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 Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012    -   RECENSIONI


Letto per voi
“La moneta della discordia” di Giovanni Moro, Mazzuca Lucia, Ranucci Roberto

Di Giacomo Nigro


In occasione del decimo anniversario dell’introduzione dell’euro, Giovanni Moro mira con il suo libro ad approfondire l’intreccio che intercorre tra la moneta unica e la cittadinanza europea, intreccio da cui dipende il destino, anche economico, dell’Europa.
Egli non si definisce un tifoso dell’euro, ma precisa che cosa è l’euro veramente e che cosa esso rappresenta. Introdurre un nuova moneta non è stata una operazione riguardante solo i governi e le banche, si è trattato di un cambiamento che ha investito e investe tutti i cittadini. L’euro ha portato con sé nuove identità, relazioni, valori materiali e immateriali, simboli, modelli culturali e stili di vita, diritti e poteri, ha legato i cittadini europei in un unico destino, rafforzando la dimensione comunitaria.

Qualcuno (l’ex premier Silvio Berlusconi) mentre stava per rimettere il mandato ha dichiarato che l’euro “non ha convinto nessuno, come moneta”. Giovanni Moro non la pensa allo stesso modo: “Non è vero. I cittadini, ad esempio, li ha convinti: lo usano da 10 anni. Se non lo volessero più, sarebbe già sparito. L’euro è la seconda moneta, dopo il dollaro, sui mercati internazionali. I dati dicono che in Italia ha abbattuto i tassi di interesse e l’inflazione, ha favorito gli scambi commerciali e favorito le economie di Paesi che da soli non avrebbero retto al mercato globale. Persino la Germania, da sola, non ce l’avrebbe fatta”.

Però qualche problema c’è. I sondaggi mostrano che molte persone sono convinte che l’euro abbia portato più svantaggi che vantaggi. L’Autore precisa che: “Dopo l’introduzione dell’Euro c’è stato un aumento dell’inflazione percepita, che è diversa da quella reale perché si basa su un paniere legato a spese più immediate e tende a “cancellare” la memoria dei prezzi che sono diminuiti (ad esempio, per l’elettronica). L’inflazione percepita è importante, perché, se si pensa che tutto sia aumentato, si tende a consumare di meno. Anche per questo rinfocolare certi sentimenti popolari è negativo per il Paese e per i cittadini. L’euro è una moneta legata a un esperimento politico. Ma ci sta costringendo a superare alcune asimmetrie, come il fatto che l’Europa abbia il controllo della politica finanziaria, ma non di quella economica o fiscale. L’euro, ora che siamo sull’orlo dell’abisso, ci sta spingendo ad aumentare i fondi europei per gestire e prevenire le crisi, e a dare più poteri all’Ue sulla politica economica dei singoli Paesi”.

Al di là del fatto che non è previsto un meccanismo per l’uscita dall’euro, se tornassimo alla lira, sarebbe un evento dalle conseguenze catastrofiche. Il valore della “nuova lira” crollerebbe subito, i patrimoni costruiti si svaluterebbero, con conseguenti fallimenti a catena di imprese e riduzione a carta straccia dei risparmi costruiti dalle famiglie. La UBS ha fatto il calcolo di quanto costerebbe, ai cittadini europei, l’uscita della Grecia dall’euro: 10 volte di più di quanto stiano costando ora i piani per tenerla nell’euro. Basti pensare che le banche dei principali Paesi europei hanno titoli greci per un valore di centinaia di miliardi di euro, e in caso di una uscita di Atene dall’eurozona fallirebbero”.

L’altra faccia della moneta – spiega Moro – è costituita dagli aspetti culturali, sociali, politici, di economia quotidiana e di pratiche di cittadinanza. Ma nel dibattito pubblico, in Italia e in Europa, sull’euro e la crisi si tralasciano questi elementi perchè prevalgono gli elementi macroeconomici e di finanza globale. L’euro ha dato forma alla cittadinanza europea, ha creato un senso di appartenenza, di coesione. Ha dato materialità all’essere cittadini europei di quasi mezzo miliardo di persone. L’euro è l’unica lingua comune in un’unione che di lingue ne ha 22, è lo strumento comune che ci permette la libertà di movimento in Europa senza spese di cambio. L’identità dei cittadini europei oggi è fortemente legata alla libertà di movimento: basti pensare che nel 2010 il 49% dei cittadini dell’eurozona è stato in un altro Paese dell’eurozona. Ecco perchè l’euro è il luogo in cui va a manifestarsi tale identità comune.

La moneta si fonda sulla fiducia, è un meccanismo magico. Ma richiede anche un impegno diretto degli stessi cittadini, tutti dobbiamo essere guardiani della moneta.


La moneta della discordia. L'euro e i cittadini dieci anni dopo
Autori: Moro Giovanni; Mazzuca Lucia; Ranucci Roberto
Prezzo di copertina € 14,00

Editore Cooper
Collana The Cooper Files
Data uscita 20/10/2011
Pagine 136, brossura
ISBN: 8873941893
ISBN-13: 9788873941897

Giusto dieci anni fa, in 12 paesi europei le monete nazionali furono sostituite dall'euro, la moneta corrente di quasi mezzo miliardo di persone. Negli ultimi tempi dell'euro si parla molto, ma sempre in termini macroeconomici o di finanza, e per lo più male, come tallone di Achille dell’Unione europea di fronte alla crisi finanziaria globale, quando non come la causa di tutti i suoi problemi. La moneta unica, però, ha anche una faccia nascosta, quella costituita dagli aspetti culturali, sociali, politici e di economia della vita quotidiana di ogni cittadino europeo. Introdurre una nuova moneta, infatti, non è un’operazione che riguarda solo i governi e le banche. È invece una vera e propria rivoluzione che investe tutti e porta con sé nuove identità, relazioni, valori materiali e immateriali, simboli, modelli culturali e stili di vita, diritti e poteri. Questo libro è un viaggio attraverso il lato nascosto dell'euro e l'intreccio tra la moneta unica e la cittadinanza europea. Da questo intreccio dipende il destino anche economico dell'Europa. Con un'intervista a Romano Prodi.



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