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Mauro Capelli, Irresistibile, 2011 tecnica mista su tela, cm 90x80
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Va scomparendo la trama fitta e regolare della tela, che riemerge con effetti di collage solo come materia allo stato grezzo, come pelle nuda di un quadro, come squarcio in un intonaco o lacuna in un affresco. E il tessuto pittorico assume la consistenza di una superficie muraria, preparato riscoprendo le potenzialità di un materiale isolante proprio dell’edilizia più che della pittura. Facendosi così materica, la riconoscibile cifra stilistica di Mauro Capelli, dagli anni Novanta, si è confrontata con la tradizione novecentesca di una certa pittura lombarda, in particolare bergamasca, intrapresa sui cavalletti di studi d’artista sin dal dopoguerra e ne ha preso le distanze accendendola con colori sgargianti, liberandola da toni di sobria austerità.
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Mauro Capelli, Bergamo, città di storia,
tecnica mista su tela, cm 80 x 140
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Nelle sue tele che si reinventano muri anche di ariose dimensioni, a verticalizzare le figure e restituire ampiezza all’orizzonte di paesaggi bergamaschi sprofondati nel colore, questo pittore - di una giovane generazione ormai orfana di grandi pareti e, spesso come in questo caso, quasi autodidatta - a suo modo rievoca il tema accademico del muro e sembra riaprire un dialogo con trascorse generazioni di frescanti cresciuti in botteghe d’arte e su ponteggi. Ma questa pittura non sussurra come un affresco, con nitido segno e lievi, terse, temperate stesure di colore; piuttosto si fonda su di una concretezza genuina, tangibile, quasi ruvida e si carica di generosi accenti cromatici, che hanno in sé qualcosa del carattere, della lingua, della cultura del popolo orobico.
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Mauro Capelli, Interno blu, tecnica mista su tela, cm 70 x 60
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Prende corpo il colore nell’eterno feminino di Capelli. Questi gli ha affidato la sua poetica e vi ha materializzato la sua pittura sin dagli esordi, sotto la guida dello scultore e pittore Cesare Benaglia: gli eterei profili femminili studiati a china su carta sono cresciuti sulla tela, vestendosi d’intensità, illuminandosi di toni di giallo e bagliori di bianco, approfondendosi in toni di rosso e di blu. S’increspa anche la materia pittorica di verdi, viola e arancioni su clivi e declivi del familiare paesaggio delle valli bergamasche, che - percorso da correnti cromatiche - si dispiega di tela in tela, aprendosi con la sospensione di un filare di alberi o di una macchia di casolari, sconfinando da appezzamenti solcati dal retro di un pennello, affacciandosi al limitare di una densa striscia di mare e cielo. In ricordi d’estate come in trionfi d’autunno.
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Mauro Capelli, Strade con camion per S. Pellegrino,
tecnica mista su tela, cm 81 x 100
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Siedono e si distendono, sognano, si specchiano e danzano su campiture spatolate di colore le muse di Capelli, quasi non finite e già pronte a svanire, in parte sfuggenti e appena incise, in parte imponenti e dense di pittura. Affollano il piccolo studio del pittore, ne animano le pareti intrise di luce, in un angolo verde della Val Brembana erto e sospeso oltre un ponte. Paiono indifferenti a quel mondo di tela che le circonda, dove corrono binari del tram tra quinte di palazzi in Corso Italia a Milano, si getta sull’Arno il Ponte Vecchio a Firenze e si accastellano cupole, campanili, torri e tetti sui colli di Bergamo alta, mentre si snoda in lontananza la strada camionabile per San Pellegrino, si allunga una veduta urbana ai limiti dell’iperrealismo e attende al sole la facciata di una storica casa di Branzi.
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Mauro Capelli, Canali veneziani, tecnica mista su tela, cm 60 x 73
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L’idea della pittura a cui Capelli dà figura senza volto si tinge di blu all’alba e sbianca come biacca, arrossisce come paesaggio al tramonto e s’impreziosisce di dorature. È una teoria di «bellezze oniriche» - così le chiama il pittore – che, astratte dalla materia, vivono di «trasparenze e colore», consapevoli che le une non negano l’altro.
In apparenza improvviso si sente uno scintillio di fiori, incisi su toni di bianco nella meditata sintesi di un quadro di ricerca; s’accostano due ritratti che ritratti non sono: i segni del primo si compongono in una calligrafia indecifrabile, come scampoli di stoffa risalgono il secondo quali fregi.
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Mauro Capelli, Dana (dalla serie - Ombre colorate), tecnica mista su tela, cm 90 x 80
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Allora le figure restano solo «ombre colorate» a stagliarsi su tele grezze di grandi dimensioni. Sono le più recenti composizioni: anime di garza che prendono forma stratificandosi tono su tono, alleggerendo il peso di una materia edile e pittorica che tenta di costruirle, di definirle, di isolarle.
Si incontrano profili di amanti in un dialogo di silenzi; si lasciano intravedere figure femminili, mentre levano lo sguardo oltre i confini di un cielo su tela; si staglia etereo e luminoso un Cristo crocifisso nella penombra di garze dai toni terrosi; si manifesta l’origine della vita in un grande tondo che è forse l’esito più alto di questa ricerca spinta ai limiti del materico e dell’iconico.
MAURO CAPELLI Irresistibile
Franca Pezzoli Arte Contemporanea, Via Mazzini, 39 Clusone
Dal 25 Febbraio al 25 Marzo 2012
Inaugurazione Sabato 25 Febbraio dalle ore 18 :00 alle 22 :00
Orari galleria:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30
chiuso il Mercoledì
Ingresso libero
Catalogo in galleria
testo critico a cura di: Elisabetta Calcaterra
Informazioni:
Tel. e Fax 0346.24.66
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