…E contare e camminare, insieme, lo sai fare?
Sì, penso di sì...
Allora forza. Conta e cammina. Dai..Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto..
Come nel famoso film di Marco Tullio Giordana l’Italia ha contato, passo dopo passo, tutti i giorni di vita del governo Monti sino al traguardo dei cento, rumoreggiando, fischiando o protestando per le novità istituite, per le decisioni prese e quelle evitate, forse più influenti delle prime.
Come un fulmine a ciel sereno il decreto “Salva Italia” ha svegliato milioni di italiani convinti ancora dell’esistenza delle pentole d’oro alla fine di ogni arcobaleno. Ha squarciato il velo di omertà intorno alla situazione critica che il nostro paese sta attraversando e che sino ad ora era stata minimizzata come un leggero momento di defiance dal quale “saremmo usciti senza gravi danni…” le stesse parole del comandante del Titanic.
Paragoni con catastrofi nautiche sarebbero fuori luogo in questo periodo, ma nulla di più di un naufragio renderebbe meglio la condizione italiana. Come nell’inimitabile serie americana sui bagnini Mario Monti, ricevuto da Napolitano l’incarico di formare una nuova squadra di governo, si è lanciato nelle fredde acque dello spread e prova l’impresa. Il compito era arduo ma la sobrietà del nuovo premier ha ispirato fiducia e già dal momento della sua investura si è respirata aria di cambiamento. Il piano ideato per risollevare le sorti della nazione si articola in tre fasi: “rigore, equità e crescita”.
Il laborioso governo composto interamente da figure tecniche a ricoprire ruoli di competenza ha sfornato 8 decreti, 2 disegni di legge, 8 ddl di ratifica e 7 decreti legislativi varati cioè nel tempo utilizzato dal PD per organizzare delle primarie…
Il 22 dicembre 2011, dopo alcune modifiche e discussioni per mitigare e rendere più eque le misure previste, il “Decreto Salva Italia” ha ottenuto la fiducia al Senato. Così l’esecutivo ha voluto promuovere misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l'equità .
“Il compito di questo governo – si fa notare nel dossier sul sito di palazzo Chigi che analizza il lavoro di Monti&company - è quello di far uscire il Paese dalla zona d'ombra in cui era stato confinato, di porre fine all'emergenza e, soprattutto, di gettare le basi per una rinascita economica e sociale”. Questo è un modo sottile per invitare a stringere la cinghia; l’aumento della percentuale di alcune imposte (IVA, una su tutte) o la reintroduzione di altre ne sono la traduzione economica. Altre vecchie conoscenze hanno cambiato nome, forse per risultare meno sgradevoli come l’introduzione dell’imposta municipale unica (IMU), la tanto odiata tassa sulla prima casa nella quale confluiranno, oltre all’imposta comunale sugli immobili, anche quella sulla spazzatura e i servizi comunali. A meno che non abbiate un altare con ostie consacrate in cucina, in quel caso si è esenti dal pagamento.
Un’altra mazzata per i lavoratori arriva con la modifica del sistema contributivo delle pensioni.Per i lavoratori dipendenti del settore privato è possibile andare in pensione con 35 anni di contributi e 64 anni di età; le donne che al 31 dicembre 2012 abbiano almeno 20 anni di contributi possono andare in pensione di vecchiaia a 64 anni di età. Pensioni di vecchiaia. È fissata per gli uomini e le donne del settore pubblico al compimento di 66 anni di età a partire dal 2012, e per le donne del settore privato dal 2018.
A fronte di tanti sacrifici chiesti agli italiani anche la presidenza del consiglio fa la sua parte con un taglio netto alle spese che garantirebbe un risparmio di 43 milioni di euro, di cui buona parte ricavati dalla riduzione di spesa degli “uffici di diretta collaborazione relativi al presidente, ai ministri senza portafoglio e ai sottosegretari presso la presidenza del Consiglio”.
Per rimettere in moto l’economia e dare uno spiraglio di crescita sono state sbloccate inoltre delle opere infrastrutturali con risorse per 20 miliardi. Ma i cambiamenti necessari per Monti, affinchè si ristabilisca il rigore, non finiscono qui e il professore gioca la carta della lotta all’evasione e il pugno duro contro i parassiti dello stato. Considerato uno dei punti di forza di questo esecutivo che conta nella collaborazione per il recupero di somme sfuggite alle maglie della legalità.
Al traguardo dei cento giorni il bilancio sembra soddisfare gli addetti ai lavori secondo cui “il Paese ha riguadagnato credibilità a livello internazionale e al suo interno sta risalendo la fiducia di cittadini e imprenditori”; con queste parole infatti Piero Giarda, ministro per i rapporti con il parlamento, elogia il pacchetto Monti attuato in questi mesi.
Insomma bastone e carota si alternano in un gioco di resistenza. Manovra elementare per alcuni, sacrifici indispensabili per altri. L'incredibile pressione fiscale che si sta imponendo alla nazione, infatti, sembra necessaria per poter finalmente scacciare l’incubo Grecia che per qualche notte ci ha tenuto svegli e pensierosi.
L'obiettivo ultimo del governo è quellodi lasciare il posto di fanalino di coda a qualcun altro per poter guadagnarsi il titolo di locomotiva dell’Europa.
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ANSA
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