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Un ponte tra la Sardegna e l'Algeria Vogliamo Rossella Urru libera Motta San Giovanni ha lanciato una campagna per richiedere la liberazione di Rossella Urru. Le giocatrici della Torres con il presidente Marras e la dirigenza sarda hanno dedicato il prestigioso premio "Grand Prix Corallo" Di Silvia Sanna
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Rossella ha 29 anni e un sorriso dolce che non chiede niente in cambio.
Lo vedo dalla fotografia che la ritrae con un bambino algerino tra le braccia: uno dei tanti bambini ai quali Rossella Urru ha offerto il suo abbraccio di volontaria. In questo momento si sarebbe potuta trovare tra pareti familiari e pulite, davanti al fuoco crepitante del camino della sua casa a Samugheo, piccolo paese della Sardegna. Oppure a concludere il giro per le case degli amici a fare gli auguri di un nuovo anno sereno. Invece dallo scorso 23 ottobre Rossella si trova tra le mani dei suoi rapitori al sud della sconfinata Algeria. Si trovava nel campo profughi per rifugiati Saharawi, dove lavorava come cooperante per il Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli, Cisp , quando è stata prelevata dal commando di una cellula dissidente di Al Qaeda che l'ha fatta inghiottire silenziosamente nel nulla del deserto, insieme ai due colleghi spagnoli Enric Gonyalons e Ainhoa Fernandez de Rincon. Nel suo paese natale è nato un comitato spontaneo che richiede la liberazione della ragazza, sperando che non si tratti di un grido nel deserto che passa inosservato. Alla gente comune, dall'isola alla penisola, non è di certo passato inosservato quest'urlo lancinante, tanto che le iniziative dedicate a Rossella si moltiplicano di giorno in giorno su e giù per lo stivale, isole comprese. L'ultima si è tenuta sabato 7 gennaio (a favore di telecamere di Raisport) sull'erbetta dello stadio "Vanni Sanna" di Sassari, in occasione del match della massima serie di calcio femminile che ha visto le pluricampionesse della Torres sfidare le seconde in classifica del Bardolino Verona. Partita che, calcisticamete parlando, rappresentava una sfida senza esclusione di colpi. Lo spirito solidale ha avuto la meglio e la sfida è diventata un incontro giocato dalle due compagini avversarie con un unico motto: ROSSELLA LIBERA. Entrambe le formazioni, infatti, sono scese in campo esibendo una fotografia della ragazza rapita e sollevando lo striscione con la scritta in italiano e arabo, per richiedere la liberazione immediata di Rossella Urru. Sugli spalti, il numeroso pubblico (tra cui i famigliari, gli amici e i compaesani di Rossella) ha scandito per tutta la durata della partita cori dedicati alla giovane cooperante e la sua fotografia campeggiava in ogni angolo delle tribune. A lei le giocatrici della Torres con il presidente Marras e la dirigenza sarda hanno dedicato il prestigioso premio "Grand Prix Corallo", che viene assegnato ogni anno alle migliori società sportive per meriti sul campo. L'augurio delle giocatrici è che Rossella possa presto ritirare di persona il premio dalle mani del capitano Elisabetta Tona. Dopo la recente liberazione di Francesco Azzarà, volontario di Emergency, rapito lo scorso 14 agosto e rilasciato a ridosso del Natale, anche la sua città natale, Motta San Giovanni ha lanciato una campagna per richiedere la liberazione di Rossella Urru, appendendo tra l'altro la gigantografia della ragazza sulla facciata del palazzo del comune di Motta. Un bel ponte, quello tra l'isola di provenienza della giovane cooperante di Samugheo e il volontario calabrese che si spera arrivi fino all'Algeria, per riportare al più presto Rossella a casa. Argomenti: #motta , #rapimento , #sardegna , #urru Leggi tutti gli articoli di Silvia Sanna (n° articoli 54) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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