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Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012 FATTI & OPINIONI |
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Una riforma difficile e troppo chiacchierata dai media
Articolo 18 e dintorni
Qual è la verità sulla difficile trattativa? Una domanda più che legittima cui ne segue un'altra: ma è centrale l'Articolo18?
Di Giovanni Gelmini
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Il dibattito per la riforma del lavoro, come lo leggiamo sulla stampa, sembra essere acceso e al calor rosso tra Governo e parti sociali. Non credo che le cose siano così perché, se leggiamo le varie dichiarazioni e le mettiamo a confronto, notiamo che spesso sono dei monologhi indipendenti l'uno dall'altro, ma nessuno parla di scontro all'arma bianca.
La CGIL ha da subito concentrato un attacco pesante, quasi violento, lanciando l'ipotesi di cancellazione dell'Articolo 18. Monti e la Fornero non ne hanno mai parlato; quello che hanno sempre affermato è che i provvedimenti da prendere devono orientarsi su questi punti:
Anche la Marcegaglia ha espresso una precisa posizione in cui l'Articolo 18 va mantenuto, ha detto infatti: “Pensiamo che il tema del reintegro deve valere per tutti i casi di licenziamenti discriminatori o casi per cui la legge dice che il licenziamento è nullo. Ci sono casistiche molto chiare per cui la reintegra deve valere. È un fatto di civiltà. In tutti gli altri casi dobbiamo diventare europei. Ci deve essere un'indennità di licenziamento”
Altri industriali hanno affermato che sarebbe sufficiente che le sentenze arrivassero in breve tempo, un anno al massimo, e non tre o quattro o addirittura otto come adesso. Richiesta molto comprensibile.
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