REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012 TERZA PAGINA


Fogli di viaggio
Visita al Museo Van Gogh ad Amsterdam
Di Silvia Sanna


L’approccio al museo di Van Gogh, non è stato dei migliori. Chi, come me, si aspettava di trovarsi davanti ad un edificio con facciata ornamentale e profumo di antichità, ha iniziato il viaggio nel mondo di Vincent con il piede sbagliato. Un quadrato di verde immenso con panchine e pista da ghiaccio, chioschi di cibo e di gadgets di ogni sorta, porta davanti ad un edificio squadrato, dal colore anonimo e di fattura moderna che di più non si può. Arrivati lì, si immagina e soprattutto si spera di aver sbagliato strada o, perlomeno, edificio. E invece no.

Superata la delusione iniziale, dopo un ceck-in degno della più scrupolosa compagnia aerea, si riesce finalmente ad avere accesso alle sale del museo, accompagnati dal battibecco in olandese stretto tra una dipendente del museo, che impedisce a un visitatore di entrare nelle sale espositive con il giubbotto in mano. Sarà l’emozione della vista delle opere di Van Gogh, forse, a riscaldare il freddoloso ospite.

Il museo, nato nel 1973, fu fortemente voluto dal figlio di Theo Van Gogh, fratello di Vincent, noto alle cronache soprattutto per il fattaccio dell’orecchio che il fratello maggiore gli spedì per posta e meno conosciuto come collezionista e mercante d’arte.
Visitando le ampie sale espositive si possono apprezzare le maggiori opere di Van Gogh, come “I mangiatori di patate”, un dipinto ad olio di colore monocromatico che mi ha fatto provare dei leggeri brividi alla schiena, essendo uno dei miei quadri preferiti di Van Gogh.
La perfezione della luce che si posava, pacatamente (ma non è stato così per tutte le tele, purtroppo), sulla tela, ha ricreato un ambiente familiare che portava il visitatore ad immedesimarsi con gli stessi mangiatori di patate, poveri contadini, umilmente riuniti attorno ad una tavola scarna ad assaporare quella che per loro era una ricchezza, a livello produttivo e alimentare.
Lo stesso Van Gogh teneva a precisare la sua vicinanza umana ai poveri cristi che pativano le intemperie e gli scherzi di madre natura per riuscire a mettere su almeno un pasto decente per tutti. La loro sofferenza l’altrettanto sofferente Vincent la sentiva molto vicina.

Un altro dipinto ad olio molto apprezzato, la cosiddetta “Camera di Vincent a Arlem”, ha creato, nei visitatori che faticano a comprendere la lingua tedesca e inglese, non poche difficoltà di comprensione. Erano presenti infatti, oltre al dipinto originale, pannelli su cui erano impresse gigantografie dello stesso dipinto con colori differenti. Inoltre, all’interno della sala espositiva è stata ricavata una stanza raffigurante proprio il quadro stesso, con mobili veri, disposti esattamente come quelli di una delle opere più famose di Van Gogh.

Il mistero, tornati in patria, è finalmente svelato: Van Gogh dipinse inizialmente, nel 1888 una sola tela con quel soggetto, ovvero la sua stanza da letto ad Arlem, ma in seguito ad un ricovero ospedaliero la tela fu danneggiata e il pittore l’anno successivo si mise al lavoro per creare altri due quadri con lo stesso soggetto, che ora si trovano all’Art Institute di Chicago e al Museo d’Orsey di Parigi.

Oltre a queste opere e quelle note come “Campo di grano con volo di corvi”, è possibile scoprire per chi ancora non ne era a conoscenza (come me) una sezione di dipinti di Van Gogh ispirati all’arte giapponese. Una sezione molto ampia e ben strutturata che però sembra attrarre solo o soprattutto visitatori orientali, poiché gli occidentali affollavano le pareti ospitanti opere forse più ‘accessibili’.
Ma la sorpresa più bella del Museo Van Gogh è stata, almeno per me, la presenza di opere di altri autori importanti come Paul Gaugain e Marcel Seraut, che hanno arricchito notevolmente le sale espositive della gelida ma artisticamente accesa Amsterdam.


Postbus 75366NL
1070 AJ Amsterdam
Tel +31 (0)20 570 52 00
Fax +31 (0)20 673 50 53
E-mail info@vangoghmuseum.nl

Il Museo Van Gogh è situato sul Museumplein; l’entrata si trova in Paulus Potterstraat 7.
Il museo è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (tram 2, 3, 5 e 12 ed autobus 170, 171 e 172). Il museo è facilmente accessibile ai portatori di handicap. Tutti i piani sono raggiungibili in ascensore; sedie a rotelle e passeggini sono gratuitamente a disposizione dei visitatori.

Orario d’apertura

Tutti i giorni 10-18 venerdì 10-22
Cassa tutti i giorni 10-17.30 venerdì 10-21.30
Negozio tutti i giorni 10-17.45 venerdì 10-21.45
Ristorante tutti i giorni 10-17.30 venerdì 10-21.30

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