Correva l'anno 1999 quando la notizia della separazione del gruppo rock più importante della scena musicale italiana degli anni '80/90, i Litfiba, sconvolse fans, critici e appassionati.
Correva l'anno 2009, dieci anni esatti dopo, quando la notizia della loro reunion fece saltare di gioia tutti i fans, lasciò perplessi i critici e fece sorridere gli appassionati. Perché Piero e Ghigo, nonostante la diatriba che li ha portati a forti tensioni e all'inevitabile separazione, non possono fare a meno l'uno dell'altro.
Ed eccoli di nuovo pronti a riempire palazzetti, a far viaggiare in tutta Italia decine di migliaia di giovani (e non!) che li seguono in tour e soprattutto a pubblicare album degni del loro nome.
Il 2010 è stato l'anno del tour, quattro date iniziali (sold out) ad aprile, Milano, Firenze, Roma e Acireale, seguite da un tour estivo, uno invernale e infine uno europeo. Insomma, “tanta roba ragazzi”, per dirla alla Pelù.
E dopo una lunga attesa, durata ben tredici anni, finalmente nel gennaio del 2012 il nuovo album di inediti: Grande Nazione, al quale seguirà un tour in Italia e poi in Europa. Anno di festeggiamenti quindi in casa Pelù/Renzulli: nuovo album, nuovo tour e anche un importante compleanno: i 50 anni di Piero.
Eh sì, perché il ragazzaccio fiorentino, che ama dire di sé “non sono un santo, e me ne vanto”, il Peter Punk che non crescerà mai veramente, qualche giorno fa è arrivato al mezzo secolo di vita.
A vederlo sul palco, non si direbbe. Sempre in ottima forma, sempre pronto a lanciarsi dal palco “a volo d'angelo” anche al costo di rompersi una costola come a Berlino, pur dir farsi prendere dai funs. No, non è un errore, ho scritto “funs” appositamente, perché è così che Piero ama chiamare i ragazzi che lo seguono in giro per l'Italia: fun in inglese significa divertimento, e credetemi, ai loro concerti ci si diverte veramente!
Nella sua biografia, scritta con Massimo Cotto, leggiamo: “Sono nato il 10 febbraio 1962. Mio padre assicura che quel giorno, il freddo era quasi insopportabile. Io, francamente, non ricordo. Mio fratello, Andrea, era nato quasi due anni prima, nell'agosto del 1960. Difficile immaginare due persone più diverse di noi: lui preciso, normale, impeccabile; io dissidente, ribelle, irregolare”.
È difficile immaginare anche quanto diversi siano Piero e Ghigo: il primo nato sotto il segno dell'acquario, segno d'aria totale, con una testa che frulla di continuo idee; l'altro invece calmo, tranquillo, non ama particolarmente la vita mondana e anzi, preferisce trascorrere le serate in famiglia piuttosto che in giro per locali o feste. Insomma, anche in questo caso, due personalità completamente diverse, ma che insieme hanno creato la leggenda del rock italiano.
Ma come nascono i Litfiba?
Preferisco dar voce a Pelù, che sempre nella sua biografia scrive: “Andò così: un amico, Mario Massa, conosceva Antonio Aiazzi, tastierista. In un certo senso lo conoscevo anch'io, nel '79, infatti, ero intervenuto a una sua festa punk dove gli avevo quasi distrutto la casa. L'unica cosa che non ero riuscito a fare era vomitargli sul cuscino […] Ripensai a quella sera con vergogna, quando Massa mi disse che l'Aiazzi aveva da poco cominciato a suonare in un gruppo in cui mancava il cantante. Ero titubante, così Massa si offrì di accompagnarmi in una cantina di via dei Bardi 32, vicino a Ponte Vecchio, dove l'Aiazzi si trovava con altri due per suonare […] Francesco Calamai, il batterista,viaggiava come un treno; Gianni Maroccolo, il bassista, ragionava con un amplificatore della madonna, […] Ghigo arrivava dai “Cafè Caracas”, in cui suonava il basso”.
Ecco qui la band delle origini al completo. Dopo questo primo incontro la leggenda iniziò: nel 1985 incisero “Desaparacido”, primo loro album, nel 1987 fu la volta di “17 Re”, album capolavoro e ancor oggi considerato il migliore non solo della band, ma della new wave italiana. Nell'88 fu la volta di Litfiba 3 e nel '90 di “El diablo”: album che li fecero conoscere in tutta Italia. Da questo momento in poi l'ascesa fu inevitabile e raggiunse il culmine nel '93 con “Terremoto” e nel '94 con “Spirito”.
Finalmente, arriviamo a Grande Nazione. Non nascondo che tra i funs l'attesa era alta, già dall'annuncio della reunion, ma la paura era tanta. Infatti, tutti ancora delusi e scottati dal loro ultimo album “Infinito” del '99, che un vero litfibiano difficilmente può amare, ci chiedevamo se avremmo dovuto asciugare sui nostri visi lacrime amare o di gioia. Ebbene, in realtà non si è verificata né l'una né l'altra situazione.
Grande Nazione non sarà mai all'altezza di “17 Re” e forse neanche di “Terremoto”, anche se un po' ci si avvicina, ma sicuramente è un buon album, un rock arrabbiato e di denuncia (come ormai nessuno sa più fare in Italia); quindi sono certa che funzionerà. Narra dell'Italia, l'Italia del bunga bunga, soprattutto.
Il brano “Fiesta Tosta” è tosto veramente, e sono certa che l'urlo iniziale “un, due, tre, qua..” sostituirà presto quello classico “'O terremotooo” che ci ha fatto saltare in tutti i palazzetti d'Italia. Tra “Te e me” dedicata a tutte le vite a due, mi piace pensare che sia stata scritta proprio per descrivere il rapporto di amore e odio tra Piero e Ghigo: “Se accettiamo che ognuno è fatto come è fatto, se io non cambio te tu non cercare di farlo con me, sai che funzionerà soltanto la diversità, tra te e me.”
E ancora “Brado”, che descrive in pieno la personalità di Pelù: “Perché io tra gli sguardi vedo grande smarrimento? E vedo l’ansia, vedo? E la paura, credo? E occhi schizzati da omologati? e tutti in fila... e tutti uguali... son desperado, son desperado, io sono Brado vivo al contrario...”
E dulcis in fundo la straordinaria “La mia valigia”, che ha come tema il viaggio, quello tanto amato da Piero, che l'ha spinto sempre più lontano, a volte in compagnia dei rom, popolo da lui sempre amato al punto di tatuarsi sugli avambracci “Santa Sarah”, protettrice dei rom e dei viaggiatori in generale.
Insomma, un album tutto da ascoltare e da apprezzare; e non lo dico solo perché seguo i Litfiba da ormai ventidue anni. Non lo dico perché mi hanno trasmesso emozioni o perché le loro note e le loro parole hanno fatto da colonna sonora agli avvenimenti più belli o più tristi della mia vita. No, in realtà lo dico perché lo credo veramente. Credo che insieme potranno ancora fare delle grandi cose.
E allora, ben tornati Litfiba! Lo spettacolo deve ancora cominciare! i
Grande Nazione
Prezzo di listino: € 26,99
Etichetta Sony Music
Data uscita 17/01/2012
EAN 0886919203820
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