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 Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012    -   TERZA PAGINA


Settantacinque minuti in compagnia di artisti e musicisti di fama mondiale
Ecco gli Aquaria: canti, balli, suoni e musiche di Sicilia
Una nuova esperienza, con un'azione dinamica, con un dialogo continuo tra attori, musicisti, ballerini e spettatori
Di Francesca Bisbano


Da Polifemo a Colapesce, da Scilla a Cariddi, da Aretusa ed Alfeo ad Aci e Galatea, buona parte delle leggende siciliane, trabocca di richiami al mondo del mare. Uomini straordinari, eroi, fanciulle oggetto di passioni amorose divine, che ci accompagnano sin da bambini, ora rivivono grazie alla musica. Così inizia l'esperienza degli Aquaria con Vincenzo Castellana, Michela Musolino e Giuseppe Severini, alla scoperta di un terra particolare nel tentativo di riconquistare un'atavica identità di popolo.

Si va in scena!
Canti, balli, suoni e musiche di Sicilia incontrano la letteratura, la storia e le tradizioni più antiche di quella gente, che da sempre vanta uno speciale legame con l'acqua che la circonda. Settantacinque minuti in compagnia di artisti e musicisti di fama mondiale, dove la musica evade i confini della comunicazione e dunque diviene partecipazione. Un concerto “didattico”, una lezione d'arte e di vita offerta al pubblico americano, che mostra sempre maggiore interesse per la cultura italo-meridionale, tutto perché cadano i pregiudizi, gli stereotipi e le immagini negative, generalmente imposte dai media. Una riflessione lontana dagli schemi stilistici e le infrastrutture di forma, che regolano le frequenze dell'armonia accademico-occidentale, considerata da sempre “musica per eccellenza”, se non un' occasione per promuovere forti ed intense sonorità, capaci di penetrare nell'animo umano, tali da stimolare la sua capacità di relazione con la realtà esterna.

Una nuova esperienza, che non è mai monolaterale, perché l'azione diventi dinamica, cedendo il passo al dialogo continuo tra attori, musicisti, ballerini e spettatori. Così l'uno arricchisce l'altro tramite le proprie competenze, sullo sfondo delle emozioni suggerite dall'atmosfera, ora seria e sofferta delle pratiche lavorative, ora gioiosa e vivace delle feste popolari. Usi e costumi degli avi, sensazioni dei presenti, gioia degli ascoltatori, perché i posteri mai più dimentichino il loro passato.

Ora le vibrazioni dei tamburi di Castellana, accompagnate dalla calda voce di Michela Musolino, con la direzione del maestro Severini, parlano di un'isola di conquistati e conquistatori, che in passato furono abili nell'arricchire il sapere e la tecnica di chi in precedenza li aveva dominati. Ancora le voci dei loro strumenti, raccontano le vicende dell'isola, che Federico di Svevia rese ricca e potente, chiamò culla della civiltà, ma che mai fu in grado d'affrancarsi dal dominio culturale dettato nel regno dalla capitale partenopea.

Allora via con balletti, con i canti del lavoro, intonati un tempo dai pescatori; via con le preghiere, che le donne sollevano rivolte al mare con devozione, perché quest'ultimo protegga i loro mariti; via con le mazurche, il carnasciale e le serenate, affinché il pubblico sia rieducato alla musica siciliana, che va oltre la semplice tarantella o i notissimi brani “sciuri sciuri” e “vitti na crozza”, ma è storia, rituale, religione, passione, impegno, momento celebrativo, nonché di ludibrio, è intrattenimento, svago e dunque anima di una terra, che noi stessi ignoriamo.

Perchè allora il lavoro degli Aquaria è degno di menzione?
Cosa lo distingue da quello di altri musicisti rievocativi?
I temi?
La ricerca etnomusicologica che lo accompagna?
Il pubblico cui si rivolge?
Forse si, forse no!

Certo però è che oggi tutti siamo legati alla tradizione, ai repertori classici, che il più delle volte obbediscono a determinate esigenze commerciali, le quali, a loro volta, giungono perfino a condizionare il gusto del pubblico nella riscoperta delle antiche consuetudini.
Così sapremo tutto del medioevo, perché lo si studia in conservatorio o perché apprezziamo i Folkstone, nonché i più conosciuti Elvenking; e non ci sfuggirà certo qualcosa sulla cultura celtica, perchè ci avranno fatto appassionare gli Skiltron; o su quella galiziana, napoletana, americana, classica-occidentale o qualsiasi altra cultura, che tanto musicalmente, quanto commercialmente sia riuscita ad imporsi e dunque determinare in modo esclusivo le scelte dei popoli su scala mondiale.

Allora è qui forse, che va riconosciuto un merito agli Aquaria, quello di invitare l'ascoltatore a guardare ciò che può sembrare banale e, di conseguenza, scoprire che al mondo non esiste uno stile o un modo di far musica più originale di un altro. Ogni popolo possiede melodie uniche e particolari nel loro genere, armonie che di generazione in generazione ne tramandano la storia e l'identità. Per questo ormai è necessario che la musica richiami alla mente dell'uomo moderno quanto la critica ha sempre sottovalutato e la storia continua a tramandare nella sua forma più genuina.



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