REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012 IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Guerrilla Gardening: i rivoluzionari del verde
Una guerriglia pacifica, colorata e profumata quella che i giardinieri improvvisati si apprestano a condurre, con entusiasmo, in tutto lo stivale
Di Silvia Sanna


Sono guerriglieri pacifici, armati di zappa, e aggrediscono solamente - e a fin di bene - erbacce e terra brulla. La loro azione potrebbe riassumersi con la frase del cantautore Fabrizio De André: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. E per questi giovani che vogliono riprendersi le zone verdi delle loro città, i fiori devono nascere anche nelle spianate di cemento che abbruttiscono ormai sempre più paesi e località, ingrigendo non solo gli spazi fisici, ma anche l’umore di chi vi si trova circondato.

I rivoluzionari del verde identificano una zona di degrado urbano, che sia un orto abbandonato o una aiuola al centro città: si danno appuntamento, via sms, via facebook, con tutti i tipi di passaparola esistenti e si incontrano, spesso di notte, per dare libero sfogo alle proprie capacità creative di giardinieri improvvisati. Il risultato, indipendentemente dalle professioni, dalle età e dal pollice verde, è che finalmente ci si riappropria di una zona verde dimenticata dai più, rendendola più fruibile e piacevole esteticamente, Il tutto, ovviamente, gratis. Il tutto, purtroppo, in maniera furtiva, quasi illegale, lontana dagli occhi delle forze dell’ordine. Che chi strappa i fiori passa sempre più spesso inosservato, mentre chi li pianta rischia di passare per sovversivo. E un po’ come per tutte le azioni ritenute, appunto, ‘sovversive’, ecco che i Guerrilla Gardening hanno preso piede anche in Italia, tanto che sono 60, ad oggi, i gruppi che si occupano di ridare vita a spazi verdi che, di vita propria, sembrano non averne più.

Il linguaggio utilizzato dai Guerrilla Gardening prende spunto, seppur in maniera assolutamente ironica, da quello militaresco a voler forse ridicolizzare i gesti violenti che presuppongono l’utilizzo delle armi. Per questi guerriglieri dei fiori, infatti, le armi principali oltre alla zappa e al rastrello, sono le cosiddette bombe di semi: si avvolgono in un foglio di giornale, terra, fertilizzante e i semi dei fiori che si vorrebbero piantare e si lancia la bomba verso un aiuola o un terreno abbandonato. Dopo un paio di settimane, se tutto va per il meglio, si va a vedere il risultato della colorata deflagrazione.

Una guerriglia pacifica, colorata e profumata, insomma, quella che i giardinieri improvvisati si apprestano a condurre, con entusiasmo, in tutto lo stivale.

Per maggiori informazioni sulle attività e sui gruppi: www.guerrillagardening.it

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