di una realtà però, che si pone fuori dall'occhio umano, dall'occhio del pubblico e dunque dalla percezione stessa dell'arte.


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