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Letto per voi

“Una forma di vita” di Amélie Nothomb


Di Silvia Sanna

Amelie Nothomb autrice e personaggio del suo stesso libro.
La scrittrice belga intesse la narrazione partendo dalla sua quotidianità di donna e scrittrice. Tra le centinaia di lettere che ogni giorno riempiono la sua cassetta postale, ce n'è una che la colpisce particolarmente: quella del soldato americano di stanza in Iraq Malvin Mapple, che conosce tutta la produzione letteraria della Nothomb.

È questo il primo elemento che porta l'autrice a rispondere alla missiva e, giorno dopo giorno, ad appassionarsi a questa corrispondenza quanto meno stravagante. Ma c'è ancora un particolare che la Nothomb scoprirà lettera dopo lettera e che la porterà ad essere quasi 'dipendente' dall'arrivo della corrispondenza del soldato americano: Malvin, infatti, descrive se stesso come un obeso, così divenuto in seguito ad una sorta di apatia, mista a depressione, che colpisce un gran numero di soldati in missione. Una sorta di bulimia nervosa causata dalle costrizioni della vita militare, dall'orrore della guerra e dall'incapacità di reagire a tutto ciò che ne consegue.

Malvin descrive scrupolosamente il suo corpo e svela ad Amélie di non essere l'unico obeso della compagnia: insieme a lui, infatti, altri militari affogano il dolore, la paura, la follia nel cibo, impedendo a se stessi di muovere un passo, di tornare alla normalità e di essere accettati nella società militare come in quella civile. Malvin e i suoi vengono presi di mira, umiliati, picchiati dai commilitoni che hanno cura del proprio corpo, ma non delle azioni che li spingono goni giorno a far saltare la testa a civili inermi e terrorizzati, in quella esportazione aggressiva della democrazia che ben conosciamo.

Improvvisamente, però, la corrispondenza si interrompe: il soldato non risponde alle lettere di Amélie, che si preoccupa e pensa al peggio. La scrittice riesce in qualche modo a scoprire il perché di quel silenzio e a raccontare, come lei sa fare, l'ennesima storia nella storia nella Storia.


Una forma di vita
Amélie Nothomb
Titolo originale:
Une forme de vie
Traduzione di Monica Capuani
116 pag., 14,00 €
Edizioni Voland 
collana Amazzoni
Data uscita16/02/2011
ISBN 978-88-6243-078-4

"Quella mattina ricevetti una lettera diversa dal solito". Inizia così l'ultimo libro di Amélie Nothomb, in cui la scrittrice si confronta con un genere che conosce bene, quello epistolare. Amélie infatti passa parte del suo tempo a rispondere alle lettere dei suoi numerosissimi fan. La lettera arriva da un soldato americano di stanza a Bagdad, Melvin Mapple. Siamo agli inizi della presidenza Obama. L'uomo spera di tornare a casa. Come molti soldati americani in Iraq è afflitto dalla bulimia e da un'obesità sempre più preoccupante, legate alla paura degli attentati, all'orrore della repressione e alle costrizioni della vita militare. Poco a poco Amélie si affeziona al soldato Mapple e ai suoi compagni obesi, quelli di taglia XXXXL. Per aiutarlo a trovare una via d'uscita, gli suggerisce di praticare la body art fotografando se stesso e il cibo in ogni momento della giornata. All'improvviso però Melvin Mapple smette di scriverle e Amélie, sconcertata, tenta di ritrovarlo... Il finale è naturalmente del tutto inatteso. In questo romanzo l'autrice torna ad affrontare temi a lei profondamente congeniali, come la bulimia, la solitudine e la fuga nella monomania.


Argomenti:   #libro ,        #nothomb ,        #recensione ,        #romanzo



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