REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012 - EVENTI |
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Così, in concomitanza con “Il Divisionismo. La luce del moderno” allestita a Rovigo, in Palazzo Roverella, dal 25 febbraio al 24 giugno 2012, a Villa Badoer saranno in mostra le ceramiche di Galileo Chini. Nella mostra convergeranno, concessi da collezionisti italiani e stranieri, e dalle collezioni della Manifattura Chini, le più belle ceramiche create dall’artista toscano negli anni che lo videro avvicinarsi al Liberty e alla Secessione Viennese, con un focus proprio sulla importante produzione ispirata dalla tecnica della scomposizione ottica dei colori, quindi del Divisionismo.
L’affinità di Chini con la ceramica è assoluta, avendo lui stesso dato vita a Firenze nel 1896 all’attività dell’arte della ceramica assieme ad un gruppo d’amici artisti secondo i principi dell’Art Nouveau: trasformare gli artisti in artigiani e questi ultimi in artisti. Simbolo della manifattura sarà una melagrana, a coagulare la creatività di tanti in un ambiente colorato e fecondo. Si presenta, con successo, con i suoi vasi e le sue creazioni, alle mostre di Londra del 1898 e di Parigi (1900), Torino (1902). Proprio all’esposizione piemontese, la Zarina Alessandra si appassionò alle sue creazioni acquistandone diversi pezzi, che entrarono a far parte della sua già importante collezione.
Per le ceramiche di Chini si apre un mercato internazionale, tanto che compaiono in vendita persino da Tiffany a New York. Nel frattempo Chini collabora con l’architetto Michelazzi per la decorazione a ceramica di facciate e interni liberty a Firenze. Il successo riscosso alla Biennale di Venezia del 1907 con le decorazione della Sala del Sogno, che furono ammirate anche dal Re del Siam, lo riportò a Venezia nel 1909 per la realizzazione della grande decorazione a tempera della cupola della sede della Biennale. Nel 1911 proprio il Re del Siam chiama Chini a Bangkok per quella che sarà la sua maggiore impresa decorativa: le decorazioni della Sala del Trono nel Palazzo del Re, che fu un vero e proprio trionfo. Quelle di Chini sono ceramiche scintillanti, che ricordano le sete e le arti decorative orientali, senza dimenticare l’arte classica. Così a pavoni, salamandre, rettili si uniscono putti, ghirlande, motivi floreali ma anche disegni astrali e fregi tratti dall’iconografia, amatissima, del Siam. Antico e nuovo, occidente classico e oriente esotico, fusi insieme con un gusto ineguagliabile. Si capisce perché le opere di Chini siano state sempre così apprezzate, soprattutto dagli intellettuali e dagli esteti, come Luchino Visconti che di Chini è stato collezionista tra i maggiori. Le ceramiche di Galileo Chini Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro) dal 25 febbraio 24 giugno 2012 Feriali e festivi: 10.00-13.00; 14.00-19.00 Chiuso i lunedì non festivi Biglietti: intero € 5; ridotto € 3; visita guidata a gruppi € 60 Per informazioni: tel. 0425. 46 00 93 - 348.39 64 685 www.mostradivisionismo.it
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